Pochi sono a conoscenza che uno dei più noti luoghi storici italiani e di maggiore notorietà internazionale esiste grazie all’impegno del Club Alpino Italiano; fu infatti grazie alla iniziativa degli alpinisti del CAI che nel lontano 1877 furono avviati gli scavi archeologici che portarono alla riscoperta dell’antico castello di Canossa e poco dopo condussero alla fondazione del Museo Nazionale tuttora esistente. Gli scavi furono diretti da uno dei più eminenti archeologi italiani, che era anche dirigente del CAI: Gaetano Chierici, fondatore delle moderne scienze paleontologiche. Tale circostanza non costituiva tuttavia una eccezionalità per il CAI che sin dalla sua fondazione nel 1863 annoverò tra i suoi associati molti dei più importanti scienziati italiani, in pieno rispetto dei dettami istitutivi del sodalizio, che all’art. 1 cita espressamente che la ricerca scientifica nelle montagne costituisce uno dei fondamenti del Club Alpino.
Gli “alpinisti” del CAI non soltanto condussero a Canossa importanti campagne di scavo, ma anche vi realizzarono un rifugio per assicurare l’adeguato alloggio dei soci impegnati nella ricerca. Sempre per impegno del CAI lo Stato acquistò in quegli anni tutta l’area del Castello , procedendo poi a realizzarvi un museo nazionale per accogliervi gli importanti reperti venuti alla luce a seguito delle esplorazioni; tale museo è tuttora meta frequentata da numerosi turisti, molti dei quali di provenienza estera.
Per queste sue caratteristiche Canossa costituisce quindi un caso unico in Italia di un importante Monumento e museo nazionale reso tale grazie al diretto impegno del CAI.
Ma l’impegno del CAI a Canossa prosegue ancora oggi : nella ricorrenza del 140° anniversario della prima campagna di scavi , il 9 ottobre 2017 ha preso il via uno dei più importanti progetti di ricerca sino ad ora promossi dal Comitato Scientifico CAI ,che riguarderà l’esplorazione dell’inedita area archeologica del borgo medievale di Canossa, individuato dal Comitato Scientifico Regionale del CAI Emilia-Romagna nel 2010. In tale prestigiosa iniziativa e’ stato intenzionalmente coinvolto il Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà della Università di Bologna , il più antico ateneo del mondo , che secondo tradizione fu fondato da Matilde di Canossa, unitamente al Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona.
Il Gruppo Regionale CAI, dopo aver concorso all’ottenimento delle autorizzazioni di legge per il nuovo scavo archeologico, ha sottoscritto un apposito protocollo con l’ateneo bolognese e Veronese : ciò consentirà al nostro sodalizio di farsi ancora una volta protagonista attivo di una iniziativa di ricerca di altissimo livello. In particolare si prevede di fare di questa esperienza una occasione di formazione per gli operatori naturalistici culturali del Comitato scientifico, rendendoli partecipi di una iniziativa culturale di altissimo interesse scientifico. Obiettivo ambizioso del progetto è quello non soltanto di studiare e portare alla luce un settore sino ad oggi sconosciuto del monumento canossiano, ma di riuscire anche a realizzarvi un importante parco archeologico all’aria aperta nel quale, anche grazie all’ausilio di interventi di archeologia sperimentale, i visitatori potranno avere la rara opportunità di calarsi direttamente nella dimensione di vita del medioevo, all’epoca in cui Canossa divenne il fulcro delle più importanti vicende della storia europea.
E' un progetto talmente complesso che avra’ la durata di 8 anni e che e’ stato reso possibile avviare anche grazie al contributo finanziario dei Lions Clubs territorialmente competenti. Per iniziativa del Comitato Scientifico Regionale del CAI dell’Emilia-Romagna, all’interno del Museo nazionale di Canossa e’ stata allestita una apposita sala, dedicata al CAI, nella quale mediante una serie di pannelli e di documentazioni storiche reperite a seguito di accurate ricerche storiche viene riproposto il suggestivo scenario delle fasi salienti della ricerca archeologica attuata dal CAI a partire dal 1877.
L’insieme di tutte queste circostanze fa quindi di Canossa un luogo fortemente testimoniale ed altamente identitario dell’impegno scientifico del CAI dai suoi primordi sino ai nostri giorni, da comparare ed affiancare per la sua grande valenza agli altri grandi siti identitari nazionali del CAI: dal Monte dei Cappuccini a Torino , al Monviso ecc .
La prima fase della ricerca , avviata nel 2017 , ha consentito di individuare importanti testimonianze archeologiche e quest’anno il 10 settembre 2018 è stata avviata la seconda fase di ricerca, più propriamente di scavo, che vede impegnati a Canossa oltre una decina di archeologi (studenti universitari in archeologia, tutti soci CAI), diretti dal professor Saggioro della Università di Verona.
Nel gennaio 2019, nella ricorrenza della venuta a Canossa dell’Imperatore Enrico IV, sarà organizzato un convegno per illustrare gli esiti della indagine.
Caratteristiche del progetto
Per comprendere appieno la topografia e la struttura interna della Rocca di Canossa si prevede una progettualità pluriennale che può articolarsi su due grandi momenti in un arco di 8 anni, così suddivisi:
- Fase 1 della durata di 3 anni.
- Fase 2 della durata di 5 anni.
L'articolazione del progetto in due fasi distinte si è resa necessaria per poter rispondere con maggior efficacia agli obiettivi prefissati.
La Fase 1 rappresenta una fase di analisi preliminare e di valutazione, anche approfondita, ma che richiede una strategia più flessibile legata all'individuazione e alla comprensione dei problemi da sviluppare - nel successivo quinquennio. Nella Fase 1 pertanto i costi risulteranno più contenuti e gli impegni più limitati – seppur tarati sull'importanza del sito.
Nella Fase 2 l'obiettivo è – se matureranno le condizioni sul piano dei risultati scientifici - portare il sito ad essere un riferimento formativo, trasformando lo spazio già di ricerca, anche in un camposcuola per studenti di archeologia ben strutturato ed aperto alle collaborazioni tra diversi istituti.
Parallelamente la Fase 2 necessiterà dello sviluppo di più momenti di valorizzazione delle attività. Anche sul piano scientifico le due fasi rappresenteranno una sorta di spartiacque. Nella Fase 1 il “pacchetto” di Enti e Istituzioni coinvolte sarà essenziale, limitato all'operatività e circoscritto a partecipazioni occasionali di altri partners scientifici. Nella Fase 2 invece è possibile pensare ad una partecipazione più strutturata di altre Istituzioni sia a fini didattici, quanto scientifici.
Fase 1 | Durata: 3 anni |
Attività
- Raccolta dei dati d’archivio delle ricerche pregresse a partire dalle indagini del Chierici fino ad arrivare ai recenti interventi della Soprintendenza
- Studio degli elevati sia della rocca di Canossa, sia dei castelli e delle chiese limitrofe
- Rilievo topografico della rocca, con particolare attenzione al versante in cui è emerso il borgo del castello
- Analisi geofisiche non invasive in zone campione
- Saggi di scavo nella zona del borgo al fine di valutare la natura del deposito archeologico
- Saggi di scavo sulla sommità della Rocca
- Censimento e studio delle fonti scritte di età medievale
| Obiettivi
- definire con cura l'estensione delle aree con potenzialità archeologica
- comprendere le caratteristiche topografiche dello spazio interno ed esterno al castello
- indagare un’area, quella del borgo esterno, finora del tutto sconosciuta
- inquadrare con precisione la cronologia delle strutture in elevato
- contestualizzare il castello di Canossa in una dimensione più ampia in relazione con gli altri castelli e chiese del territorio circostante
- implementare le conoscenze sulle vicende storiche che interessarono il castello, soprattutto dopo la fine della dinastia dei Canossa (a. 1115)
- mostra e pubblicazione risultati del triennio |
Fase 2 | 5 anni |
Attività
Premessa fondamentale restano i risultati prodotti nei primi tre anni che determineranno lo sviluppo progettuale successivo.
- Apertura di alcune grandi aree di scavo sulla base delle tematiche individuate nel primo triennio, sia nell’are del borgo, sia sulla sommità del castello
- Apertura dello scavo per visite guidate
- Collegare lo scavo ad attività di didattica universitaria permanente (Summer School, seminari residenziali)
- Analisi micromorfologiche del suolo e del paleoambiente (colonne polliniche, archeozoologia e studio dei macroresti)
- studio delle fonti scritte con particolare attenzione a quelle inedite
| Obiettivi
- aprire alcune grandi aree di scavo per fornire una comprensione “in estensione” dei depositi archeologici e quindi dei processi di trasformazione che hanno interessato il castello e il suo borgo
- comprensione non solo delle strutture materiali e insediative del sito, ma anche del suo ambiente circostante
- individuare alcuni settori di scavo o aree adatte per una ulteriore valorizzazione del sito e del suo museo
- lavorare alla ricostruzione virtuale del complesso scavato
- aggiungere nuovi elementi alla storia del castello di Canossa e del suo territorio
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Fase 1. Costi del progetto
I costi della ricerca per la prima fase comprendono le attività di scavo archeologico oltre alle ricerche sulle fonti scritte e di archivio, il rilievo topografico dell’area della Rocca e lo studio degli elevati. Tali spese coprono i costi del personale, il vitto, l’alloggio, le attrezzature, mezzi meccanici, strumentazione di scavo, piano della sicurezza, opere di cantiere e sono comprensive anche dello studio successivo allo scavo di quanto rinvenuto, così come delle ricerche storiche sulle fonti scritte.
Sono esclusi dal costo dello scavo gli interventi di restauro sui manufatti rinvenuti (strutture murarie, particolari reperti, manufatti di pregio, ecc.) che dovranno essere concordati successivamente, se si prevede una qualche forma di musealizzazione.