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Don Pasquino Borghi. Partigiano della carità

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Il libro di Luciano Rondanini.

Nei giorni scorsi, per i tipi di Consulta librieprogetti, è uscito il libro Don Pasquino Borghi. Partigiano della carità (144 pagine, 12 euro) scritto da Luciano Rondanini.

Laureato in Pedagogia e abilitato in Lettere, Rondanini è stato maestro elementare, direttore didattico e ispettore scolastico; come esperto, svolge attività formative per insegnanti di ogni ordine e grado e per dirigenti scolastici.

La vita e le opere del sacerdote bibbianese vengono ripercorse dall’autore in cinque parti, corredate da alcune immagini: “L’infanzia”, “Verso la lontana Africa”, “Segnali di tempesta”, “L’epilogo” e infine “Il dolore, la viltà, la gloria”.

In chiusura, viene riproposto (tratto dal libro Cristianesimo e intelligenza della storia di Sandro Spreafico) il testo della poesia di Elena Bono dedicata al sacrificio di don Pasquino, fucilato settantacinque anni or sono.

(La Libertà, edizione del 6/02/2019)

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Il sacrificio di don Pasquino Borghi raccontato nel nuovo libro di Luciano Rondanini.

 Il 30 gennaio 1944 presso il poligono di tiro di Reggio Emilia fu fucilato dai gerarchi fascisti don Pasquino Borghi.  Insieme  al parroco di Tapignola vennero uccisi l'anarchico Enrico Zambonini,  nativo di Secchio, e altri sette innocenti: Battini Ferruccio, Benassi Romeo, Dodi Umberto, Gaiti Dario, Giovanetti Destino, Menozzi Enrico e  Trentini Contardo.

La vita di questo sacerdote, uno dei primi preti in Italia eliminati dal fascismo dopo l'8 settembre 1943 (la sentenza di condanna fu stilata a tavolino!),  è stata ricostruita da Luciano Rondanini nel libro “Don Pasquino Borghi- Partigiano della Carità”, edito da Consulta Libri di Reggio Emilia e stampato da La Nuova Tipolito di Felina.

Nel volume, corredato da una ricca sequenza fotografica, l’autore ripercorre la vita di Pasquino, nato nel 1903 a Bibbiano da una famiglia di mezzadri. La mamma Orsola Del Rio nutriva un particolare affetto per questo figlio che, fin da piccolo, dimostrava una particolare attenzione alle consuetudini devozionali presenti nel nucleo familiare; il padre Battista, invece, si dedicava  quasi esclusivamente al lavoro dei campi.

Pasquino entrò nel seminario di Marola nel 1916 e, dopo cinque anni, si trasferì in quello Urbano in città.

Terminato il servizio militare nel 1924 (prima del Concordato del 1929,  anche i seminaristi erano tenuti all’obbligo di leva), decise di entrare nei missionari comboniani; fu così ordinato sacerdote a Verona nel 1930.

Dal 1930 al 1937 si dedicò alle missioni comboniane nel Sud Sudan e, dopo essere rientrato in Italia a causa delle malferme condizioni di salute, entrò nella certosa benedettina di Farneta di Lucca.

Nel 1939 chiese di far parte del clero secolare della diocesi di Reggio: il vescovo Eduardo Brettoni lo destinerà, dal gennaio 1940, a Canolo di Correggio come cappellano.

Matura in quegli anni  una radicale avversione alla guerra voluta da Mussolini e nel 1943 si schiera a fianco dei molti soldati sbandati ed ex-prigionieri che chiedevano aiuto.

Il suo ultimo nido è Tapignola di Villaminozzo dove viene mandato da mons. Brettoni nell’agosto del 1943; prenderà possesso della nuova parrocchia il 24 ottobre dello stesso anno, dove rimarrà gli ultimi tre mesi della propria esistenza.

Fu un periodo intensissimo a fianco della gente, dei giovani e dei primi gruppi partigiani verso i quali Albertario (questo il suo nome di copertura) diede completamente se stesso.

Catturato dai fascisti di Villaminozzo il 21 gennaio 1944, verrà fucilato all’alba di domenica 30 dello stesso mese senza alcun processo, nonostante fosse protetto, in qualità di sacerdote, dai Patti Lateranensi del 1929.

Le vicende della vita di don Pasquino, dedicata totalmente agli altri, sono raccontate Luciano Rondanini con rigore storico e, nello stesso tempo, con uno stile narrativo che rende la lettura del libro piacevole anche ai più giovani, i quali incontrano spesso difficoltà ad avvicinarsi a questi avvenimenti della nostra storia.

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Un contributo di Massimo Bonini

Leggendo quanto pubblicato oggi dalla vostra testata online relativamente alla figura di don Pasquino Borghi, vi allego scansione dell’ultima pagina dei registri parrocchiali dei battesimi dell'epoca.

Ne sono venuto a conoscenza in quanto, occupandomi del primo intervento di recupero e restauro della chiesa di Tapignola a seguito del terremoto del 2008, andando a cercare informazioni sull’immobile, mi è capitato anche di gettare l’occhio su questa pagina del registro dei battesimi. Ho subito pensato alla figura di don Pasquino e che probabilmente era stato uno degli ultimi atti redatti dal sacerdote prima della sua fucilazione.

Sotto alla sua ultima annotazione, un commento di don Ercole Magnani suo successore nella parrocchia di Coriano.

Massimo Bonini