Sabato 6 ottobre, alle ore 17.00 presso il teatro di Ligonchio, per la rassegna “Eventi sperversi” organizzata da “Traffico di voci”, si terrà il racconto musicato dal titolo “Da Picasso a Wess e Dori Ghezzi” con Fabretti e Pakkio.
Fabrizio Ugoletti “Fabretti”, è nato a Collagna nel 1959, dove tuttora vive e lavora ad Acquabona.
Di formazione non accademica, ha sempre avuto la passione per l’arte. Fin da ragazzo si è espresso nella pittura, attratto dai diversi linguaggi espressivi. Il suo percorso l’hai poi avvicinato anche al mondo della musica, cantante in gruppi rock (Choice Quality e Barricate Casarola).
L’affinità con la materia, dopo un periodo di sperimentazione in aree espressive differenti, l’ha condotto a prediligere la scultura dal 1999 in poi. Nel 2002 fonda, insieme a Marco Stefanelli e Luca Guerri, lo Sculture Club, un progetto che attraversa scultura, fotografia, multimedia.
Fabretti come nasce il titolo “Da Picasso a Wess e Dori Ghezzi”?
Avevo 14 anni quando sentii mia madre dire in casa “Hai sentito che è morto Picasso?”. Rimasi colpito dal fatto che lei, donna di montagna, lo conoscesse, erano tempi in cui l’arte non veniva molto “divulgata” e io mi avvicinavo per le prime volte a questa forma di espressione. Così cominciai a studiare questo artista e ne rimasi folgorato.
Nel frattempo iniziavamo anche a suonare con gli amici e uno di questi era Roberto Simonelli, in arte “Pakkio”. Nel corso della vita pittura, scultura e musica mi hanno sempre accompagnato.
Con Pakkio qualche tempo fa abbiamo iniziato a seguire i vari eventi in montagna ed è iniziata la collaborazione con Silvano Scaruffi e l’idea di questo spettacolo, che sarà in pratica il racconto del mio percorso: partendo dalla scoperta di Picasso arrivando a suonare con l’amico di sempre, con cui formiamo una coppia artistica che ironicamente chiamiamo Wess e Dori Ghezzi.
Sarà un concerto quindi?
Ci sarà la lettura del racconto dello svolgersi di questa amicizia, sulle note di cinque canzoni che scrissi con i vari gruppi musicali di cui abbiamo fatto parte in questi anni.
Sarà un altro modo di esprimersi, una scultura fatta di memoria e suoni, immagini, musica e parole.