Tutelare i presidi scolastici montani, servizi essenziali per evitare lo spopolamento dei paesi dell’Appennino.
È la linea dell'assessorato alla Scuola e dell'Ufficio scolastico regionale, che ha delineato la situazione delle scuole di montagna in Commissione Cultura, presieduta da Giuseppe Paruolo.
Scuole sottodimensionate in cui non esiste una figura di dirigente scolastico, numeri minimi di 10 alunni per attivare le classi, ma anche problemi nel reperire e stabilizzare personale docente e amministrativo.
Il dirigente dell'Ufficio scolastico, Bruno Eupremio Di Palma, traccia una quadro difficile, ma "senza situazioni aperte di particolare criticità". Su un totale di 530 scuole, 68 di queste (il 13%) hanno sede in un comune montano. Il numero di alunni che frequenta scuole di montagna è di 32.000 su un totale regionale di 550.000 (circa il 6%): dato che cresce se si prendono in considerazione scuola dell'infanzia (10%) e primaria (6,4%). "Il tema- sottolinea Di Palma- ci sta a cuore. Abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo per le scuole di montagna, e nel nostro lavoro quotidiano teniamo conto delle situazioni di disagio e dei comuni montani". Anche per Francesca Bergamini dell'assessorato, è necessaria per la montagna una programmazione e offerta formativa che presti attenzione ad assicurare servizi alle persone, ridurre i costi per le famiglie, garantire qualità dell'offerta didattica. "Nei nostri territori montani ci sono situazioni molto diverse e per questo la programmazione deve essere territoriale, in una logica di dialogo con i territori. La scuola nelle comunità montane è un presidio molto importante". Per la tecnica di giunta non si riscontrano situazioni di vero disagio, ma "è evidente che la possibilità di mantenere sul territorio i giovani si fonda soprattutto sul tema dell'istruzione". Riguardo le risorse stanziate, entro un anno sarà destinato un milione di euro per dotare i comuni montani di classi 2.0 (dispositivi individuali e aule attrezzate per dispositivi mobili), nonché saranno fatti investimenti sulla banda larga e per potenziare spazi di aggregazione per giovani e servizio di orientamento.
"I problemi sulla montagna sono enormi- incalza però dai banchi del Partito democratico il consigliere Gian Luigi Molinari- e il quadro sta drasticamente peggiorando". Per Molinari le situazioni di criticità ci sono e sono molto vicine al punto di rottura: spesso i dirigenti, tra mille difficoltà e una buona dose di pazienza, si trovano a dover gestire zone molto vaste, da collina a montagna. "E quando per un comune montano si perde la scuola, si perde quasi la ragione di esistenza del comune stesso. Chiediamo un confronto con la Regione per fare le modifiche necessarie ai numeri minimi". Intanto la collega dem Francesca Marchetti chiede all'Ufficio scolastico i dati scorporati, così da poter fare una mappatura per cercare "di dare risposte ai nostri territori".
Raffaella Sensoli del Movimento 5 stelle concentra la sua attenzione sulle difficoltà legate al personale e alla precarietà dei lavoratori della scuola, ma anche su quelle legate al trasporto e al costo che grava sulle famiglie. "Servono più risorse per stabilizzare il personale? Noi da anni insistiamo sulla montagna per evitare lo spopolamento, la scuola è uno dei temi fondamentali in questo senso". Di Palma ha confermato l'esistenza di un problema di personale, che esiste però in tutte le scuole dell'Emilia-Romagna e delle regioni del Nord e che è legato anche alle graduatorie pressoché esaurite. Una situazione analoga investe anche i dirigenti scolastici, con 179 sedi vacanti e presidi costretti a tenere anche due reggenze. Sul trasporto Bergamini ha segnalato come "questo sia un tema sempre aperto in montagna, anche per le risorse finanziarie"