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Il cuore di tutti i bambini batte per il “vero” Babbo Natale. “Sono io”

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Per undici mesi all’anno è noto come Giuseppe ‘Bepi’ Lugari, ma a dicembre prende le sembianze del personaggio più amato dai bambini in questo periodo: Babbo Natale. Ora che si riposa dopo le fatiche natalizie, possiamo finalmente intervistarlo a Cavola di Toano, suo paese originario. Lo affianca l’amico di una vita e collega ai tempi del lavoro, Erio Bagni, presidente Aseop (Associazione Sostegno Ematologia Oncologia Pediatrica) di Modena. 

Giuseppe, quando hai iniziato a impersonare Babbo Natale?

Ormai più di 25 anni fa. In realtà io non ci pensavo a fare Babbo Natale, erano i tempi in cui andavo in giro col gruppo della Befana. È stato Tonino Comi, l’allora sindaco di Carpineti e presidente dell’istituto don Cavalletti di Poiago, che mi ha detto “Perché non vieni a fare Babbo Natale qui, quando facciamo la festa dei bimbi alla parrocchia?”. Ho detto “Perché no, lo facciamo!”. Da lì ho cominciato, ogni anno mi chiamano negli asili, nelle scuole della zona, ma anche nel modenese, tra Prignano e Montefiorino, o alle feste natalizie dei paesi. Poi una volta il mio collega Erio, lavoravamo in Telecom, mi ha detto “Vieni giù al Policlinico a Modena, andiamo a trovare i bimbi che purtroppo sono ammalati e devono fare la chemioterapia”. “Va bene” ho detto, “son disponibile”.

Devo dire che non è stato facile, perché io son molto emotivo e quelle cose già mi avevano segnato, per via della malattia di mia madre. Ma così ho cominciato anche lì e ci tengo davvero tanto, ormai sono una ventina d’anni, anche quest’anno ci sono andato. Poi m’han fatto andare anche alla Maserati, avevano organizzato un incontro per i lavoratori coi loro bambini. Ho fatto un giro col pilota, che ho anche tribolato a salirci sopra alla Maserati, perché bisogna sedersi quasi in terra, e gira e gira, quando sono sceso mi son detto “Bello, ma belle le mie renne!”.

A dicembre ho anche degli appuntamenti fissi in zona, a Cerredolo al Cantinone, dove hanno preparato uno spazio apposta per farmi incontrare i bimbi, che mi portano le loro letterine, fanno le foto con me. Mi è capitato che, come regalo, alcuni bimbi mi chiedessero di risolvere qualche loro situazione problematica, che li impensieriva; sono rimasto colpito, i bambini sono molto profondi, e io cerco di dar loro qualche consiglio. Mi dicono i regali che vogliono, che io poi non li conosco mica tutti perché son cose moderne, ma io a loro raccomando sempre: “Dovete fare i bravi non solo fino a Natale, ma anche dopo, che voi bambini siete tutti bravi e buoni, non ce n’è mica uno cattivo; ce n’è qualcheduno un po’ più vivace, ma i bimbi son tutti buoni”.

I bambini si stupiranno tutti di vederti...

Sì, provano a tirarmi la barba e vedono che è vera, mi capitano pure degli episodi particolari. Una volta per esempio, al parcheggio del Policlinico, ero appena sceso dalla macchina, vestito normalmente, in borghese; un bambino, vedendomi, tira per la giacca il papà e gli dice “Ma papà! Ma quello è Babbo Natale vero!”. In estate, al mare, mi capita soprattutto coi bimbi più piccolini, anche se ho addosso solo il costume da bagno, li sento che dicono “C’è Babbo Natale!”. Ma anche i grandi mi riconoscono. Un giorno per esempio, ero a far benzina a Castelnovo, sempre vestito normale, una signora ferma la macchina, scende e mi dice “Ma te sei Babbo Natale! Posso fare una foto con te, che faccio vedere ai miei nipoti che ho incontrato Babbo Natale?”. Ci sono un sacco di signore che vogliono far le foto con me.

Quindi sei Babbo Natale tutto l’anno!

Sì, diciamo che dopo la Befana accorcio un po’ la barba, ma mica troppo perché dopo c’è la festa degli Alpini, e un alpino col cappello e una barba così è il suo, sai te quante fotografie mi fanno?

Immagino! E cos’altro fa Babbo Natale, durante l’anno?

Ho suonato fino a quest’anno il clarino e il sassofono nella Banda di Cavola, ho cominciato attorno al '70 a far musica con l’orchestra, si andava in giro a suonare ai matrimoni, coi miei amici di Morsiano. Gioco anche a ruzzola, sono stato campione italiano a squadre. Due anni fa col mio socio siamo arrivati secondi a coppie, che subito sembravamo i primi, poi abbiam sbagliato e siamo arrivati secondi, ma pazienza. La ruzzola mi fa bene per fare un po’ di movimento, oltre a quello che faccio passando fra una scuola e l’altra, ma passo poi anche dai bar, eh! Perché negli asili e via hanno al massimo del panettone e delle bibite, ma io sono un po’ all’antica e preferisco un bel bicchiere di Lambrusco! Ai bambini che mi dicono che la notte della vigilia lasceranno un bicchiere di latte coi biscotti per me e delle carote per le renne, dico che vanno bene le carote per le renne, ma che è meglio se a me lasciano un bicchierino di vino!

Sono poi anche un nonno, ho tre nipotini. Quando sono andato vestito da Babbo Natale all’asilo del più piccolo, lui era geloso degli altri bimbi che mi saltavano addosso! Ai miei nipoti dico che sono un aiutante di quello vero, che non può arrivare dappertutto.

Qualche evento che ricordi in particolare?

Una cosa che mi è rimasta molto impressa, è quando sono andato a trovare un bimbo ammalato che voleva vedere Babbo Natale. Alloggiava nella struttura vicina al Policlinico, La Casa di Fausta, dove ci sono degli appartamentini per le famiglie dei bambini in cura. La mamma aveva lasciato andare lui ad aprirmi la porta, uno stupore... Una cosa che ti prende proprio lì e che non mi scorderò mai.

Poi la gente mi dice che sì, ce ne sono tanti che si vestono da Babbo Natale, con la barba, ma che io ho la faccia da buono! E quando i bimbi mi chiedono se mia moglie è la Befana, io dico di sì e loro: “Ma potevi prenderla anche più bella!”

E il signor Bagni, che dice? Non è da tutti avere Babbo Natale fra i propri migliori amici.

Senza dubbio. Giuseppe è il vero regalo, non tanto i doni che porta. Lui è sempre disponibile di suo e la cosa importante è che non è falso, è vero, e trovare delle persone vere oggi, non è facile. È una persona vera; non ha bisogno di truccarsi, lui è così dentro.

(I.C.)