Presentata la video inchiesta sulle molestie di genere dell’associazione Per Te.
Un ragazzo adolescente che maltratta la sua ragazza nell’indifferenza dei passanti. E’ questo il risultato dell’esperimento portato avanti da una dozzina di ragazzi, dell’Istituto Cattaneo Dall’Aglio e Nelson Mandela, in collaborazione con Per Te, associazione che dal 2011 combatte contro la violenza di genere in montagna.
Alla iniziativa, realizzata in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, nella sala concerti dell’Istituto musicale Merulo di Castelnovo ne’ Monti, hanno preso parte più di 80 persone.
“Il risultato dell’inchiesta ha fatto nascere un bel confronto con i presenti – ha raccontato Lorenza Casagrande, presidente di Per Te – I passanti, come si può vedere dal video, facevano finta di niente e non intervenivano”.
Un comportamento che deve far riflettere. Anche in montagna, infatti, esiste le violenza di genere ma sono ancora poche le donne che denunciano o che hanno la forza di recarsi presso i centri d’assistenza della provincia. Per sensibilizzare la popolazione dal 2011 Per Te ha aperto una linea telefonica con un numero verde gratuito a cui tutte le donne vittime d’abuso possono chiedere assistenza e parlare della loro situazione.
Anche grazie all’associazione Nondasola, che ha aiutato nella fase di formazione le volontarie della montagna, è stato possibile realizzare numerose conferenze, laboratori e corsi a scuola che hanno reso possibile anche quest’ultimo progetto video.
Ed è l’attività di prevenzione nelle scuole che impegna maggiormente l’associazione. “Abbiamo iniziato a somministrare ai ragazzi un questionario sul tema della violenza di genere nei rapporti affettivi e tra poco analizzeremo i risultati”.
E tanti sono i progetti futuri dell’associazione. ”Tra poco inizieremo a lavorare su un nuovo progetto che ha al centro il corpo femminile e la mercificazione del corpo nei social e internet”, conclude Casagrande.
Un lungo lavoro portato avanti da queste volontarie che cercano di portare aiuto alle donne maltrattate da chi dovrebbe invece amarle.
Ma che strano, nessun commento a riguardo…Facile predicare bene, più difficile essere coerenti con ciò che si dice.
Andrea
Se qui troviamo giuste parole come “un comportamento che deve far riflettere”, credo che la riflessione andrebbe comunque ampliata e rivolta anche al passato, quando i comportamenti poco “consoni” o poco esemplari dei giovani venivano di norma stigmatizzati e semmai riferiti ai genitori, che per solito ringraziavano gli “informatori” redarguendo i “colpevoli”.
Poi, col trascorrere del tempo, le segnalazioni di questo genere hanno via via incontrato reazioni di insofferenza tra i destinatari, vuoi nella logica di minimizzare gli accadimenti, vuoi in nome del principio che “ognuno deve farsi gli affari suoi”, e non bisogna “impicciarsi dei fatti altrui”, pena il rischio di invadere impropriamente ed inopportunamente la sfera dei liberi comportamenti di ciascuno di noi.
Ci siamo così abituati a “girarci dall’altra parte” per non interferire nella altrui condotta, e anche per evitare di metterci a discutere con chi, rispetto a noi, ha una visione delle cose più elastica, indulgente, tollerante – a seconda di come vogliamo chiamarla – e probabilmente il “far finta di niente” si è ormai esteso ad ogni circostanza o quasi (anche quando bisognerebbe invece non essere indifferenti).
P.B.