Lettori pressoché unanimi. E un imprenditore di pompe funebri spiega la situazione peggiore nel resto della provincia. “Affollamento? Massimo 10 casi all’anno, ma è anche vicinanza tra famiglie, come nel caso di ieri”. L’alternativa? “Esporne una alla volta e parcheggiare le salme”
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Siamo orgogliosi della nostra camera mortuaria, i problemi sono altri, stare uniti con i famigliari di altri defunti crea unione. Dopo la lettera che lamentava l’affollamento con sei defunti delle due stanze mortuarie di Castelnovo, potrebbe riassumersi così il succo di una giornata ricca di commenti e di spunti, tra cui la nostra intervista a una importate impresa funebre della montagna.
Va prima specificato, però, che, nel caso citato negli spazi di via Pieve, sono quattro le famiglie che, nel lutto, hanno celebrato questo momento di preghiera in contemporanea e tre di loro erano tutte di Campolungo.
In risposta alla lettera – denuncia, ad aprire le danze dei commenti è una lettrice, Normanna, che sulla nostra pagina Facebook scrive: “non vedo il problema, è successo altre volte di avere le stanze piene. Direi che mancano più di rispetto quelli che vanno in visita o ai rosari a chiacchierare, così come ai funerali”. “Ci si attacca a cose davvero insulse – le fa eco Elena – sono stanze grandi e non ci sono mai stati problemi. Il rispetto lo si porta quando sono vivi, lì ci si va a far visita o ci rimangono le famiglie. E il rispetto è nel non fare casino, nell’alternarsi a entrare e a non bivaccare lì”. I commenti hanno, in prevalenza, questo tenore, anche se c'è chi chiede rispetto per chi ha espresso, per quanto in maniera forte, la propria opinione.
“Sovraffollamento della camera mortuaria castelnovese ci può essere tra le 3 e le 10 volte in un anno - spiega un noto imprenditore del settore intervistato da Redacon -. Come ci si comporta in questi casi? Si pongono 2-3 salme in ogni camera di esposizione, ma più spesso si ha una salma per sala. E’ assurdo dal punto di vista logistico, tecnico ed economico: costerebbe 1 milione di euro realizzare una camera mortuaria da dieci posti con i parametri igienico sanitari moderni, una spesa insostenibile per un uso sporadico. Oppure in quello stesso ambiente si potrebbero realizzare tre di sale espositive per una salma sola, ma le altre, dovrebbero quindi restare in sosta in uno spazio dove i famigliari non potrebbero accedere”.
E rispetto agli altri territori?
“La camera mortuaria di adesso è più che decorosa ed è una delle migliori rispetto al resto della provincia. Quella di Montecchio è molto peggio della nostra. Quella di Scandiano ha solo quatto luoghi espositivi. A Reggio il decoro non lo si ha in sale dove ci sono cinque o sei salme per volta. Soprattutto le altre camere mortuarie della provincia hanno un utilizzo delle stesse ‘parzializzato’”.
Cosa significa?
“Che a differenza che da noi, dove come da tradizione la salma viene immediatamente esposta dando libero accesso ai famigliari per tutta la giornata, altre camere mortuarie hanno tempo di esposizione fisso dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 17, altre hanno solo quattro sale espositive ma…”
Ma?
“Ma è possibile esporre solo una salma per sala”.
Quindi una soluzione ottimale?
“No, perché le altre salme devono restare ‘in parcheggio’ sino a quando non si libera una sala. Da noi invece c’è l’abitudine di rendere omaggio subito e per lungo tempo alla salma”.
A Castelnovo invece?
“Siamo fortunati a potere esporre più salme, a volte anche otto, ma i famigliari hanno sempre avuto accesso subito al defunto. Noi siamo molto più ‘affettivi’ di altre zone e, il sovraffollamento, a volte significa aggregazione, come nel caso citato. In una decina di casi all’anno può sembrare che questa aggregazione di salme non sia rispettosa, ma forse non in questo caso dove i defunti erano dello stesso luogo. Disporre una salma per stanza è come accade a volte in pianura, dove la gente non si conosce, qui invece ci conosciamo tutti. E il rosario vale per tutti se ci si conosce!”
Però questo scatena la confusione…
“Può accadere nel porgere il lutto, ma credo che questo sia normale”
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AGGIORNAMENTO: la risposta dell'AUSL
In merito alla situazione lamentata dal sig. Luigi Monti relativa all’esposizione di sei salme nella giornata di domenica 20 gennaio nelle Camere Ardenti dell’Ospedale S. Anna di Castelnovo Monti, spiacenti nell’apprendere del disagio vissuto, teniamo a evidenziare che si è trattato di una situazione del tutto eccezionale.
Le Camere Ardenti dell'ospedale montano contano 2 stanze di esposizione, ciascuna con capienza di 4 feretri. Per determina della Comunità Montana, l’ospedale svolge anche il servizio di Obitorio Consortile come Camera Ardente per i casi in cui la struttura di decesso non si presti logisticamente a tale funzione. Per questo motivo vengono esposte anche salme di persone decedute non in ospedale.
Nello scorso fine settimana erano presenti, come detto, 6 feretri di cui 3 provenienti dal territorio. Il Regolamento di Gestione delle Camere Ardenti prevede che le imprese di onoranze funebri, scelte dai congiunti del defunto, rispettino una serie di adempimenti logistici tali da garantire a tutti la dovuta fruizione degli spazi.
I dati 2008 hanno visto un totale di 377 salme esposte (delle quali 115 di provenienza esterna all’ospedale) per un periodo di circa 48 ore, il che equivale a una media di due salme esposte ogni giorno entro spazi che prevedono una capienza massima di otto. Capita che nei week end, quando la sosta dei feretri è più lunga a causa della chiusura del servizio anagrafe, il numero salga a 3 oppure a 4 mentre in altri giorni può verificarsi che non ce ne sia alcuno.
Quanto al riferimento all’inadeguatezza dei locali, si fa presente che questi sono oggetto di regolare manutenzione ordinaria e, quando necessario, di interventi straordinari tesi al rispetto degli standard previsti dalle normative. Nello specifico, interventi di manutenzione ordinaria sono previsti nell’imminente progetto di riqualificazione dell’edificio c.d. "Palazzina Ex Suore" nel quale, al piano terra, sono situate le Camere Ardenti.
Ma nel lutto e nel raccoglimento non credo che sia il caso di dare peso al sovraffollamento, anche io ho passato brutti momenti in quelle stanze ma il pieno non mi pesava, era troppo il dolore e nel contempo la speranza in Cristo.
Anonimo
A mio avviso la Direzione Sanitaria dell’0spedale, dovrebbe dare chiarimenti o quantomeno una risposta alla lettera del Sig. Luigi Monti
Sandro Corsini.
sandro corsini