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Spadoni, Ascari e Gibertoni replicano sul Punto Nascita

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"Bonaccini passi dalle parole ai fatti. La competenza è della regione Emilia Romagna”.
Queste le ultime dichiarazioni giunte nella giornata di ieri, 7 dicembre, dalle esponenti M5S Spadoni e Ascari.
“Il Governatore dell’Emilia Romagna vuole un incontro con il Governo per i Punti Nascite? Sarà accolto, ma non basta richiedere un tavolo per dimenticare le responsabilità, le scelte del passato della Regione e le competenze che sono sempre della Regione. Deve essere la Regione a risolverle senza passare il cerino in mano ad altri in vista delle elezioni regionali”. Così la Vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni e la Deputata del MoVimento 5 Stelle Stefania Ascari intervengono in merito all’apertura del presidente della Regione sulla possibile riapertura dei punti nascita di Pavullo nel Frignano, Castelnovo ne' Monti e Borgotaro.

“Bonaccini sostiene che lo scenario sia cambiato – proseguono Spadoni e Ascari – e ne diamo atto. Al Governo non ci sono più i rappresentanti della sua corrente politica e quindi Bonaccini sembra non perdere occasione per mettere in dubbio quello che, secondo le sue stesse parole dell’anno scorso, era un ‘caso chiuso’. Ci chiediamo cosa sia cambiato da allora: l’accordo tra Stato e Regioni del 2010 prevede gli stessi standard di sicurezza, che fissano il numero minimo di parti all’anno a quota cinquecento. Un limite a cui il MoVimento 5 Stelle si è opposto da subito; una decisione che, ricordiamo, è stata presa dalla Regione e non dallo Stato”.

Spadoni e Ascari ribadiscono quindi che “il parere fornito dal Comitato Percorso Nascita Nazionale non è vincolante per le Regioni, ne è un esempio il punto nascite di Cavalese, in Trentino Alto Adige, riaperto a inizio dicembre. Se Bonaccini intende davvero fare qualcosa, può mandare una nuova richiesta di deroga al Ministero della Salute, indicando i dati corretti e tenendo conto dei tempi di percorrenza e delle condizioni atmosferiche a cui si devono sottoporre le persone durante i periodi dell’anno, soprattutto d’inverno, trattandosi di Comuni montani. Nella nuova richiesta di deroga, la Regione Emilia-Romagna dovrà inoltre tenere conto della fusione, avvenuta nel 2017, tra l’Ospedale di Castelnovo ne' Monti e il Santa Maria Nuova di Reggio Emilia”.

In merito alla questione delle competenze, le Rappresentanti del M5S vogliono fare ancora più chiarezza. “Lunedì ho partecipato all’incontro presso il Ministero della Salute con il direttore generale Andrea Urbani – aggiunge Ascari – il quale mi ha spiegato che senza la deroga della Regione il Ministero non può fare niente. Mercoledì 19 avremo un nuovo incontro in Ministero a cui parteciperò con Maria Edera Spadoni. Nell'occasione sottoporremo tale problematica al Sottosegretario, con delega ai punti nascita, Luca Coletto. Bonaccini, se vuole passare ai fatti, si deve unire alle nostre richieste e risolvere in primo luogo lui, come rappresentante della Regione, questo problema.
“Quando lanciammo il ‘Patto della Cicogna’ per riaprire i punti nascite, era aperto a tutti - concludono Spadoni e Ascari - e dal Pd e dal presidente Bonaccini la scorsa estate siamo stati bollati come demagoghi. Prenda atto che la riapertura dei punti nascite nelle zone Appenniniche emiliane sono fondamentali e agisca di conseguenza", concludono le parlamentari pentastellate.

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Sanità. Gibertoni (M5S): rivedere l'accordo Stato-Regioni per riaprire i punti nascita di montagna

Giulia Gibertoni torna a chiedere un ripensamento sui punti nascita di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia), Pavullo nel Frignano (Modena) e Borgo Val di Taro (Parma) dopo che il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha annunciato una riconsiderazione sulla loro chiusura. Proprio per questa apertura da parte del numero uno di viale Aldo Moro, la consigliera del Movimento 5 stelle, con una risoluzione, invita l'esecutivo a "interloquire con il ministero della Sanità per rivisitare i contenuti dell’accordo Stato-Regioni del 2010 perché siano riaperti i punti nascita - scrive nell'atto - e per il futuro non ci sia il rischio di chiusura per altri".

Una richiesta che poggia anche sull'idea che "la chiusura dei punti nascita ha prodotto - sottolinea nelle premesse dell'atto d'indirizzo la Cinque stelle - una perdita di credibilità da parte dei cittadini nei confronti della politica regionale che, dopo aver supportato una richiesta di deroga, sulla base del fatto che c’erano e ci sono i motivi per tenere attivi tali punti nascita, ha ceduto allineandosi ad una valutazione tecnica. La scelta di accettare il parere del Comitato nazionale percorso nascite ha ingenerato nei cittadini dei territori interessati - continua Gibertoni - la convinzione di una riduzione del livello di assistenza sanitaria sul proprio territorio".

E per recuperare questa situazione di sfiducia, Gibertoni chiede l'impegno dell'esecutivo a "valutare di avanzare un’ulteriore richiesta di deroga al Comitato nazionale percorso nascite, motivata e supportata da impegni su investimenti che garantiscano standard operativi, tecnologici e di sicurezza, per la riapertura dei punti nascita di montagna". Anche perché, ricorda nell'atto, "il Comitato nazionale percorso nascite esprime pareri tecnici sulla scorta della documentazione fornita dalle Regioni e un suo parere negativo rilasciato non è decisivo ai fini del mantenimento dei punti nascita, sempre che s’intenda superare le criticità riscontrate con i dovuti investimenti". Non solo, chiosa la pentastellata: "Lo stesso Comitato può essere investito da parte del Ministero e su richiesta della Regione di una ulteriore valutazione, sulla base di ulteriore documentazione e di motivazioni inerenti la necessità di tenere aperti i punti nascita".

(Andrea Perini)

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1 COMMENT

  1. La mia sarà un’interpretazione maliziosa, comunque: “le condizioni che cambiano” sono da leggere come “si avvicinano le elezioni”. Tutto il resto sono chiacchiere del compagno Bonaccini.
    Tirelli, Pignedoli, Bottazzi e Balestrazzi sono tutti muti?
    Se riaprirà il PN, potrà almeno dire: “Seppur non rieletto, ho riaperto un reparto maternità”.

    MA

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