SocialMonti
Questa rubrica vuole essere un luogo di spunti per stimolare una riflessione corale e collettiva su temi di attualità. L’idea è quella di partire dal nostro territorio verso cerchi più ampi, o vice versa ascoltare gli echi lontani e portarceli vicini.
(Ameya Canovi *)
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Il concetto di confine tra sé e l’altro implica molte sfumature.
Parlare a voce alta al telefono in luoghi pubblici è segno di invadenza.
Nelle sale d’aspetto, in treno, in bus, in metro, in aeroporto o per strada si tende a non tenere presente che non si è soli.
La nostra voce può diventare molto invadente.
Non siamo i padroni del mondo e magari gli altri non hanno voglia di ascoltare le nostre conversazioni e non sono interessati ai fatti nostri.
Ricordiamocelo quando siamo in mezzo agli altri, nella natura e in contesti non ristretti come le mura di casa.
“Il silenzio è la gentilezza dell’universo”. (Abdelmajid Benjelloun)
*Ameya Gabriella Canovi è PhD, docente e psicologa, si occupa di relazioni e dipendenze affettive. Da poco ha terminato un dottorato di ricerca in ambito della psicologia dell’educazione studiando le emozioni in classe. Ha un sito e una pagina Facebook “Di troppo amore”.
In questa rumorosa vita,sempre più stressata ed ansiogena,
quanto è prezioso apprezzare la bellezza del silenzio, un silenzio
che ha molto da dire, ma in maniera ben più gentile.
“Il silenzio è puro. Il silenzio è sacro.
Unisce le persone perché solo chi si sente a proprio agio in compagnia di un altro può fare a meno di parlare. Questo è il grande paradosso.”
(Nicholas Sparks)
Massimo Gualtieri