È Gian Luca Sassi (Misto), con un’interrogazione a risposta immediata in Assemblea legislativa, a sollecitare il governo regionale a presentare una nuova richiesta di deroga al governo nazionale con l’obiettivo di ripristinare i punti nascita di Castelnovo ne’ Monti, nel reggiano, Pavullo nel Frignano, nel modenese, e Borgo Val di Taro, nel parmense.
Il consigliere ha rilevato, sul merito, “che L’Emilia-Romagna è l’unica regione italiana a non avere punti nascita nelle aree montane”.
La risposta dell’esecutivo regionale è arrivata dal sottosegretario Giammaria Manghi, riferendo che “l’assessore Venturi ha recentemente chiesto un incontro al sottosegretario di Stato alla Salute per discutere di un’eventuale revisione dell’accordo del 2010”. In assenza di una modifica dei parametri indicati nell’accordo, ha però sottolineato il sottosegretario, “un’ulteriore richiesta di deroga appare immotivata”. Manghi ha poi ribadito che, per la giunta, “la salute e la sicurezza della donna, del bambino e del personale sanitario, nonché la qualità dell’assistenza, sono condizioni imprescindibili”.
A Manghi ha poi replicato il consigliere Sassi, “la decisione di chiudere o riattivare i punti nascita spetta alla Regione Emilia-Romagna, non al governo nazionale”. Mi aspetto, ha quindi concluso, “una presa di posizione da parte della giunta, politica e non tecnica”.