Riceviamo e pubblichiamo
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Chiedere la riapertura del punto nascite di Castelnovo né Monti è un diritto di tutti i cittadini della nostra comunità montana e se ci sono delle possibilità perché lo stesso venga riconsiderato dal punto di vista strutturale allora non si deve perdere tempo.
Credo che sia opportuno però riflettere sulle cause e concentrare l’attenzione sulla via da intraprendere; sabato scorso si è tenuto un importante Convegno “La Montagna chiama l’Europa – Quale visione del nostro territorio?” dove, davanti ad una platea di 200 persone, si è voluto affrontare questo tema in un’ottica più ampia. Il tema principale da mettere in primo piano è dunque quello del processo di spopolamento che ha colpito il nostro comprensorio montano, ragione per cui anche i servizi di assistenza vengono meno.
La comprensione di un fenomeno complesso non può essere ridotto ad un mero scontro politico pre-elettorale; ciò che serve invece è una strategia progettuale che indichi la strada maestra per la riapertura del punto nascite in un contesto sostenibile e dunque duraturo. E proprio questo è stato proposto sabato al castello di Sarzano; si è dimostrato attraverso la partecipazione di due Eurodeputati e di tutti i Sindaci dei comuni montani che l’unica vera soluzione si chiama “Progetto locale di ripopolamento”, un piano di azione che pone l’enfasi sul concetto di una “residenza di ripopolamento delle zone rurali e montane” come la chiave di volta per invertire un trend negativo dal punto di vista demografico, che ci accompagna ormai da anni.
(Dott. Luca Mulè, consigliere comunale di Vezzano sul Crostolo)