Una sede di oltre mille metri quadrati di recente edificazione è stata inaugurata sabato mattina in una cerimonia pubblica a Castelnovo ne’ Monti svolta alla presenza delle autorità e della cittadinanza.
Nei quattro piani del nuovo edificio situato al civico 6 di via Boschi trovano posto i servizi di Igiene Pubblica, Medicina Legale, Sanità Pubblica Veterinaria, Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro e il Centro di Salute Mentale, mentre al piano interrato è allestita una sala riunioni da 25 posti.
La palazzina è stata realizzata secondo moderni criteri impiantistici, antisismici e di isolamento e ha preso il posto della sede storica demolita nella fase inziale del progetto.
Alla cerimonia sono intervenuti il Direttore generale dell’Ausl Irccs di Reggio Emilia Fausto Nicolini, il Presidente della CTSS e Sottosegretario alla Presidenza della Regione Giammaria Manghi e il Sindaco Enrico Bini oltre al direttore dell’ospedale Sonia Gualtieri.
Il completamento del progetto vede riunite funzioni prima collocate in tre diverse sedi. Questa soluzione comporta un miglioramento nel servizio ai cittadini sotto il profilo della qualità – con un punto di erogazione unificato del Dipartimento di Sanità Pubblica – e sotto il profilo logistico. Sono stati razionalizzati i percorsi, eliminate le barriere architettoniche e agevolato l’accesso grazie alla prossimità della sede con il centro storico della cittadina. La nuova sede ha consentito, inoltre, di ampliare gli spazi a disposizione del Dipartimento di Salute Mentale con la realizzazione del nuovo Centro di Salute Mentale dedicato ad attività di tipo ambulatoriale.
Nell’occasione è stata presentata anche la riqualificazione della sede dei servizi distrettuali e di cure primarie situata nella vicina via Roma, acquistata dall’Azienda nel 2012 dalla Comunità Montana e già sottoposta, allora, a un primo intervento di riqualificazione interna.
Il recente intervento ha riguardato principalmente le facciate esterne e il manto di copertura con soluzioni finalizzate all’isolamento termico e al miglioramento dell’assetto antisismico. È stato completato, infine, il superamento delle barriere architettoniche.
Entrambi gli interventi rientrano nel progetto di rinnovamento finanziato con fondi ministeriali e regionali per un importo complessivo di 2.992.000 di euro, dei quali 2.491.000 sono stati impiegati per la sede di via Boschi.
“Con questa inaugurazione si completa una programmazione per investimenti su strutture sanitarie del distretto montano che, negli ultimi 20 anni, ha raggiunto la considerevole cifra di 33 milioni di euro, di cui 18 negli ultimi 8 anni, con una media di oltre 2,3 milioni di euro all’anno – ha commenato Fausto Nicolini – Questo dimostra che l’azienda ha sempre investito nella sanità della montagna ed in particolare nell’Ospedale Sant’Anna, che, da solo, ha assorbito oltre 29 milioni di euro. L’entità e la rilevanza di questo impegno è ancora più importante se si considera che non sono ricompresi gli investimenti per tecnologie, ma solo quelli per la riqualificazione edilizia ed impiantistica. Non abbiamo finito: è in corso la progettazione esecutiva per la riqualificazione del Pronto Soccorso per circa 3 milioni di euro, di cui 2 da finanziamento regionale.
“Una giornata importante per la sanità reggiana e per l’intera comunità, perché viene consegnata ai cittadini una struttura nuova, moderna, facilmente raggiungibile, dotata di spazi ampi e confortevoli e capace di accentrare, e quindi migliorare, l’offerta di tanti servizi – ha affermato il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale e presidente della Conferenza territoriale sociale e sanitaria, Giammaria Manghi – Tutto ciò grazie a un buon lavoro di squadra svolto assieme ad Azienda sanitaria e Comune e alle risorse, quasi 3 milioni di euro, stanziate dal Ministero e dalla Regione per questo intervento e per la riqualificazione della sede di via Roma. Continueremo a rafforzare il nostro impegno – ha concluso Manghi – per qualificare sempre più il welfare e la sanità, soprattutto nelle aree montane, alle quali il bilancio di previsione 2019 della Regione, recentemente approvato, destina ingenti risorse”.
“Questa nuova struttura è molto importante per il territorio, un territorio che ha nella salvaguardia e il consolidamento dei servizi, quelli sanitari soprattutto, un’esigenza molto forte e sentita dalla comunità – ha commentato Enrico Bini – Ringrazio l’Ausl, così come la Regione, per l’attenzione al territorio e ai servizi, espressa attraverso questa realizzazione, ma anche attraverso gli investimenti previsti per la tenuta e il rafforzamento dell’ospedale Sant’Anna, in particolare la ristrutturazione del Pronto soccorso, l’aumento dell’organico tra medici e infermieri, l’attivazione di nuovi interventi chirurgici, la realizzazione del centro di prevenzione cardiovascolare, e altri servizi inseriti anche nella strategia delle Aree Interne con l’obiettivo di migliorare il livello sanitario in modo diffuso in Appennino. Ora auspico di poter aprire un dialogo proficuo anche su altri servizi di cui si avverte la forte necessità, nell’ottica di rafforzare la tenuta socio economica dell’Appennino, e riuscire a garantire un futuro mantenendo le persone che oggi vivono in montagna e magari richiamando domani a vivere qui chi è in cerca di una buona qualità della vita, che al di là dell’ambiente, la socialità, l’economia, la storia e la cultura deve poter trovare l’eccellenza anche nella sanità”.
Quanti milioni, dr. Nicolini! Ma intanto i reparti s’involano (li avete fatti involare)… Come si spiega? Semplice: che s’innalzano contenitori di dubbia utilità a pro di un numero calante d’utenti, costretti a recarsi altrove. Un po’ come rifare la statale a 6 corsie a monte di Castelnovo mentre nel contempo, da decenni, le politiche fanno emigrare le popolazioni. A chi e a che giova? Non c’è forse qualche errore di programmazione? Enrico Bini… si può naturalmente capire la sua presenza lì per dovere istituzionale, ma cosa buona e giusta da farsi sarebbe stata invece quella di non esserci, per mandare chiari segnali di dissenso in quanto rappresentante non tanto di sè stesso o della propria maggioranza, alla ricerca di una riconferma, ma di una comunità, che mi pare non abbia approvato e, quel ch’è “peggio”, non si sia rassegnata al taglio dei servizi. La costruzione di un edificio – esteticamente brutto, peraltro, come oramai si conviene in questo paese – non significa un bel baffo.
(Aldo M.)
P.S. – A semplice titolo di curiosità, visto che le immagini pubblicate non aiutano: qualcuno sa dire quanti cittadini ci fossero all’inaugurazione?