Rinviato a data da destinarsi. L’incontro che doveva esserci a Roma tra Comitato Salviamo Le Cicogne di Montagna e Ministero segna un punto di svolta, in negativo, sul delicato tema punto nascite.
La motivazione ufficiale dal Ministero della Sanità è stata: “Perché la composizione della delegazione ministeriale non era al completo per impegni di governo impellenti sopraggiunti, siamo in contatto giornaliero con la segreteria del Ministro che a breve fisserà una nuova data, faremo sapere appena avremo certezza del nuovo appuntamento”. Poi, di ieri, dopo la nota dei Cinque Stelle, la nota del Comitato Salviamo Le Cicogne di Montagna: “Come semplici cittadini, donne, gente della montagna, persone semplici che esprimono il voto ma non appartengono ai partiti, proviamo grande delusione nell’assistere ad uno spregiudicato scaricabarile sull’azione da intraprendere per riaprire il Punto Nascita di Castelnovo e gli altri dell’Appennino. Uno scaricabarile che si consuma sulla pelle di donne e bambini, che ancora oggi, 19/12/2018, sono stati partoriti lungo la strada, senza ginecologo, ostetrica, strumenti dedicati, condannati dai criteri di sicurezza imposti da Venturi e Bonaccini. Uno scaricabarile doppio: la Regione dice che se non cambiano i parametri dell’accordo Stato-Regioni del 2010 non c’è motivo di ripetere una richiesta di deroga. Campa cavallo che l’erba cresce”.
"Il M5S - hanno lamentato le Cicogne dopo la nota di ieri della onorevole Spadoni - si presenta al Ministero della Sanità al posto nostro e noi rimandati a data da destinarsi, e ci fan sapere che il Ministero non farà nulla se non arriva richiesta della Regione. Però informano che loro sono attivi e lavorano per riaprire i punti nascita. Come? Immaginiamo con interrogazioni alla Regione, ma niente verso il governo del cambiamento. Noi non sappiamo se la posizione del Ministero è questa riportata dai 5S, ma se così fosse è meglio saperlo prima di imbarcarci in un viaggio per Roma solo per sentirci dire che loro non possono fare niente. Di frustrazioni e senso di impotenza ne abbiamo già subiti abbastanza, grazie. Non ci piace essere al centro di una prova di forza e di un calcolo politico dall’obiettivo elettorale. Non ci interessa chi la racconta meglio o chi ha ragione, ci interessa chi fa qualcosa per riaprire, chi trova la soluzione anziché complicare le cose. Per questo motivo noi manteniamo assoluta indipendenza dalle forze politiche: la battaglia per la riapertura del punto nascita è il nostro obiettivo e non lo strumento per altri fini, saremo lieti di ringraziare chi finalmente porrà rimedio a questo scempio senza indugio".
Nel dibattito scatenato su Facebook sul tema, interviene la consigliera regionale Raffaella Sensoli: “Dispiace leggere queste parole e spero che la mia spiegazione, e un po' di storia recente, possano chiarire qualche dubbio: la richiesta di deroga deve obbligatoriamente essere presentata dalla Regione in quanto l’organizzazione sanitaria compete appunto, alla regione stessa. Altre, tra cui la Lombardia, l’hanno già fatto circa un anno fa ed hanno riaperto alcuni punti nascita, in quanto quello del Ministero è un parere non vincolante. L’assessore Venturi inviò all’allora Ministro Lorenzin una relazione in cui si evidenziavano i rischi e non i benefici della riapertura ed usò il parere negativo del Ministro per giustificare la decisione di tenere chiusi i punti nascita. Oggi il Ministro è cambiato, Bonaccini si dice disponibile a parlarne, ma ieri è stato bocciato in Regione un nostro emendamento che chiedeva di stanziare risorse per una nuova relazione tecnica ed una nuova domanda di deroga. Ieri purtroppo si è dovuto rimandare l’incontro con le Cicogne, ma non credo sarà tempo perso e, se volete, mi rendo disponibile ad essere presente quando verrà fissata la nuova data per poter agire in maniera congiunta tra Ministero e Regione per ottenere quanto prima il risultato che tutti vogliamo. Cioè la riapertura dei punti nascita di montagna".
Va all’attacco Enrico Bini, sindaco di Castelnovo ne' Monti che dice: “L’onorevole Spadoni continua la campagna elettorale iniziata il 4 giugno in sala consigliare”.
Intanto, i bambini continuano a nascere sulle ambulanze.
C’è da augurare la migliore riuscita all’azione condotta e all’impegno profuso dal Comitato Salviamo Le Cicogne di Montagna, per la riapertura del Punto Nascita – o Reparto di Maternità come mi pare sia stato chiamato da qualcuno alla vecchia maniera – ma nel contempo occorre avere un po’ tutti la realistica consapevolezza che, come principio generale, quando sono state compiute determinate scelte non è quasi mai semplice tornare indietro, e riportare la situazione allo stato precedente (è quello che succede quanto una nuova ed indesiderata tassa o imposta sopravvive a chi l’ha introdotta).
P. B. 21.12.2018