Riceviamo dal Pd della montagna e pubblichiamo due documenti utili alla discussione prevista per il 6 febbraio nella assemblea a Castelnovo sul Piano Attuativo Locale della sanità provinciale. A seguire la replica, sul Punto nascita, del Comitato Salviamo Le Cicogne di Montagna.
IL PD SUL PUNTO NASCITA
Bene Bonaccini, finalmente ottenuto un confronto serio con il Ministero.
La ministra della Salute Grillo, componente 5stelle nel Governo, smentisce i 5stelle emiliani che provano a illudere i cittadini con slogan che rispondono più a facili consensi che a risposte serie, indispensabili quando si parla di sanità e sicurezza. La regione Emilia Romagna, come tutte le regioni italiane, non può riaprire punti nascita che non hanno ottenuto la deroga.
La nostra regione non può riaprire il punto nascita di Castelnovo ne' Monti perché l’autonomia e autorità regionale in ambito di Sanità è sempre soggetta alle leggi quadro nazionali.
Infatti, a fronte delle istanze presentate da regioni e sindaci nei giorni scorsi, la ministra della Salute non ha dato il via alle regioni di riaprire immediatamente i Punti nascita ma, al contrario, ha parlato di una “riflessione” su questo tema. Queste le sue precise parole: “Le mutate condizioni al contesto richiedono oggi una profonda riflessione sulla ponderazione dei rischi, nell’interesse primario delle mamme e dei neonati. In tal senso nelle scorse settimane ho chiesto, tramite la Direzione della Programmazione, di invitare il Comitato Percorso nascita nazionale ad approfondirne le problematiche al fine di inserire una riflessione specifica all’interno del Patto per la Salute".
È comprensibile che i Comitati per la riapertura dei Punti nascita siano solleticati dalle dichiarazioni dei 5stelle locali per una riapertura domani mattina, ma questo non è possibile.
Quello che il Partito Democratico sta chiedendo fin dalla prima ora, finalmente si è avverato: Ministero e Regioni hanno dato l’avvio ad una stretta collaborazione per rivedere, nell’ambito del nuovo Patto per la Salute, quanto stabilito dall’accordo Stato-Regioni del 2010, voluto allora dal Governo Lega-Forza Italia in accordo con le Regioni.
La Regione e il Ministero hanno imboccato la strada più seria, l’unica in grado di mettere a confronto le esigenze dei territori e comunità delle aree periferiche disagiate, tenendo come riferimento inderogabile il dovere di garantire a mamme e nascituri la sicurezza che va garantita al momento del parto.
IL PD SUL PIANO ATTUATIVO LOCALE SANITARIO
Nella nostra Provincia è in corso l’esame della bozza del Pal, che disegnerà il futuro della Sanità nel nostro territorio. Le particolari esigenze della montagna sono state riconosciute da Regione e Conferenza socio sanitaria territoriale, che hanno attivato una via autonoma di realizzazione, attraverso il Progetto Sant’Anna plus, che definisce obbiettivi specifici ed anticipa organizzazione e risorse economiche, assegnate all’ospedale della nostra montagna. L’equilibrio di bilancio di Ausl di Reggio ha consentito di integrare i trasferimenti regionali con risorse di bilancio aziendali. Tre milioni di euro sono già stanziati per il rifacimento ed ampliamento entro il 2020 del Pronto Soccorso. Altri fondi permanenti sono stati impegnati nella assunzione in potenziamento di 10 infermieri e 6 medici.
L’idea portante del nuovo Pal è la creazione di una rete di ospedali, resa possibile dalla unificazione di Ausl e Azienda Santa Maria Nuova, in cui ogni ospedale garantirà prestazioni di base per i propri utenti e verrà qualificato per erogare prestazioni specialistiche individuate, per gli utenti di tutto il territorio provinciale.
L’architrave della rete ospedaliera provinciale è costituito dalle strutture di Guastalla, Reggio Emilia e Castelnovo ne' Monti, affiancate da presidi ospedalieri a vocazione specialistica.
Quella di Castelnovo ne' Monti è una struttura ospedaliera complessa, dotata di reparti e servizi in misura maggiore di quanto previsto dalle norme per la dimensione di utenza presente sul territorio. Questo obiettivo è stato raggiunto con un lungo percorso centrato sul collegamento con realtà ospedaliere Ausl e, prima della unificazione, con Azienda Santa Maria Nuova, in una visione ampia di sussidiarietà provinciale. La Sanità in Montagna oggi deve confrontarsi con il progressivo calo del numero di abitanti del territorio, con il crescendo dei costi in sanità non supportato da un aumento del Fondo sanitario nazionale ed infine con la difficoltà di reperire professionisti, in questa fase di squilibrio fra domanda ed offerta. La sanità ospedaliera in montagna potrà mantenere le sue articolazioni a due condizioni: che l’Ospedale diventi attrattivo rispetto al resto della provincia e che lo sviluppo della montagna porti ad una stabilizzazione o auspicabilmente ad aumento della popolazione, soprattutto giovane.
L’Ospedale della Montagna deve rispondere nel futuro alle necessità primarie dei nostri concittadini e fornire a questi specifiche prestazioni specialistiche, offerte anche all’utenza esterna.
In questo senso è positivo il potenziamento, già finanziato, del Pronto Soccorso che produrrà ampliamento di organici e spazi, con realizzazione di 4 posti letto di astanteria per tenere in osservazione i casi da approfondire. In attesa dei tempi di costruzione proponiamo, vista l’importanza di tale presidio, che venga anticipata la disponibilità di questi letti di astanteria, allestendoli in spazi già disponibili a seguito della riorganizzazione in corso di altri reparti o ampliando la tipologia clinica dei casi ricoverati in letti di osservazione breve internistica.
Valutiamo positivamente il risultato già raggiunto dell’attivazione dell’auto infermieristica h24.
Abbiamo invece visto con preoccupazione il depotenziamento delle risposte in emergenza psichiatrica, conseguenti alla cessazione della pronta disponibilità degli specialisti psichiatri in montagna, che chiediamo venga ripristinata e siamo stati da subito contrari alla riduzione della pronta disponibilità dei ginecologi, di cui chiediamo il ripristino h24.
Il rafforzamento e la specializzazione delle attività chirurgiche è la strategia efficace per garantire prestazioni di base per i residenti e per fornire all’utenza locale ed extra distrettuale una tipologia di interventi specialistici programmati, da inserire nell'offerta della rete chirurgica provinciale.
La rete organizzativa che sostiene questo sforzo ha dimensione aziendale e comporta la necessità di un costante monitoraggio delle prestazioni erogate e la garanzia di un flusso di informazioni fra Azienda, Amministrazioni locali e Comunità.
Livelli operativi obiettivo in Area chirurgica: Chirurgia generale di bassa e media complessità programmata e risposta ad emergenze chirurgiche ordinarie (es. appendicectomie, colecistectomie, interventi per blocco intestinale non neoplastico etc). Chirurgia senologica oncologica demolitiva (quadrantectomie) e ricostruttiva. Chirurgia urologica, consolidamento della Unità operativa dipartimentale con prestazioni di onco urologia. Chirurgia ortopedica, garanzia di interventi urgenti ortopedici (anche fratture di femore) e specializzazione nella chirurgia ortopedica del piede, interventi programmati per protesi d’anca in pazienti che non presentano criticità anestesiologiche. Chirurgia otorinolaringoiatrica, specializzata in impianti cocleari. Chirurgia oculistica della cataratta, con aumento di attività operatoria. Chirurgia ginecologica, interventi programmati di chirurgia ginecologica e risposta alle urgenze ginecologico ostetriche. Specialità in chirurgia endoscopica.
In particolare rimarchiamo la necessità di rafforzare la chirurgia ginecologico ostetrica e la sua capacità di rispondere ad emergenze, ripristinando la reperibilità dei ginecologi 24 ore su 24. Auspichiamo che il Reparto di Ginecologia possa essere sede di una attività specializzata individuata, per pazienti del distretto ed extra distretto.
Per quanto riguarda l‘obiettivo di riapertura del Punto nascita in Appennino, auspichiamo che il Governo dia mandato di elaborare un modello applicabile alle realtà di tutta la montagna italiana, con superamento dei parametri numerici per costruire un modello di Punto nascita in montagna che dia assoluta garanzia di sicurezza per madri, figli ed operatori sanitari.
Per tutte le prestazioni di area chirurgica si segnala il disagio provocato sull’utenza locale dalle visite preoperatorie e postoperatorie di controllo programmate, da effettuare in altri Distretti. Dobbiamo poter contare su visite ambulatoriali delle specialità chirurgiche a Castelnovo ne' Monti.
Il reparto di Medicina del nostro ospedale dovrò far fronte alle necessità di una popolazione sempre più consistente di anziani; in questo senso le procedure che prevedono ricoveri in ospedale di durata ridotta, devono collegarsi a dimissioni protette a domicilio o a dimissioni di convalescenza in strutture non ospedaliere ma ad alto livello di assistenza, come Rsa.
La programmazione dimensionale di queste strutture e l’assistenza sanitaria domiciliare dovranno seguire la evoluzione delle prestazioni ospedaliere e le necessità sociali del nostro territorio.
È positiva la realizzazione di 2 posti letto per cure palliative, ma chiediamo sia creata la opportunità di non collocarli in Rsa, vista la conseguente riduzione dei posti letto in tale struttura, e proponiamo di realizzarli in spazi ospedalieri oggi a basso indice di occupazione.
Andrà posta attenzione alla disponibilità interna al reparto ed al riconoscimento professionale di specializzazioni internistiche (diabetologia, pneumologia etc.).
Vanno mantenuti i livelli di attività dei Servizi di Oncologia, Dialisi, Diagnostica per immagini, Laboratorio e Riabilitazione. Va mantenuto l’alto livello del Servizio di Anestesia Rianimazione e la dotazione di letti di rianimazione/terapia intensiva.
Il reparto di Cardiologia dovrà sviluppare a pieno il suo ruolo provinciale di Centro di Riabilitazione cardiologica ed attivarsi come Centro di riferimento per la Prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Decisamente positiva è la linea di sviluppo definita per il reparto di Pediatria, con mantenimento degli organici, integrazione fra gli specialisti ospedalieri, del territorio e Pls, impegno per attività specialistiche, letti per piccoli pazienti cronici gravi, indirizzandosi anche ad utenza extra distrettuale.
In ambito di Sanità del territorio, valutiamo come segnale positivo la realizzazione della nuova sede del Dipartimento di Sanità Pubblica in via Boschi, ma chiederemo garanzie sulla organizzazione futura, a fronte delle coperture dei pensionamenti, dei Servizi di Prevenzione (Igiene e Sanità pubblica, Prevenzione e Sicurezza sui luoghi di lavoro, Igiene degli Alimenti, Veterinaria) e di Medicina Legale.
Altrettanto positiva è la realizzazione dei nuovi ambulatori del Servizio Psichiatrico, ma vediamo con preoccupazione la riduzione delle risorse professionali disponibili per il nostro territorio a fronte degli impegni di guardia psichiatrica richiesti in Santa Maria Nuova agli psichiatri della montagna. Altrettanto con preoccupazione vediamo la consistente dimensione dei ricoveri in strutture private e gli accessi in Diagnosi e Cura.
Chiediamo un approfondimento e confronto con le Associazioni di portatori di H e loro familiari sulla organizzazione e risorse assegnate al Servizio di Neuropsichiatria infantile.
Chiediamo garanzie sulla adeguatezza di risorse assegnate a Sert, servizio chiamato a contrastare e prevenire fenomeni devastanti per la nostra comunità come alcolismo, ludopatia e dipendenza da sostanze.
Il Dipartimento Cure Primarie affronta in Montagna criticità particolari: accentuata dispersione nel territorio degli utenti, rilevanza della quota di utenti in età avanzata, numerosità dei nuclei familiari con uno o due componenti anziani, distanze e tempi prestazione più consistenti che in pianura. Queste caratteristiche comportano la non applicabilità di modelli organizzativi che sono invece efficaci in contesti ad alta densità di popolazione, e la necessità di elaborare in stretto rapporto con i Servizi sociali comunali proposte dimensionate sulla nostra specifica realtà.
(Il Coordinamento di Zona montana del Partito democratico)
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LA REPLICA DELLE CICOGNE: "ORA INVECE TOCCA ALLA REGIONE"
Come al solito Tirelli usa i Punti Nascita per provocare e farne una speculazione politica, le donne l’han capito da molto tempo ormai. La sua visione è veramente riduttiva e strumentale. Soprattutto lui non era a Roma. Poiché c’eravamo noi, ecco cosa faremo. Cogliamo il suggerimento del Ministero della Salute e del CPNn incontrati di sollecitare la Regione Emilia Romagna ed la sua Commissione tecnica.
A tale scopo chiederemo un incontro per riferire i pronunciamenti emersi a Roma e chiedere alla Regione di fare passi concertati con il Ministero volti alla riapertura dei Punti Nascita dell’Appennino. Demandare infatti al prossimo Patto della Salute la chiave della riapertura non porterà a nulla di più di quanto sia già possibile fare oggi: riaprire i Punti Nascita nel rispetto pieno degli standard qualitativi e richiedere una rivalutazione del precedente parere di deroga, valorizzando le reali condizioni orogeografiche difficili al fine di superare il vincolo numerico del numero dei parti.
Siamo in contatto con gli altri comitati presenti a Roma per inviare congiuntamente detta richiesta di incontro con la Regione.
Nel merito del punto nascita soppresso, con reparto appena rimesso a nuovo ed organico che rispettava gli standard qualitativi richiesti, da completare solo con h24 pediatrico, si chiede un rapido ripristino del servizio al fine di tornare ad assistere correttamente tutte le fasi di gravidanza, parto e post parto delle donne di questo vasto territorio, oggi non gestite nell’ultima fase.
Come è stato da più voci chiarito, compreso da parte del Comitato punti nascita nazionale (CPNn), si tratta di riesaminare il parere di deroga valorizzando il vero motivo per il mantenimento in attività, a prescindere dal numero di parti: la difficile condizione orogeografica.
Si chiede quindi che la Regione riformuli la richiesta di deroga valorizzando questo aspetto soprattutto tramite la correzione dei tempi e delle distanze del territorio nel suo complesso e non solo dalle sedi comunali. Occorre inoltre informare correttamente il CPNn che il personale medico non è in prestito, come erroneamente riportato precedentemente, bensì appartenente alla unica Ausl di cui anche Sant’Anna fa parte, quindi con carichi di attività superiori ai 2500 parti annui.
Nel mentre, anche in virtù della attesa revisione delle politiche di assistenza al parto attraverso il prossimo Patto per la Salute, si chiede la riapertura del Punto nascita in virtù della piena potestà regionale di tale decisione (il parere ministeriale è solo un atto consultivo di indirizzo) e l’avvio di una progettualità condivisa fra Regione e Ministero per sperimentare nel prossimo futuro nuove forme di presidio del servizio, adeguandolo alle esigenze sanitarie delle aree interne:
- sostenibile con i bassi numeri di partorienti e con la scarsità del personale medico specializzato,
- valido e sicuro nell’assistere i parti a decorso naturale a bassa medicalizzazione,
- ma anche capace di pronta reazione in caso di emergenza con l’attivazione di una équipe specialistica di rapido intervento, di stanza su un Hub regionale ma trasferibile in venti minuti sui Pn di tutto il crinale emiliano a bordo di elisoccorso (utile anche per effettuare il trasporto neonatale d’emergenza Sten).
(Comitato Salviamo Le Cicogne di Montagna)
Mi spiace non trovare nella replica delle Cicogne un confronto sui contenuti del comunicato del Pd. Oltretutto io non polemizzo con il Comitato, sono in democratico disaccordo su strumenti e soluzioni del problema.
Non speculo su mamme e neonati a fini politici; io polemizzo con i partiti che vogliono portare ad incasso alle prossime elezione amministrative la questione chiusura Punto nascita.
Continuare a nascondere il fatto che il ministro ha ribadito che la riapertura si potrà attuare solo a fronte di una revisione dei parametri di legge nazionali è una posizione di parte che vuole dare ai montanari un quadro falso e manipolato. Io non ero a Roma ma ho letto le dichiarazioni di chi c’era; quelle dei 5stelle non combaciano con la dichiarazione della ministra della Salute Grillo, che ho riportato nel comunicato Pd che potete leggere più sopra. Non si può riaprire domani. Governo, Ministero e Regioni devono fare tutti la loro parte, attivare un percorso di approfondimento e collaborare per un obiettivo comune.
Tutto il resto è propaganda elettorale.
Guido Tirelli
Mi onora che il coordinatore del Pd montano non polemizzi con il Comitato che rappresento e mi onora ancora di più che dica che noi nascondiamo il vero!
D’altronde è pratico nel dare patenti e patentini! Ed in questi mesi me ne ha concesse un paio da vero esperto cavaliere!
Non entro nel merito del suo comunicato perché non c’è merito: quello ci sarebbe se chi ha permesso tutto questo, umilmente, desse un segnale di pentimento e rimediasse al servizio sottratto riaprendolo.
Tutto il resto si che è campagna elettorale ed infatti a noi non interessa, per ora!
Nadia Vassallo
Le elezioni si stanno avvicinando e ovviamente coloro che hanno ritenuto opportuno chiudere i punti nascita, adesso hanno magicamente cambiato idea. Ci vogliono illudere parlando di grandi investimenti che faranno nei prossimi anni con il potenziamento di alcuni reparti dell’ospedale, sperando che qualche cittadino creda in queste favole e gli dia il consenso elettorale.
Il mio auspicio è che alle prossime elezioni, sia comunali che regionali, i cittadini aprano gli occhi guardando quello che questa classe politica, che ci governa da decenni, ha fatto.
AZ
Gentile Tirelli,
lei continua a provocare. Le rileggo la sua frase:
“Continuare a nascondere il fatto che il ministro ha ribadito che la riapertura si potrà attuare solo a fronte di una revisione dei parametri di legge nazionali è una posizione di parte che vuole dare ai montanari un quadro falso e manipolato.”
Ora:
– il Ministro non ha detto che la riapertura si potrà attuare solo a fronte di una revisione dei parametri
– ne consegue che chi falsifica e manipola è lei.
Nelle dichiarazioni del Ministro non c’è MAI riportata la parola o il concetto di “riapertura” dei Punti Nascita.
Il Ministro sostiene che occorre valutare l’attualità dell’Accordo Stato Regioni in virtù dei rischi per mamma e bambino.
Questo perché con quell’accordo ci dovranno essere ancora nuove chiusure nella provincia di Reggio: Scandiano e Montecchio non soddisfano il requisito dei 1000 parti minimi anno. Quindi riguarda soprattutto loro quella riflessione.
Per i Punti Nascita dell’Appennino che la Regione ha tagliato, il Ministero continua a dire che sono pronti a rilasciare un nuovo parere di deroga sulla base dei requisiti orogeografici (che valgono a prescindere dal numero dei parti) se la Regione glielo richiede. Basterà mandargli i dati veri e non quelli sbagliati (è un eufemismo) inviati nel 2017 con l’intento di ricevere parere negativo.
Cosa aspetta il Pd e la Regione da lui amministrata a mandare una nuova richiesta?
Ha paura di dire “Abbiamo sbagliato”?
Vuole lasciare nella insicurezza le donne della montagna per partito preso?
Credo che lei e il suo partito dovrebbero riacquisire contatto con la realtà e tornare umani.
Più la girate e più esce odore.
Rispondo ad AZ
Il Partito Democratico non ha magicamente cambiato idea sul Punto Nascita.
Fin dalla assemblea pubblica al Teatro Bismantova di più di due anni fa ci siamo impegnati sul progetto di coniugare nelle aree periferiche il necessario livello di prestazioni sanitarie con la qualità e sicurezza garantite nei centri maggiori.
Altre forze politiche si sono accorte a pochi mesi dalle elezioni amministrative del problema Punto Nascita.
Io credo che i cittadini della Montagna abbiano occhi per vedere l’alto livello raggiunto dall’Ospedale sant’Anna in questi decenni di guida del Centrosinistra.
Il Partito Democratico è impegnato per mantenere e potenziare l’Ospedale con proposte chiare. Sarà un percorso difficile, visti i tagli a Sanità e Fondo della non Autosufficienza, che arrivano da Roma, e la difficoltà di reperire professionisti.
Invito tutti ad un confronto con le proposte contenute nei documenti tecnico politici del Partito Democratico, pubblicati anche su Redacon.
Frasi fatte ed accuse senza contenuti sono solo propaganda elettorale.
Guido Tirelli
Gent dottor Tirelli solo una riflessione, da profano del settore:
Se come risulta dagli atti regionali S.Anna e Santa Maria nuova sono ora una unica entità, le chiedo dove è il problema a reperire professionalità adeguate. Già ci sono visto che l’azienda è unica.
Ci vuole solo la volontà di turnare TUTTI I MEDICI fra i due ospedali garantendo a tutti adeguate cure. Questo è solo buon senso e agire come di solito dice la norma “utilizzando la diligenza del buon padre di famiglia”.
A “buon senso” meglio che si attui una turnazione del personale, piuttosto che far sobbarcare a utenti e pazienti chilometri per sottoporsi a visite mediche.
Scusi il paragone che magari è irriverente, ma sarebbe come se i cittadini dovessero recarsi presso la sede di smistamento del servizio postale per ritirare la corrispondenza, piuttosto che lo stesso servizio garantito dai portalettere.
Mb