Cadere e rialzarsi? Può capitare anche a uno dei comici più noti del panorama italiano. E rialzarsi si può, senza perdere l’innato talento che permette di regalare sorrisi, anche tra la consapevolezza del proprio fallimento, e di donare una riflessione filosofica sulla nuova vita. Basta trovare le ‘chiavi’ delle ‘serrature’. Come è successo all’attore Marco Della Noce che oggi pomeriggio, sabato 8 dicembre alle 16, sarà a Villa Minozzo, al Centro culturale Benedetti a testimoniare la sua rinascita, ospite della società KeyEmotion di Cernusco sul Naviglio (MI), in occasione della presentazione del libro “Evviva il fallimento” dell’imprenditore Francesco Chesi, originario di Morsiano.
Dal successo, al fallimento, alla rinascita.
“Un anno fa mi sono trovato in una situazione critica, a causa delle politiche della famiglia. Da lì il passo alla depressione è stato breve. Prima l’ho affrontato con l’ausilio di medicine e psicofarmaci, ma avevo bisogno di qualcosa di più per rinascere”.
Dove ha trovato la forza per rialzarsi?
“In agosto sono stato contattato dalla società KeyEmotion per partecipare alla 3ª edizione della manifestazione solidale ‘Festa del Cuore’ a Morsiano. Ho conosciuto qui questa realtà, che mi ha dato le ‘chiavi’, ed è iniziato il mio risveglio, che io chiamo ‘rivoluzione umana’. Ora testimonio il mio percorso”.
Una trasformazione avvenuta in pochi mesi.
“Ho seguito prima un percorso di gruppo, poi uno personale. Nessuna magia, ma un cambio di prospettiva, di punti di vista: noi abbiamo in mano le ‘chiavi’ per aprire le ‘serrature’. Se prima facevi dipendere la felicità da denaro, grosse auto e belle donne, poi capisci che la vera felicità sta dentro di te. E il fallimento può essere la partenza per una nuova vita”.
Un esempio delle ‘chiavi’ di cui parla?
“L’incoraggiamento. Un’altra è il perdono, in senso laico, attivo: serve a sradicare il rancore che porta solo a malattie. È un salto quantico, ma ci vuole qualcuno che ti sappia guidare, per ritrovare l’equilibrio e l’armonia con l’ambiente, tornare a essere se stessi, con le proprie passioni, gioie e consapevolezza dei limiti, e cominciare a volersi bene”.
È riuscito a risolvere i problemi con sua moglie?
“Prima con lei ero incattivito, ora sono più in armonia. E, soprattutto, i miei figli hanno riacquistato stima verso di me. Ho voluto dimostrar loro con i fatti che ci si può ri-costruire”.
Oggi è di nuovo qui in Appennino.
“L’Appennino non è così distante da me. Mia nonna materna, Carolina Lolli, era della frazione di La Vecchia, sposata con uno svizzero. Venivamo per riunioni di famiglia. Ci torno volentieri, è come tornare alle proprie origini. Inoltre, due settimane fa, qui si respirava già un clima da presepe”.
Da ‘cittadino’ cosa ne pensa dell’Appennino?
“I paesaggi sono magnifici, ma ancora sconosciuti ai più. Gli abitanti dei gran lavoratori, con la voglia di divertirsi, ma ancora un po’ chiusi. Se si aprissero un po’ di più, ne otterrebbero grandi benefici”.
Progetti futuri?
“Sto lavorando a un libro e a una trasmissione ma, per scaramanzia, preferisco non svelare i dettagli”.
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È partito da “Drive in” e “Mai dire gol”, diventando uno dei comici più noti del panorama nazionale con l’apparizione a Zelig nei panni del capo meccanico Oriano Ferrari, che si diverte a fare scherzi a Soccemacher (storpiatura del cognome del pilota tedesco). Ha doppiato il personaggio di Luigi in “Cars – Motori ruggenti”, ha fatto parte del cast di “Made in Sud” e “Striscia la notizia”. Poi, nel 2017, a causa del blocco di tutti i suoi beni da parte del Tribunale in seguito alla separazione con la moglie, è finito sul lastrico, riducendosi a vivere qualche giorno anche in auto, prima che scattasse una vera e propria gara di solidarietà tra i suoi amici per aiutarlo. Infine l’incontro con KeyEmotion, che l’ha aiutato a rinascere.
(Giuliana Sciaboni per il Resto del Carlino – Reggio Emilia)