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Nuovo parto in ambulanza: “Bonaccini chiarisca se i suoi sono spot elettorali o intende affrontare il problema seriamente”

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Parti sicuri, sì. Ma in ambulanza. Anche il primo giorno del 2019 in Emilia si è aperto con il parto di una donna ha dato alla luce una bambina in ambulanza. Questa volta è successo nella località Sibano di Marzabotto, lungo la Strada Porrettana. La donna stava per essere condotta appunto all'Ospedale Maggiore di Bologna.

In Regione, è intervenuto il consigliere del gruppo misto Movimento Nazionale per la Sovranità Michele Facci:

"Solamente pochi giorni fa, il presidente della Regione Bonaccini era intervenuto sulla questione dei Punti parto chiusi nelle aree appenniniche, promettendo che avrebbe fatto tutto quanto nelle proprie possibilità per chiedere la revisione dei parametri, fissati a livello nazionale per il mantenimento dei punti nascita negli ospedali. E proprio ieri, lungo la Strada Porrettana, è avvenuto l'ennesimo parto in ambulanza (il secondo nel giro di pochi mesi), a causa dell'assenza di un reparto nascita nei vicini ospedali appenninici di Porretta Terme e di Vergato. A questo punto, non vi sono più alibi: se la Regione intende veramente ridiscutere con il Governo i criteri per mantenere i Punti nascita in deroga nelle zone di montagna, il momento è questo, e non può essere ulteriormente ritardato. Non è infatti più possibile continuare a rischiare con le vite delle partorienti (e dei nascituri), e sperare che il fato le assista nei sempre più frequenti travagli al di fuori delle strutture protette.

Per questo ho appena presentato l'ennesima richiesta all'assessore Venturi, dopo quella depositata all'indomani dell'ultimo parto in ambulanza di qualche mese fa, ed ho richiesto un incontro immediato di assessore e presidente con la Commissione Sanità della Regione. Il confronto in sede di conferenza Stato-Regioni per mantenere i Punti nascita in montagna deve essere infatti avviato senza perdere ulteriore tempo. Se così non avvenisse, dovremmo ritenere che le recenti dichiarazioni del presidente Bonaccini altro non fossero se non mere promesse elettorali, circostanza che non ci sorprenderebbe più di tanto, ma che comunque rappresenterebbe l'ennesimo schiaffo della politica regionale alle legittime istanze di chi vive in Appennino".