Riceviamo e pubblichiamo
Da notizie Ansa sembrerebbe che la Commissione Nascite nazionale abbia accolto la richiesta tesa ad ottenere la riapertura del punto nascita dell’Ospedale di Cavalese, in Val di Fiemme.
Dal comunicato ANSA si evince che sono state accolte le richieste di tale Commissione per poter rimettere in funzione detto Reparto, sia dal punto di vista strutturale-organizzativo che sotto l’aspetto medico, il che non è per noi privo di interesse dal momento che riteniamo esservi una certa qual analogia tra noi e Cavalese.
La riapertura di Cavalese è stata annunciata a pochi giorni dalle elezioni provinciali in Trentino, ma al di là della tempistica si aprono in ogni caso le condizioni perché nel 2019 quell’ Ospedale possa rimettersi a funzionare anche come punto nascita, andando così incontro alle esigenze ed aspettative di un territorio e dei suoi cittadini.
Noi dobbiamo attendere di conoscere gli ulteriori dettagli per capire se possa trattarsi soltanto di uno slogan elettorale del sottosegretario Fraccaro o se invece vi siano già gli elementi concreti per veder riattivato il punto nascita di Cavalese, ma è una verifica che la nostra Regione è in grado di fare sin da ora, e celermente, e vale altrettanto per la nostra Amministrazione comunale.
Se infatti Cavalese è nelle condizioni di poter riaprire, le nostre Amministrazioni dovrebbero chiedere fin da subito alla Regione di attivarsi in due direzioni, puntando da un lato a far sì che la Commissione Nazionale riconsideri la posizione dell’Ospedale di Castelnovo Monti, alla luce per l’appunto di quanto avvenuto a Cavalese.
In parallelo, occorre muoversi per fare in modo che la Conferenza Stato-Regioni riveda i criteri e i parametri previsti per i punti nascita di montagna, onde consentirne la sopravvivenza anche quando non avessero a raggiungere il numero dei 500 parti annui, stante l’importanza che un tale servizio riveste per le popolazioni montane, una importanza che gli abitanti del nostro Appennino hanno cercato di far capire ai “governanti” in tutte le possibile maniere.
Robertino Ugolotti e Daniele Valentini Consiglieri Comunali Lista civica “Progetto per Castelnovo ne' Monti”
Prendiamo atto che Robertino Ugolotti ha più coraggio del sindaco Bini nel voler chiedere alla Regione la revisione del giudizio ministeriale:
“Se infatti Cavalese è nelle condizioni di poter riaprire, le nostre Amministrazioni dovrebbero chiedere fin da subito alla Regione di attivarsi in due direzioni, puntando da un lato a far sì che la Commissione Nazionale riconsideri la posizione dell’Ospedale di Castelnovo Monti, alla luce per l’appunto di quanto avvenuto a Cavalese.”
A questo punto chiediamo a Ugolotti se ha maturato l’intenzione di rivedere il suo giudizio sull’appello che i Comitati hanno fatto l’8 giugno rivolto alla Regione. Nel caso attendiamo la sua firma.
Comitato Salviamo le Cicogne
Di.NA.MO
#iostoconlecicogne
#ritirnotraimonti
#nonsolopuntonascita
Nadia Vassallo portavoce comitati
La lista civica ha sempre mantenuto una posizione, ha votato in consiglio comunale il documento delle Cicogne , per asserendosi tra gli sconfitti della battaglia sul Punto Nascita , abbiamo sempre sostenuto di percorrere tutte le strade per la riapertura del punto nascita, impegno preso anche in campagna elettorale come candidato al Senato per la lista Civica Popolare Lorenzin, di modificare in Parlamento, l’accordo Stato -Regioni sul numero dei parti nelle aree interne e disagiate del territorio montano.
Quindi non ho problemi ad aggiungere la mia firma a quella richiesta alla Regione.
Credo che il percorso del governo, sia proprio di rivedere quel vincolo al fine di non creare cittadini di serie A .
Sarà nostro e mio impegno sollecitare l’Ammistrazione Comunale a verificare le reali intenzioni della Regioni per dare risposte concrete al nostro Appennino
Robertino Ugolotti consigliere comunale Lista Civica progetto per Castelnovo ne Monti
Robertino Ugolotti consigliere comunale Lista Civica progetto per Castelnovo ne Monti
Non ho ovviamente la pretesa di essere nel giusto, ma io ritengo che politica e corpi sociali – e metterei tra questi anche i Comitati – siano espressioni della società che dovrebbero rimanere quanto più possibile distinte, anche perché i secondi possono funzionare da stimolo e da contrappeso rispetto alla prima (specie quando i Comitati nascono laddove la politica non sembra in grado di corrispondere alle aspettative dei cittadini, o dà l’impressione di non volerlo fare).
Se i Comitati “arruolano” la politica, o viceversa, tale “dualismo” viene di fatto a cadere e anche l’operato dei Comitati, e il loro “potenziale”, rischiano di indebolirsi, e può esservi altresì il rischio di reciproche strumentalizzazioni, sempre a mio modesto parere, e mi sembrerebbe pertanto più efficace l’azione condotta sui due binari, dove ciascuno dei soggetti in campo fa la propria parte senza reciproche interferenze e senza confusione di ruoli (pur se l’obiettivo resta comune).
P.B. 13.10.2018
Trovo difficile confrontarmi su questo tema così delicato, che per anni è stato considerato tabù da una parte di addetti ai lavori, da trattare solo ed esclusivamente ai piani alti dell’azienda e della politica, e farlo per “difendere” l’operato di un comitato che ha sgomitato tra addetti ai lavori senza “arruolare” la politica e soprattutto senza farsi “arruolare”, dicevo trovo difficile farlo con chi si firma solo con una sigla.
Il comitato non ha la pretesa di avere la verità in tasca ma ha sicuramente la coscienza pulita,
Nadia Vassallo portavoce Comitato Salviamo le Cicogne
@P.B.
Direi che la linea di principio che lei traccia è corretta e credo che i comitati abbiano dimostrato autonomia d’azione e di giudizio. L’appello che i comitati hanno rivolto alla Regione e hanno richiesto agli amministratori e alle forze politiche di sottoscrivere non è commistione ma la richiesta di un pronunciamento chiaro che ha diviso chi ha abbandonato la causa del Punto Nascita per difendere Bonaccini, Venturi e la giunta targata politicamente da quelli che si impegnano anche nella prossima legislatura, in caso di vittoria alle elezioni regionali, a riaprire il PN. Quindi schiena dritta e approccio sulle cose e non sulle appartenenze.
Gianni Marconi