Sono passati 75 anni, ma quel freddo giorno di gennaio in cui don Pasquino Borghi venne arrestato e condotto al Poligono di tiro a Reggio Emilia, resta impresso nella memoria della comunità di Coriano, che ancora una volta apre le porte ai famigliari di don Pasquino, ai rappresentanti di tanti comuni, delle associazioni partigiane, e di coloro che sono uniti nel ricordo e nella preghiera. Domenica 27 gennaio, infatti, presso la chiesa di Tapignola, si è tenuta l’annuale commemorazione.
Incrociandosi così da vicino al Giorno della Memoria è impossibile non seguire il filo conduttore del ricordo, un ricordo che è fatto anche di “lieti eventi” come il battesimo. Don Fernando Imovilli durante l’omelia, traccia infatti un parallelo tra il battesimo, inteso come memoria da rivivere, accompagnandolo alle altre memorie della vita: quelle “belle” e quelle “brutte” dalle quali invita a prendere le distanze migliorando come cristiani e “lavorando sul cuore come si lavora la terra.”
La funzione è semplice e solenne: l’altare è colorato dalle bandiere e dai gonfaloni di tanti Comuni e Associazioni, “vicine” agli ideali tracciati da don Pasquino Borghi. Sono presenti Danilo Manari, consigliere delegato della Provincia di Reggio Emilia e sindaco di Ventasso, Paolo Fuccio, sindaco del comune di San Martino in Rio di cui è originario anche Don Fernando Imovilli, Enrico Bini sindaco e presidente dell’Unione dei Comuni Appennino reggiano, Vincenzo Volpi sindaco di Toano, Fabio Ruffini sindaco di Vetto, Rino Simonetti sindaco di Molazzana (Lu), Emanuela Caselli presidente del consiglio comunale di Reggio Emilia, Josè Ghislieri comandante della Compagnia Carabinieri di Castelnovo ne' Monti, i famigliari di don Pasquino, tutti riuniti in un “grazie” collettivo dal sindaco del comune di Villa Minozzo Luigi Fiocchi. È lo stesso Fiocchi a tessere anche le lodi alla comunità di Coriano, al loro forte attaccamento ai valori, e quelle della Croce Verde di Villa Minozzo, attiva nel coordinare gli eventi e per quanto riguarda la preparazione, assieme all’Alpi-Apc e al Centro Studi Fiamme Verdi, dei libretti dedicati a don Pasquino Borghi.
“Ricordiamo che il comune di Villa Minozzo ha tre medaglie d’oro e una d’argento, segno degli uomini forti del territorio”, dice il sindaco Luigi Fiocchi, “uomini da non dimenticare, assieme a quelli che persero la vita al poligono a Reggio Emilia, come Enrico Zambonini, anarchico, con degli ideali, che ha dato tanto per la resistenza. Ricordiamo i sette fratelli Cervi: uomini giovani e pieni di speranza che si sono sacrificati. Ricordiamo gli ebrei nel Giorno della Memoria con la consapevolezza che queste cose non devono accadere, e ricordiamo i 600.000 soldati che preferirono morire pur di non aderire alla repubblica di Salò. Ricordiamoci i tanti uomini e le tante donne che andiamo a commemorare nei nostri territori, e ricordiamo le atrocità commesse dai tedeschi in ritirata. Ricordiamo la storia e chi sta dalla parte giusta”.
Il presidente dell’Alpi-Apc e curatore del cerimoniale commendator Elio Ivo Sassi apre il suo intervento ringraziando le scuole: la dirigente scolastica Giuseppina Gentili e il vice preside Emanuele Ferrari, entrambi presenti e sempre disponibili ad accompagnare gli studenti nell’insegnamento dei difficili anni della resistenza. Il suo ringraziamento va alla comunità di Coriano, “che ci fa sempre sentire accolti e benvenuti”. Spiega: “Don Pasquino ha lanciato un messaggio forte anche se la sua permanenza in questi luoghi è stata breve; ha comunque saputo catalizzare attorno a sé una popolazione attratta dai suoi valori, che tuttora, a settantacinque anni di distanza, porta avanti con orgoglio e dedizione”. Il presidente Sassi ribadisce che è in corso la proposta per creare un museo fotografico su don Pasquino a Tapignola, nei locali della canonica che purtroppo ora sono inagibili e avrebbero bisogno di essere restaurati, ma si tenterà nell’impresa, e chiude ricordando che il 30 gennaio la messa si terrà presso la chiesa di San Pellegrino dove dal gennaio del 2018 sono presenti gli effetti di don Pasquino.
Il vice preside Emanuele Ferrari, coordinatore dei ragazzi della prima media della scuola secondaria di primo grado di Villa Minozzo, spiega che insegnare storia ai ragazzi è difficile, perché non si tratta solo di fare la conta delle tragedie e di imparare date a memoria; significa risvegliare vite e tramandarle, tramandarne la conoscenza e i valori. In questo caso le vite sono due, quella di don Pasquino e di Enrico Zambonini, spiegate ai ragazzi in modo da renderli partecipi nel creare i copioni e interpretandoli, “raccontare narrando”, quindi facendo musica e canto, dai canti tradizionali fino a un campetto del maggio.
I ragazzi di prima e seconda media, assieme ai loro professori Emanuele Ferrari, Ida Morcavallo, Ezio Bonicelli e Maria Amoruso, interpretano attraverso le varie discipline - italiano, storia, musica e arte - questi eventi, riproponendoli in chiave quasi teatrale presso la chiesa di Tapignola. Ecco allora due fanciulli interpretare rispettivamente Enrico e don Pasquino, ripresentandoci la mattina dell’arresto, una mattina fredda ma apparentemente tranquilla, dove “l’acqua della fontana era fredda ma avevo voglia di mettermi in cammino e raggiungere la canonica di Villa dove mi aspettavano per la preghiera”.
Poi l’arresto, il transito nel camion buio, i ricordi legati ai lontani giorni della missione, fin quando apprendiamo, dalla sorella di Enrico, che “è venuto un fascista. Ha arrestato mio fratello, l’ha portato via”. In seguito, la triste verità e la chiusura, da parte della madre di don Pasquino, Orsola, che dice: “Partigiano del bene e della carità, resistente all’ingiustizia e alla violenza. Anche a Tapignola aveva continuato a fare quanto aveva fatto in Africa, il missionario, dando tutto ciò che aveva agli altri, anche se stesso”.
Interviene Tarcisio Zobbi, a nome del centro studi Fiamme Verdi Minozzo, attivo da circa due anni, che spiega l’importanza di riproporre in termini evidenti l’importanza di ciò che furono le Fiamme Verdi, il loro operato nel territorio, alle generazioni future, e il suo plauso va alle scuole e all’ottimo lavoro svolto.
La cerimonia prosegue con la deposizione della corona presso il cippo di don Pasquino: né il freddo né il nevischio contribuiscono a offuscare questo momento solenne e sentito: la lunga processione si forma dalla chiesa al monumento sotto le note della banda musicale di Villa Minozzo, e dopo la deposizione la comunità di Coriano offre un lauto banchetto, che ancora una volta ha il potere di farci sentire accolti e ben voluti. Nel desco conviviale proseguono i discorsi con le autorità religiose e civili, tutte riunite sotto un unico tetto nel segno della memoria, dove in questa piccola ma amatissima chiesa il ricordo prosegue, più che mai vivo, allietato dal suono, ancora rigorosamente a mano, delle campane che annunciano l’arrivo del mezzogiorno.