Avendo in disponibilità la somma di 4.000 euro che voleva investire, un 60enne di Toano iniziava a documentarsi sulle varie forme di investimento, in particolare tramite le piattaforme del commercio in rete.
Durante le ricerche in rete individuava un agenzia che offriva rendimenti elevatissimi rispetto a quelli indicati dai normali istituti di credito. La presenza di un recapito telefonico portava l’anziano a contattarlo per avere maggiori delucidazioni.
Incontratosi a Toano con un collaboratore dell’agenzia e ottenuti chiarimenti sulle modalità di investimento dei risparmi e le possibilità di guadagno correlate l’anziano stipulava un contratto online con l’agenzia e versava, in più tranches, un totale di circa 4.000,00 euro da investire.
I versamenti venivano accreditati nel conto online al medesimo intestato, originato dall’agenzia truffaldina, dove poteva estrapolare l’estratto conto e avanzare richieste di prelevamenti.
I rendimenti “esca” ritenuti soddisfacenti dal 60enne lo inducevano a coinvolgere anche il figlio convivente, che stipulava anche lui un contratto di mandato per l’investimento nella piattaforma IG (mercato valute) con la stessa agenzia e lo stesso collaboratore a cui consegnava la somma di euro 8.000 da investire.
Successivamente a seguito di richieste di prelevamento dal conto online, al 60enne veniva risposto che doveva attendere che vi fossero liquidità e pertanto non riceveva alcuna somma. Stessa richiesta a questo punto veniva fatta dal figlio che non riceveva alcuna risposta.
Insospettiti dal comportamento dell’agenzia i due effettuavano una ricerca sul web accertando che il titolare dell’agenzia a cui si erano rivolti era finito in carcere per una truffa da 72 milioni di euro in relazione a risparmi spariti.
Materializzato di essere rimasti vittima di una truffa i due congiunti si rivolgevano ai carabinieri di Toano che avviavano le indagini identificando i due responsabili (titolare dell’agenzia e collaboratore incontratosi a Toano con il 60enne) identificati in un 43enne di Portogruaro e un 45enne dell’udinese che venivano quindi denunciati alla Procura reggiana per il reato di concorso in truffa, avendo i carabinieri di Toano acquisito a loro carico introvertibili elementi di responsabilità.
Il sistema messo in piedi dai due era molto semplice: il 43enne di Portogruaro turlupinava le sue vittime facendosi dare i soldi con promesse di rendimenti da capogiro. Inizialmente restituiva gli interessi per carpire la fiducia, usando in realtà gli stessi soldi di altri ignari clienti. Proprio come avenuto per i due congiunti di Toano rimasti vittima del raggiro con perdite stimate in circa 10.000 euro.