Ci scrive Alberto Castagnini.
Nelle ultime settimane sono apparsi su Redacon un paio di articoli che documentavano i gravi incidenti accaduti nella famigerata rotonda a valle del Bocco, con la quale la nuova variante si immette nella viabilità esistente in direzione Reggio.
I commenti dei lettori sono prevalentemente concordi nel sostenere che la rotonda sia pericolosa, poiché tende a portare contromano e verso la scarpata. Non mancano nemmeno i commenti di qualche lettore che imputa gli incidenti solamente alla elevata velocità e non anche alla morfologia della rotonda.
Qualche giorno fa è bastato qualche centimetro di neve che un nuovo incidente si è verificato nella rotatoria a monte del Bocco (Fig.1). Speriamo nessuna conseguenza per il malcapitato, ma questo episodio dimostra ancora una volta l’inutilità e la pericolosità delle 2 rotatorie, un chiaro esempio di progettazione errata che non risolve definitivamente l'ammodernamento della SS63.
Infatti, per quanto riguarda la rotatoria a valle, nonostante sia segnalata da lampeggianti, bande rumorose, segnaletica verticale e orizzontale, in un solo anno di apertura al traffico sono accaduti almeno 5 incidenti, di cui l’ultimo in ordine di tempo poteva avere conseguenze ben più gravi.
La SS63 è strada di interesse nazionale che, come da definizione, deve servire a collegare aree importanti del Paese: la città di Reggio, ovvero la pianura Padana centrale, alla Toscana. Questo obiettivo lo si può raggiungere con una strada sicura e scorrevole anche nelle ore di punta. Così come indicato dal primo protocollo d’intesa firmato tra le Province di Reggio Emilia e Massa Carrara anni or sono, questo è il primo e fondamentale punto da tenere presente nel processo di “razionalizzazione e rettifica anche sostanziale” di cui la SS63 ha evidente bisogno.
Mantenendo come caposaldo il concetto di cui sopra, si può notare come negli anni la tendenza dei progettisti sia passata dalla realizzazione di opere risolutive e moderne (variante di Felina, gallerie di Casina) a interventi puntuali, rettifiche parziali, rotonde e piccoli miglioramenti che sono certamente positivi per la qualità della viabilità ma che non vanno certo nella direzione di una strada di carattere statale. La progettazione ha avuto un orizzonte limitato: da una ampia visione di collegamento nazionale si è passati alla limitata visione del singolo punto e del singolo problema.
La rotonda a valle del Bocco ne è l’esempio più eclatante: l’innesto con la vecchia viabilità è stato modificato almeno 2 volte. Il progetto originario prevedeva un innesto in maniera pressoché rettilinea con uno svincolo a 2 livelli per il Bocco: era probabilmente una soluzione più costosa ma certamente meno pericolosa e senza rallentamenti di traffico. (Fig. 2)
Da quell’idea di viabilità “nazionale” si è passati ad una idea molto più “locale” inserendo ben 2 rotonde, una a monte e una a valle del piccolo abitato con l’aggravante che sono state progettate per una velocità di attraversamento di soli 30km/h con ovvie ricadute in termini di fluidità del traffico e soprattutto di pericolosità, testimoniata dagli incidenti che regolarmente si verificano. (Fig. 3)
L’ultima modifica su questo tratto, infine, è quella che ha portato alle problematiche che sappiamo: la galleria di valle è stata fatta rientrare all’interno del monte in modo da collegarsi perpendicolarmente alla viabilità esistente con curva pericolosa in ingresso alla rotonda. (Fig. 4)
Ci sono altri esempi che dimostrano come la visione da “statale” sia diventata “locale” nel corso degli anni: lavori che potevano risolvere totalmente alcuni problemi sono stati realizzati in modo da risolvere questi problemi solo parzialmente: le curve a valle della galleria della Croce si sarebbero potute eliminare del tutto e la variante del ponte Rosso potrebbe avere meno curve, dossi e rotonde. In entrambi i casi è come se la progettazione avesse utilizzato più il compasso che il righello.
I fatti esposti ci dicono che occorre tornare a pensare in grande: un paio di grandi opere consentirebbe di eliminare un paio di imbuti pericolosi e ridurre sensibilmente i tempi per recarsi in città.
Sicuramente implicano spese consistenti, ma abbiamo la stazione Mediopadana che può essere usata come chiave di volta per ottenere finanziamenti straordinari se funzionali al suo collegamento. La 63 deve diventare l’asse sud di accesso alla stazione Mediopadana.
In quest’ottica possiamo suggerire agli amministratori e politici e tecnici quali sono i punti critici che devono essere risolti quanto prima:
- Collegamento Puianello-Canali e non bretella di Rivalta. Si denuncia che la situazione a Rivalta è insostenibile. Vero. Ma nessuno ricorda che è diventata tale dopo la realizzazione della rotonda all'incrocio per Montecavolo. Ad errore si aggiunge errore. Speriamo di sbagliarci, ma una volta fatta la bretella, il collegamento Puianello-Canali verrà messo in soffitta.
- Razionalizzazione (vera) del tratto tra La Vecchia e il Bocco come suggerito dalla Provincia realizzando tratti in galleria e un viadotto.
- Trovare una soluzione alla rotonda a valle del Bocco, ad esempio eliminandola e lasciando solo la possibilità di immettersi nella SS63 in direzione Reggio da chi proviene dal Bocco.
L’auspicio è che in questa intrigata situazione politica fatta di proclami, parole dette per compiacere qualcuno, campagne elettorali permanenti, populismi e visioni talvolta miopi della complessità delle cose si torni a ragionare di questi importanti temi che per la nostra montagna sono di vitale importanza.
La strada che si percorre ai 40 all’ora in fila indiana dietro un trattore o un camion ce l’abbiamo già (Fig. 5): se possiamo realizzare nuovi tracciati, chiediamo che siano sicuri e veloci e soprattutto senza incroci a raso.
I pendolari, i camionisti, i lavoratori che tutti i santi giorni percorrono la statale nelle ora di punta e di cui nessuno si ricorda, ringrazierebbero.
Questo è uno strano Paese in cui i soldi pubblici sono quasi sempre affidati ad incompetenti e le due assurde e demenziali rotonde del Bocco ne sono esempio lampante, considerando che il traffico da e per la vecchia Statale è praticamente inesistente.
Marco V.
Veramente siamo già oltre i 10 incidenti avvenuti e alcuni non sono neanche finiti sulla stampa, risolti in poco tempo con carro attrezzi privato.
Un gran bel lavoro!
Lomba
C’è qualcosa che non va… ci riempiamo sempre la bocca di sicurezza ed efficienza poi quando è il momento di dimostrarlo continuiamo a confermare che chi prende le decisioni è troppo spesso incompetente in materia.
Ma come è possibile che non ci si muova nemmeno davanti a cotanta evidenza?
Io insisto che qui si sta aspettando il morto, solo allora ci si stupirà del perché nessuno sia intervenuto prima.
“Una tragedia che si poteva evitare”, si dirà, “La procura ha aperto un’inchiesta” e allora aggiungeremo alla disgrazia le classiche lungaggini burocratiche, processi, indagini, spese disumane (con soldi nostri), ecc ecc. Ne sentiamo tutti i giorni ed io inizio a vergognarmi dei miei compatrioti.
Andrea
Il problema è la velocità, non la rotonda.
Volete togliere la rotonda? Finirete nel fosso sottostante.
La soluzione è partire 5 minuti prima.
Cristian
Vogliamo parlare del semaforo del centro di Vezzano sul Crostolo, alla cui eliminazione è stata preferita una inutile rotonda verso la zona industriale , della variante di Castelnovo, che rimette in buona sostanza tutto il traffico sulla via G. Micheli ecc? Tempi lunghissimi di realizzazione, costi sempre e comunque altissimi e ogni volta lievitati e risultati spesso sul genere “peggio la pezza del buco”.
Marco V.
Ma è a norma di legge la rotatoria di valle?
Garibaldi
Il problema non è la rotatoria ma gli automobilisti, molti qui si credono piloti di rally. Io guido spesso di notte in quel tratto per lavoro e ne ho viste di tutti colori. La colpa non è di chi ha progettato le rotatorie ma degli abitanti della comunità montana che non rispettano le regole stradali. Basterebbe fare come a Barcellona in Spagna che all’inizio e alla fine delle gallerie vi sono tutor nascosti (segnalati ma nascosti) e vedrete che forse gli incidenti caleranno.
Gianni
Buongiorno a tutti, ho letto con attenzione l’articolo e tutti i commenti sin qui esposti. A onor del vero mi sembra che la verità si annidi in ognuno dei commenti esposti. Da montanaro per motivi di lavoro passo quasi tutti i giorni sulla SS 63, mi sembra che non sia tanto un problema di righello o di compasso. Purtroppo su tale strada, e in tutte in generale, capitano incidenti e non tutti riconducibili alle rotonde in oggetto. Al momento le rotonde son lì! Esistono. Le lodi e le critiche fanno parte del gioco, di un gioco che forse avrebbe necessità spesso di un’analisi un po’più approfondita. Detto ciò (nel rispetto dei limiti di velocità), ho provato a passare dal Bocco. Cavolo, ho perso in media 50 / 60 secondi, a volte qualcosina in più (questo lo dico in modo prettamente ironico), ma non è un argomento sul quale si possa ovviamente scherzare! Penso che i commenti di Cristian e Gianni meritino un po’ di ATTENZIONE!
Per quanto riguarda le buche (commento di Marco V.), ha ragione. Forse i preposti al rifacimento dovrebbero (a mio modesto parere) tagliare in sezione (piccola o grande che sia la buca). pulire e apporvi l’asfalto a caldo. Piccola opera che capisco onerosa, ma forse la superficialità di intervento non risolve il problema!
Cordialmente
Massimo Pasquale Pinelli
Non prendiamoci in giro! Che ci sia gente che non rispetta le regole e corre troppo è un conto e costoro rischiano e possono causare danni a se stessi e agli altri al Bocco come in qualsiasi altro posto, compresi i rettilinei. Ben altra questione è il modo in cui vengono effettuati i lavori pubblici e la variante in questione è un esempio lampante di tutto ciò che non si dovrebbe fare, non solo per le due pessime rotonde (provate ad esempio a farle in moto tanto per capire di cosa parlo), ma per come è stata condotta tutta le realizzazione a partire dal progetto, che data parecchi lustri fa.
Marco V.
Cerco di chiarire meglio l’argomento dell’articolo, anche se mi sembrava chiaro.
Nessuno sta dicendo che non vanno rispettate le regole della strada, ci mancherebbe. Quello che si vuole evidenziare è che quando si hanno le rarissime occasioni di costruire nuovi tratti, questi andrebbero fatti con altri criteri. Il progetto originale non prevedeva alcuna rotonda con immissione in rettilineo sul vecchio tracciato. Poi a tutti i costi si sono fatte ben 2 rotatorie (che hanno avuto un costo, tra l’altro) che buttano fuori strada in contropendenza. Se c’è neve o ghiaccio sarà più probabile uscire di strada in un tratto in contropendenza che in un rettilineo, anche se si va piano, no? Ed è quello che sta accadendo.
Il senso dell’articolo voleva essere quello di stimolare amministratori e politici locali ad avere una visione più globale della strada, mettendo in fila gli interventi per reale priorità. Per esempio ci interessa più il collegamento Puianello Canali o la ‘bretella’ di Rivalta? Lasciando da parte le solite polemiche, non c’è nessuna idea su questo punto?
Alberto Castagnini
Mi dispiace leggere dell’ennesimo incidente in quella zona
D’altra parte, i problemi vengono da soli senza andarseli a cercare.
La prima parte di strada venne costruita con strada dritta con svincoli.
Adesso va di moda fare rotonde ovunque, in discesa, interrompendo strade dritte, per portare poi a un centro abitato di 200 persone che ha un’altra uscita un chilometro dopo.
Peggio ancora, rotonda in uscita da una galleria.
Come giustamente sostiene l’autore dell’articolo, le rare occasioni che si hanno per ricostruire tratti nuovi di strada andrebbero sfruttate meglio.
Nessuno dice di non rispettare le regole, anzi. Ciò non toglie che anche chi progetta le strade dovrebbe farle il più possibile dritte, senza ostacoli e prive di potenziali pericoli.
Stefano C
Domenica 20 gennaio 2019, saranno state le 16.30.
Sto rientrando a Reggio dopo il week end passato a casa, su in montagna.
Sulla 63 in direzione valle c’è molto traffico e fin da Felina si forma la classica coda di automobili.
Sono il quarto della fila, procediamo in galleria ad una velocità di circa 80 km/h.
Non mi sfiora nemmeno l’idea di azzardare un sorpasso.
Arrivati all’ultima galleria, quella del Bocco prima della rotonda, 5, dico 5 macchine dietro di me si lanciano in un sorpasso suicida.
Non posso fare altro che rallentare, mettermi il più a destra possibile, e incassare la testa tra le spalle.
I 5 pazzi, perché di pazzi si tratta, riescono a superare indenni la colonna, senonchè… senonchè alla fine della galleria c’è la rotonda.
Si sente il ciocco e, lentamente, uscendo dalla galleria si sente l’odore della gomma bruciata e della plastica che ha sfregato l’asfalto.
Una macchina credo abbia sfondato il guard rail ed è finita nel fosso, pezzi di carrozzeria ovunque…
Le altre 4 accostate poco più avanti, ragazzi giovani col telefonino già in mano, facce spaventate. Ho chiesto se ci fossero feriti.
Nessun ferito e molta stizza e aggressività tra i ragazzi.
Non mi sono fermato.
Questa la cronaca di un momento di paura terribile. Per me e per gli altri.
Credo che senza rotonda il problema per loro sarebbe stata anche la prima curva a destra dopo la galleria.
Grazie a Dio non so nulla degli altri 10 incidenti accaduti, ma ho la certezza che rispettando le regole tanti di questi episodi sarebbero non accaduti.
Luca Fioroni
I limiti di velocità e non solo, dovrebbero servire per evitare incidenti in tratti pericolosi, non per mascherare progettazioni assurde, o condizioni strutturali precarie. Possibile che nessuno dica chiaramente che in tutta la statale da Puianello a Castelnovo non ci sia un tratto in cui sia possibile sorpassare legalmente? A Felina l’unico punto con la striscia tratteggiata ha il limite di 50 km/ora. Se capita il camion o il trattore tutti in fila dietro ai 30….
Provate a uscire un pò dall’Italia e vedrete che le strade le fanno anche con tratti a tre corsie per il sorpasso dei mezzi lenti.
E costano pure meno.
AG
A questo proposito, mi piacerebbe sapere se agenti della municipale, carabinieri e poliziotti fuori servizio (perché in servizio accendono le sirene), nonché politici e progettisti vari, si sparano un’ora e mezza di viaggio a 30 all’ora dietro un trattore, o se sorpassano dove non si potrebbe… e ciò vale anche per i benpensanti che hanno commentato qua sopra.
Andrea
Ottimo articolo.
Segnalo inoltre che il decreto ministeriale del 19 aprile 2006 dice a pag. 4:
“Ie intersezioni possono essere realizzate in viadotto, in corrispondenza di opere di sostegno ed in galleria, escludendo, in quest’ultimo caso, di ubicare Ie aree di diversione e di immissione nelle zone di imbocco e di uscita delle gallerie”
Gianni Marconi