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Delmonte: “Punto nascite, la regione segua l’esempio di Cavalese”

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“La Regione Emilia-Romagna segua la strada tracciata da Cavalese, che il 9 ottobre scorso ha incassato il via libera del Comitato Percorso nascita nazionale per la riapertura del Punto nascite. Una vittoria, quella del comune trentino, frutto del gioco di squadra fra ministero della Salute, amministrazione provinciale autonoma e amministrazioni locali trentine”.

Il consigliere regionale della Lega Nord, Gabriele Delmonte,va in pressing sulla Giunta regionale, con una Risoluzione che impegna il governo di viale Aldo Moro “a prendere in considerazione le valutazioni che hanno portato il Comitato percorso nascita nazionale a dare parere favorevole alla riapertura del Punto nascite di Cavalese (Trento) al fine di ripresentare allo stesso Comitato una nuova richiesta di deroga finalizzata a far riprendere l’attività ai reparti di neonatologia degli ospedali di Borgo Val di Taro, Castelnovo Monti e Pavullo nel Frignano, chiusi da ottobre 2017”.

La situazione dei Punti Nascite dell’Appennino Emiliano è analoga a quella di tante altre strutture sanitarie di quello stesso tipo presenti in varie realtà montane, in particolare sulle Alpi.

In data 9 Ottobre 2018 il Comitato Percorso nascita nazionale ha deciso la riapertura del punto nascite dell’Ospedale di Cavalese, in provincia di Trento, attraverso un percorso comune tra Ministero della Salute, Amministrazione provinciale autonoma e Amministrazioni locali trentine.

“La chiusura dei tre Punti nascite emiliani, oltre a lasciare completamente scoperto tutto il territorio montano regionale di strutture ospedaliere dove poter far nascere i bambini, comporta per numerose partorienti e loro famiglie la difficoltà di dover percorrere distanze fino a 90 minuti di viaggio per raggiungere i nosocomi più vicini, con gravi ed evidenti rischi sia per la partoriente che per il nascituro” spiega il consigliere del Carroccio.

“I 3 punti nascite appenninici rappresentavano un importante punto di riferimento sanitario ma anche sociale, economico e ideale per le comunità che popolano quelle realtà montane. Il numero di parti minimo (500/1000) per dichiarare sicuro un Punto nascite è un criterio previsto nell’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 che non tiene conto delle caratteristiche economiche e sociali di alcuni territori e nemmeno di alcune valutazioni scientifiche sanitarie suggerite da esperienze concrete – sottolinea Delmonte -. Ebbene, le valutazioni che hanno portato alla riapertura del Punto nascite di Cavalese potrebbero, con molte probabilità, essere riferite anche alle neonatologie chiuse sull’Appennino emiliano, le quali potrebbero dunque essere inserite in una nuova richiesta di deroga presentata dalla Regione Emilia-Romagna per indurre il Comitato Percorso nascita nazionale a riconsiderare il parere espresso e, dunque, portare alla riapertura del Punto nascite castelnovese” chiosa il leghista.