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Quando i Longobardi conquistarono la fortezza bizantina di Bismantova? Intervento di Furio Isolani

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foto Ines Bernardi

Riceviamo dall'autore e volentieri pubblichiamo.

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Le riflessioni esposte in questa indagine prendono l’avvio da elementi individuati in un ambito geografico circoscritto, l’Appennino reggiano, ma arrivano a fissare alcuni punti conclusivi, in buona parte nuovi, di carattere generale, tali cioè da illuminare qualche aspetto delle oscure vicende attraverso le quali si svolse l’espansione dei Longobardi nell’Italia settentrionale.

L’occupazione longobarda dell’Appennino tosco-ligure-emiliano e la difesa bizantina dello stesso costituiscono un argomento di studio da privilegiare. Lo scenario territoriale è dato dalla Garfagnana e dalle zone appenniniche limitrofe, tenendo in debito conto la situazione politico-militare dei centri padani e della Tuscia settentrionale. È in questa area che si stabilizzò in seguito alla spedizione militare di Agilulfo – fino alla conquista della Provincia Maritima Italorum da parte di Rotari (1) – un vero e proprio corridoio che collegava Pavia ed il ducato di Lucca.

Diciamo subito che il territorio reggiano, nella grande scarsità di notizie che caratterizza la fine del secolo VI e la metà del VII, l’arco di tempo entro il quale presumibilmente, in più riprese (2), ne fu portata a termine la conquista, compare soltanto due volte nelle esigue ed incertissime fonti. La stessa Gina Fasoli (3), che ha proposto una cronologia della progressiva erosione dei territori  bizantini dell'Appennino tosco-emiliano-ligure da parte dei Longobardi, per il Reggiano, non entra nei particolari, collocando la conquista di Bismantova nel 610. Viene prospettata, invece, dal Dall’Aglio (4), l’ipotesi che i longobardi, già padroni di Parma, di Piacenza e di Reggio già durante il regno di Autari (584-590), si siano impossessati di Bismantova nel 593. Lo storico reggiano Gherri pone la presa di Bismantova addirittura nel 727, durante la famosa offensiva del re longobardo Liutprando (5). Infine, in un recente articolo del 2013, Isolani (6), mentre concorda con Dall’Aglio per quanto riguarda la conquista di Reggio nei primissimi anni della presenza longobarda in Italia, l’Autore ritiene che Filattiera non sia stata conquistata da Agilulfo (bensì da Rotari) insieme a Bismantova e che, quest’ultima, sia stata presa nel 594.

Alla luce di ulteriori ricerche, da me compiute sul territorio reggiano (7), credo che l’argomento in questione deve esser analizzato ulteriormente. Bismantova, come tutti gli storici concordano, non fu certo conquistata durante il regno di Alboino (568-572), ma neppure resistette, insieme al Verabolo, fino al 727 alla pressione longobarda. Se il termine ante quem per la conquista longobarda di Bismantova è il 727, il termine post quem è il 594, anno della famosa spedizione nell’Italia centrale del re Agilulfo. Vediamo, ora, di ridurre questa incertezza cronologica, spostando ulteriormente il termine post quem.

Il passaggio dell’abate di Bobbio Bertulfo da Bismantova nell’anno 628 di ritorno da Roma, dove avrebbe ottenuto da Papa Onorio I la bolla di esenzione del monastero e la sua sottomissione alla sola Santa Sede, è una sorta di punto fermo nella storiografia reggiana e non solo. Da questo episodio tutti hanno concordato che Bismantova, prima del 628, fosse stata conquistata dai Longobardi, poiché se un abate longobardo in missione ufficiale accompagnato da una scorta regia passa e sosta in un determinate posto, quel territorio è indiscutibilmente longobardo. Questo teorema pare inattaccabile, se non che c’è una premessa che non solo mette in discussione questa deduzione, ma addirittura la nega decisamente. Seguendo nuove ricerche di diplomatisti sul Liber Diurnus di Bobbio è stato scoperto che quest’ultimo sarebbe servito come modello per creare una falsa bolla di Onorio I, quindi, tutto il teorema sul passaggio da Bismantova di Bertulfo e la conquista longobarda viene a cadere.

Inoltre, il racconto  di  Giona, parlando  di  Bismantova, non lontano dalla quale l’abate avrebbe pernottato la notte del 28 giugno 628, riporta: “[…] et prope Castrum, cui Bismantum nomen est, venissemus, tanta vis febrium Bertulfum oppressit [….]”, specificando che la notte venne passata, però, “tenso territorio aspera in loca” e non, bada bene, a Bismatova. Questo brano ci fornisce altre informazioni interessanti. Nel medioevo documenti falsi sono stati   esemplati  spesso  su  autentici, quindi, ad esempio, se vengono citate delle località come proprietà ab antiquo di un vescovo od a un duca, nonostante la falsità delle pretese, le località in questione esistevano davvero in quegli anni. Nel caso di Bismantova – che certamente esisteva nel 628 – ci chiediamo: come mai, se Bismantova era longobarda, l’abate febbricitante avrebbe pernottato all’aperto ? La risposta non può essere che una: Bismantova era ancora una fortezza bizantina (8), quindi la scorta regia longobarda e Bertulfo non potevano pernottare in un castello imperiale.

Abbiamo così ridotto l’indeterminatezza cronologica, riguardo alla conquista longobarda di Bismantova, alzando il termine post quem al 628. Affermando che Bismantova non è stata conquistata da Liutprando nel 727, dobbiamo dedurre che i nostri sospetti ricadono su due importanti re che hanno compiuto conquiste territoriali: Rotari (636-652) oppure Grimoaldo (662-671). Il primo ha conquistato la Provincia Maritima Italorum, nonché conquistato Oderzo e Modena, in un lasso di tempo che va dal 639 al 643, il secondo ha riconquistato Oderzo ai Bizantini e fatto altre imprese guerresche: entrambi, quindi, possono aver conquistato porzioni dell’Appennino e quindi Bismantova.

Giona scrive il brano riguardante il passaggio presso Bismantova e l’uso del passo Pradarena nel 642 (cioè l’anno prima della conquista rotariana della provincia costiera bizantina), e quindi è ovvio che Bertulfo non avesse utilizzato nel 628 la Cisa, poiché quest’ultima era in mano agli Imperiali. Rotari rimane quindi pienamente in gioco, anche se nell’esposizione dettagliata delle sue conquiste non viene citata Bismatova. Il re Grimoaldo da Pavia si sposta in Toscana nel 668 ed usa il passo della Cisa (9), come probabilmente aveva fatto nel 662 quando aveva preso il potere, muovendo da Benevento. Quest’ultimo, però, ha compiuto azioni militari contro i Bizantini, ma esse riguardano solo la presa di Oderzo ed un raid punitivo contro Forlimpopoli, quindi non sappiamo nulla di eventuali conquiste territoriali riguardante l’Appennino emiliano.

Soltanto la ricerca archeologica ci potrà fornire la verità, lo storico può solo avanzare  delle ipotesi plausibili. Concludendo, non si va lontani dal vero supponendo che in seguito alla famosa battaglia dello Scultenna (643), le forze bizantine, a causa delle gravi perdite subite, non avessero potuto soccorrere la Provincia Maritima Italorum sotto  attacco  e neppure l’isolato fortilizio di Bismantova (collocato non molto distante dalla famosa battaglia dello Scultenna). L’esercito esarcale, quindi, preferì lasciare al suo destino la provincia costiera e Bismantova, ripiegando ed attestandosi nel Verabolo, dove resistette fino al 727. Dobbiamo inserire la conquista longobarda di Bismantova nell’ambito dell’offensiva sferrata da Rotari contro la provincia costiera bizantina, cioè nell’anno 643.

NOTE

  1 La conquista della Lunigiana e dell'attuale Liguria, che allora portava il nome di Provincia Maritima Italorum, venne effettuata dal re longobardo Rotari nel 643.

 2 ISOLANI 2015. Nello studio su Castellarano appare chiaro che l’Appennino reggiano venne conquistato in un secondo tempo rispetto alla pianura. Infatti, se Reggio, sin dai  primissimi anni della loro presenza in Italia, divenne longobarda (credo già durante il regno di Alboino), i distretti di Castellarano e Bismantova resistettero almeno fino all’età di Agilulfo (590-616). Per queste fortezze vedi Isolani 2013 ed Isolani 2014.

3 FASOLI 1949 – 1950.

4 DALL’AGLIO 1979.

5 GHERRI 2010. Il 727 è una datazione troppo alto per la conquista longobarda di Bismantova. Non può essere un caso che Paolo Diacono, quando parla delle conquiste di Liutprando, non citi un importante centro come Bismantova : l’unica ragione dell’omissione risiede nel fatto che la conquista era già avvenuta. Inoltre, quando lo storico friulano descrive la  provincia delle “Alpes Appenninae”, ricorda che una volta era unita a quella della “Alpes Cottiae” e, descrivendo i centri appartenenti a tal provincia, sottolinea che essi si spingono ad occidente fino a Pavullo del Frignano (il fortilizio di Verabulum ) : anche questa è una prova indiretta che la conquista di Bismantova è precedente alla creazione del nuovo distretto difensivo bizantino delle “Alpes Appenninae”, che si è iniziato a formare sul finire del VI secolo.

6 ISOLANI 2013.

7 Sto terminando un ampio lavoro sulla lenta conquista del territorio reggiano da parte dei Longobardi

8 Il fatto che l’abate Bertulfo sia transitato vicino a Bismantova, ma non per Bismantova, apre due  problemi di non facile soluzione : quale strada ha utilizzato nello scavalcare il crinale appenninico Bertulfo nel 628 ? quale strada usò il re Agululfo nel 594 per recarsi nell’Italia centrale passando da Lucca ? Allora, forse, dobbiamo dedurre che i due personaggi sopra citati non usarono  la “via dell’Enza” (riconosciuta da alcuni studiosi come la famosa Parma-Lucca) che transita per il passo Pradarena ?

 9  PAOLO DIACONO, Historia Langobardorum, a cura di A. Zanella, Milano 1991 : Liber V, 27

FONTI

 Paolo Diacono, Historia Langobardorum, a cura di A.Zanella, Milano 1991.

BIBLIOGRAFIA

Bottazzi G. , 1993 , Bizantini e Longobardi nell’Appennino tosco-emiliano-ligure, in La Garfagnana : storia, cultura ed arte, Modena : 31 – 71.

Dall’Aglio P.L. , 1979, Considerazioni storico-topografiche per la datazione della presa da parte dei Longobardi di Bismantova e Filattiera, in “Archivio Storico per le Provincie Parmensi”, XXXI-IV serie : 41 – 51.

Fasoli G. , 1949-1950, Tappe ed aspetti dell’avanzata longobarda su Bologna , in “L’Archiginnasio”XLIV-XLV : 149 – 160.

Gherri P. , 2010, Sulle tracce del Limes bizantino dell’Emilia occidentale attraverso il santoriale parrocchiale appenninico, in “Bollettino Storico Reggiano”, XLII.

Isolani F. , 2013, La spedizione militare di Agilulfo contro Perugia (594) ; alcune considerazioni , in “Studi Senesi”, CXXV (III serie – LXXII), fasc. 1 : 166 – 172. ;

Isolani F. , 2014 , Castellum Oloriani in età agilulfiana (590-616) : un fortilizio bizantino , in “ReggioStoria”, XXXVI, fasc. 2 (aprile-giugno) , 19 – 21.;

 

 

 

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