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Bini e il gruppo Insieme per il Sant’Anna intervengono in merito alle parole del dottor Cordella sui Punti nascita

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“Resto davvero esterrefatto dalle dichiarazioni del dottor Carlo Cordella sul Punto nascita di Castelnovo, e l'attacco al Comitato Salviamo le Cicogne che presuppone una critica a tutti coloro che, uomini ma soprattutto donne dell'Appennino, si sono impegnati per anni, prima per cercare di salvaguardare e ora per richiedere una riapertura del servizio”.

Il sindaco Enrico Bini interviene sulle parole del medico riportate oggi anche dal sito Redacon sul tema dei punti nascita. “Solo su una cosa concordo con Cordella – prosegue Bini –, ossia sul fatto che a livello nazionale si stia avvertendo una forte carenza di medici specializzati, soprattutto su alcuni settori, che sta mettendo in difficoltà in particolare gli ospedali periferici, che ovviamente vengono sempre messi agli ultimi posti se un professionista ha la possibilità di sceglierli in una rosa che comprenda anche grandi ospedali cittadini.

Di questa situazione di “imbuto formativo” abbiamo avuto modo di parlare già da tempo come una delle cause che ha portato alle difficoltà dei Punti nascita appenninici. Però credo che poi Cordella scada decisamente, quando per sostenere la sua idea che sia stato giusto chiudere il Punto nascita di Castelnovo, non fa nemmeno riferimento alcuno al criterio della sicurezza, che è stato posto alla base del numero minimo di 500 parti all'anno imposto nel 2010 che, attraverso diversi canali, stiamo chiedendo di rivedere, ma invece adduce come motivazione il fatto che reperire medici per Castelnovo vorrebbe dire sottrarli ad altri ospedali provinciali. Ospedali che magari hanno alternative per questo servizio specifico a 10 minuti di auto, rispetto agli 80 – 90 che dalle borgate più remote del crinale sono necessari per arrivare a Reggio, peraltro in assenza di condizioni meteo avverse. Ospedali che non sono neanche in zone orografiche disagiate, per cui quel parametro numerico minimo, che pure non riteniamo debba essere quello su cui basarsi e chiediamo di rivedere, non sarebbe di 500 bensì di 1000 parti annui, ampiamente disatteso.

Non si continui però, lo dico da tempo, a ragionare in questi termini, ma si imposti una revisione su scala provinciale, e volendo anche interprovinciale con gli altri territori appenninici che si sono visti chiudere il punto nascite (e per i quali Castelnovo sarebbe baricentrica), per garantire un servizio che possa essere accessibile in tempi non dico rapidi, ma almeno accettabili. E l’accenno di Cordella ad un presunto “egoismo territoriale” di chi, con sforzi e sacrifici, sceglie di rimanere a vivere in montagna, è semplicemente irricevibile”.
A quello del sindaco si aggiunge anche un commento del gruppo Insieme per il Sant’Anna, che riunisce realtà sociali, associazioni di categoria e di volontariato e comitati che da alcuni anni lavorano per la tenuta e il mantenimento di un buon livello dell'Ospedale castelnovese.
“Siamo molto sorpresi che un professionista dell’Ausl possa fare esternazioni simili, che criticano il nostro Ospedale, che il dottor Cordella peraltro conosce avendoci lavorato, e i professionisti che al Sant’Anna operano, oltre all'intera comunità dell’Appennino. Cordella afferma che non si farebbe operare a Castelnovo: è un’affermazione gravissima, e non ne capiamo l’obiettivo, così come non comprendiamo come sia stato possibile che spazio a tali esternazioni sia stato concesso dall’Ausl sui propri canali. Chiediamo conto all’Ausl di queste dichiarazioni, e ci attendiamo chiarimenti, in quanto minano i progetti e le azioni in corso per la tenuta e la valorizzazione del Sant’Anna”.

2 COMMENTS

  1. Caro Cordella, stavolta l’hai fatta grossa! Mi chiedo cosa ti è sovvenuto nella mente di scatenare un tale putiferio… sei arrivato a dire che all’Ospedale di Castelnovo ne’ Monti non ti faresti operare. Non so se hai ragione o meno; io manco dall’Ospedale di Castelnovo ne’ Monti dal 2004 per cui posso solo dire (e l’hai sperimentato anche tu negli anni in cui hai lavorato qui) che in questo Ospedale abbiamo visto lavorare fior fiore di professionisti, fare interventi chirurgici che mai avevamo visto al Policlinico Universitario di Modena. Vi ricordate i vari Berri, Leoni, Gazzotti, Boschi, Spaggiari, Bigazzi, Bertani, De Sessa, Gandolfi, Sciaboni, Rotini e Mercuri (dal Rizzoli venivano ad eseguire interventi col Dott. De Sessa) ecc? (Mi scuso ma la memoria a volte dimentica qualcuno). Se davvero vedi davvero questo sfascio in questo Ospedale di montagna, perché non chiedi di poter essere mandato a lavorare per la giusta causa del popolo dei montanari? E aggiungo… stasera e domani sera si preannuncia una situazione meteorologica ideale per provare l’ebbrezza di un viaggetto dall’alto crinale verso il posto sanitario più vicino!
    Caro Cordella, stai sereno e buon lavoro.

    Dott. Cavana

    • Firma - Dott.Cavana
  2. Se le esternazioni di una sola persona, per quanto autorevoli possano essere – e al di là di dove sono state espresse, e di chi vi ha dato spazio, il che costituisce problema a parte – arrivano a destar sorpresa e a minare “i progetti e le azioni in corso per la tenuta e la valorizzazione del Sant’Anna”, viene da pensare, con qualche comprensibile preoccupazione, che il futuro dell’Ospedale montano sia abbastanza “in bilico”, e sospeso ad un filo piuttosto sottile, che speriamo non abbia a spezzarsi (a noi utenti non resta dunque che incrociare le dita).

    P.B. 22.01.2019