Non solo è necessario, ma dopo decenni che se ne parla, è diventato anche urgente realizzare un invaso sulla Val d’Enza in grado di risolvere il grave problema idrico del territorio. È quanto afferma Coldiretti Reggio Emilia in merito al dibattito riaperto dalla risoluzione in Commissione Ambiente della Camera che dice no alla diga sull’Enza.
Con il 2017 e 2018 che si contendono la palma dei due anni più torridi di sempre fin dal 1800 – afferma Coldiretti Reggio – è evidente che ci troviamo di fronte ad una progressiva tropicalizzazione del clima con eventi estremi che vanno dalla concentrazione delle piogge in tempi brevissimi a lunghi periodi di siccità. L’agricoltura che in provincia di Reggio Emilia gestisce il 75% del territorio – ricorda la Coldiretti reggiana – è l’attività economica che più di ogni altra vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato a raccogliere a sfida per individuare soluzioni per le colture, per la gestione delle acque e per la sicurezza del territorio.
La carenza idrica della Val d’Enza – commenta Coldiretti provinciale – mette in difficoltà non solo l’agricoltura, in particolare una produzione di eccellenza come il Parmigiano Reggiano, ma anche tutto l’ambiente, la flora e la fauna di questa area. Per questo – ricorda ancora l’organizzazione – la lista “Bonifica e Ambiente”, che ha vinto le elezioni del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale con il 90% dei consensi, ha messo tra i punti principali la soluzione del problema idrico in Val D’Enza con la realizzazione di un invaso di ampiezza tale da risolvere le esigenze del territorio. L’obiettivo – afferma Coldiretti Reggio Emilia – è realizzare un grande bacino di raccolta idrica con valenza promiscua, in grado di rispondere alle necessità di produzioni di qualità dell’agricoltura, dai foraggi per il Parmigiano Reggiano ai vigneti, ma anche ad altri fabbisogni ad uso umano e ambientale.
Già oggi le aziende agricole – afferma Coldiretti - son impegnate ad adottare tecniche irrigue che consentono il risparmio d’acqua, ma se non c’è disponibilità di risorse idriche, c’è poco da risparmiare. E in Val d’Enza secondo le stime Coldiretti sono necessari 74 milioni di metri cubi di acqua, che solo un grande invaso può fornire.
In questi giorni mi sono fatto un’idea precisa e cioè che i Francesi, pur esagerando, hanno trovato il modo di non farsi prendere per i fondelli, mentre noi dopo cento anni di discussioni e prese in giro stiamo ancora discutendo se un’opera importantissima, come questa, deve o non deve essere fatta. Strana gente noi Italiani, potremo mai indossare i giubbotti gialli?
Andrea
Egregi lettori di Redacon, siamo seduti su una miniera d’oro, l’acqua, ma da 30 anni ci viene impedito di utilizzarla e chi ha sempre detto di no alla Diga di Vetto sappia che quest’opera avrebbe evitato milioni di Euro di danni per alluvioni e siccità; ha impedito la produzione di energia pulita e impedito migliaia di posti di lavoro, consentendo di spendere milioni di Euro di energia, gas e petrolio per pompare le acque del Po, per le pompe dei pozzi o dei trattori, ma questi continueranno a sostenere che l’invaso di Vetto non serve, che sono sufficienti i “vasetti”, come quelli che si tenevano sotto il letto quando nelle case di campagna non c’erano ancora i bagni.
Probabilmente il businness del riparare i danni e quello dei consumi di gas e petrolio è prevalente sul prevenire i danni e sulla riduzione dell’inquinamento prodotto dalle centrali. Ora si fermano le auto Euro 4 per ridurre l’inquinamento o per vendere auto nuove? Se si pensa all’inquinamento, perché non si fa la diga di Vetto? Qualcuno si è inventato di tutto per bloccare quest’opera, dalle famose lontre inesistenti, ai cambiamenti climatici, alle falde che non avranno più acqua, che non ci sarà più una goccia d’acqua nell’Enza, ecc. ecc. mentre chiunque sa bene che la Diga di Vetto fa proprio il bene di queste cose: alimenta le falde, riduce l’inquinamento e garantisce acqua limpida tutto l’anno nell’Enza fino a Po.
Sono arrivati a sbandierare l’effetto Vajont dimenticando di dire che a Vetto non c’è il monte Toc. Qualcuno ha sbandierato che la diga di Vetto è la più grande diga d’Europa: la Diga di Vetto ha 93,46 milioni di metri cubi utili, la diga di Monte Cotugno e La Cantoniera, dighe Italiane, ne hanno 600 e 800 milioni di metri cubi, quella delle Tre Gole ne ha 39 di MILIARDI di mc. Chi vuole la fine del Re dei Formaggi, che avvantaggerà altri marchi Padani, chi vuole che si bruci gas e petrolio, chi ottiene businness dai pompaggi delle acque del Po, ecc. continuerà a dire di No, e nei paesi montani continueranno a ripopolarsi solo i Cimiteri. Ma di questo non importa nulla a nessuno, neppure a quegli Amministratori che hanno sempre detto di NO all’unica opera che riporta la vita in montagna dando ricchezza alla pianura e che riduce lo spreco delle acque potabili, la vera cosa che dovrebbe interessare a tutti.
E se le cose vanno male si da la colpa al M5S e alla Lega, come se fosse colpa loro di come si trova l’Italia e in particolare la Valle dell’Enza, Valle senza ferrovia, senza fondovalle, senza autostrada, senza una strada Statale, senza niente, che in compenso dovrebbe avere almeno le “lontre”, ma non ci sono neppure quelle. A dire “Viva l’Italia” è dura a causa di chi si è sempre opposto allo sviluppo di questa Valle.
Chiedo gentilmente a Redacon se può togliere quella foto, non è reale, da progetto lo sbarramento è un prato inerbito a verde. Chi ha fatto questo fotomontaggio immagino sarà un ammiratore delle “lontre”, sul progetto non esiste.
Franzini Lino
Se fosse così cortese e gentile da farci avere una immagine più consona saremo lieti di sostituirla. (La redazione)
Se si vuole cambiare, bisogna cambiare. Come per l’ospedale, anche per la diga qualcosa cambierà se alle prossime elezioni europee, regionali e comunali riusciremo a cambiare chi per anni ci ha governato badando ai propri interessi più che ai reali bisogni della gente.
Cristian
40 anni fa in Italia c’era ancora qualcuno che che pensava al bene di questo Stato, e quel qualcuno decise che la diga di Vetto doveva essere fatta subito, per l’agricoltura di Reggio Emilia e Parma e per produrre energia, inoltre è un’opera che il buonsenso fa comprendere che deve essere fatta per evitare lo spreco delle acque. Oggi solo i folli possono consentire che le acque siano sprecate, serve la politica della formica e non della cicala. Ma quest’opera andava contro certi interessi e i risultati li abbiamo visti e continuiamo a vederli. Chiunque comprende che quest’opera fa il bene dell’ambiente, dell’agricoltura e dei paesi montani, basta andare a Ridracoli per vedere quale ricchezza quel piccolo invaso ha portato a tutta la Romagna.
Pierluigi
Con quello che scrive Franzini e con i fabbisogni idrici che abbiamo a seguito di come scendono le piogge dal cielo, acqua a diluvio che non penetra nel terreno ma corre a canali e a fiumi, e il giorno dopo il terreno è più secco di prima, i torrenti che sono in piena o in secca, le coltivazioni specializzate che richiedono acqua in determinati giorni e ore, il bisogno di eliminare i rischi di esondazioni e tanto altro, si richiede immediatamente la realizzazione della diga di Vetto. Ben ha fatto la Coldiretti a dichiarare quest’opera urgente. Se ciò non è possibile a causa di un certo potere politico, non resta che mettere in atto quanto sostiene Cristian, bisogna cambiare. Quando una cosa indispensabile non la si ottiene a causa di ideologie assurde, occorre trovare le persone che pensano al bene comune; di danni ne sono stati fatti già troppi e bisognerebbe farli pagare a chi si è sempre opposto anche alle cose utili e necessarie come la diga di Vetto.
Daniele
Forse ci siamo, una speranza per i nostri ragazzi dei paesi montani di avere un lavoro su queste terre, dove non c’è più nessuno. Le attività commerciali chiudono e anche le scuole sono a rischio. La diga di Vetto darebbe lavoro e turismo ai paesi montani e benefici a tutti, all’ambiente e all’agricoltura. Avere un lago che fa da riserva idrica vicino a casa sarebbe una meraviglia, inoltre migliorerebbe anche la viabilità per Gottano e Ramiseto; non dimentichiamo che nel 2018 per andare a Ramiseto si transita ancora su una strada con una sbarra con scritto “Guado”, e questa sarebbe la grande Valle dell’Enza amministrata dal Pd? Chi ha impedito la realizzazione della diga di Vetto, se ha una coscienza, come fa a dormire, non pensa a tutti i danni che quest’opera avrebbe evitato, non pensa alla ricchezza che avrebbe portato? Ma il Pd a queste cose non ci pensava?
Giovanna
Spero che ora qualcosa cambi, finalmente. Che non sia troppo tardi per la montagna, per tutta l’economia della zona. Per tutte le stalle che hanno dovuto gettare la spugna. Vetto è oramai un paese fantasma, tra poco chiuderà anche l’unico ristorante rimasto.
Maru
Tutti speriamo che qualcosa cambi, come dice Maru, ma temo che per la montagna sia troppo tardi. Chi ha voluto questo ha vinto. Con il lago che sarebbe sorto, Vetto sarebbe diventata la capitale dei paesi montani, ristoranti, alberghi, negozi, sviluppo immobiliare incredibile, lavoro per tutti; ma in Regione, in Provincia e in Comune nessuno ha mai sostenuto quest’opera già iniziata. Se sulla chiusura del punto nascite non abbiamo le idee chiare di chi è la colpa (io le idee chiare le ho), sulla mancata realizzazione della diga di Vetto credo sia chiaro, e se Vetto si trova in queste condizioni penso che chiunque sappia chi deve ringraziare.
Sergio
Se si fosse costruita la diga, oltre ad avere un ritorno sul piano economico-sociale della montagna, sicuramente non ci sarebbero stati i danni causati dalla piene e dalla rottura argine a Lentigione, e in tutti questi anni non si sarebbe bloccata la strada che attraversa l’Enza a Sorbolo con relativi danni all’economia della zona. Quanti hanno remato contro dovrebbero farsi un esame di coscienza e fare il “mea culpa”, a incominciare da qualche amministratore locale e da amministratori anche a più alti livelli.
Gianni
L’unica speranza è che cambi il potere regionale provinciale e comunale, dopo tanti anni se almeno a qualcuno di loro fosse interessata la Diga di Vetto, avrebbero fatto passi concreti a favore di quest’opera. Il progetto c’è, basta dire andiamo avanti, ripartiamo con i lavori dopo le giuste verifiche, ma nessuno di chi amministra questi enti ha mai detto aggiorniamo il progetto e ripartiamo. Nel frattempo vediamo come si è ridotta la montagna e le difficoltà in cui si trovano gli agricoltori reggiani; per loro è meglio usare le acque del Po che quelle dell’Enza.
Andrea