“Siamo da sempre al fianco degli agricoltori e, per quanto riguarda i danni prodotti alle colture dai cinghiali, abbiamo da tempo messo in campo una serie di iniziative, a partire da piani di controllo innovativi e unici in Italia, fino ai risarcimenti al 100%. È quindi pretestuosa e incomprensibile la polemica sulla mancata adozione del Piano faunistico-venatorio, peraltro in via di approvazione”.
Così replica l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, alle critiche sollevate da una associazione di categoria dell’Emilia-Romagna alla vigilia dell’apertura della stagione di caccia 2018-2019.
“Anzitutto- osserva Caselli- durante la stagione di caccia non esistono limitazioni alla cattura delle specie non protette, quali sono appunto i cinghiali. Quindi già con le regole attualmente in vigore è possibile effettuare i prelievi. Per quanto riguarda il nuovo Piano faunistico-venatorio è già in discussione in Assemblea legislativa, dopo aver affrontato un lungo e laborioso iter burocratico che ha richiesto l’acquisizione del parere positivo dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e il superamento della Valutazione strategica ambientale. Si avvicina quindi la conclusione del percorso di approvazione come peraltro ben noto ai portatori di interesse”.
Indipendentemente dall’approvazione del nuovo Piano, la Regione ha però avviato, negli ultimi anni, un ampio e articolato ventaglio di azioni di contrasto al cinghiale, che prevedono tra l’altro la caccia “di selezione” per 11 mesi l’anno. Con il nuovo calendario è stata ampliata la caccia collettiva, in braccata o in girata, a 5 giorni alla settimana rispetto ai 3 dei precedenti calendari”.
“Stiamo inoltre intervenendo- prosegue Caselli- con piani di controllo ad hoc, alcuni dei quali non hanno precedenti in Italia, come quello adottato all’interno del Parco dei Gessi bolognesi e aree limitrofe, che si stanno rivelando particolarmente efficaci e che stiamo valutando di replicare in altre aree. Per quanto riguarda il risarcimento dei danni alle colture, va ricordato che dopo un lungo confronto a Bruxelles abbiamo ottenuto, prima e unica Regione in Italia, la possibilità di risarcire le aziende al 100% anche per danni di importo superiore al tetto massimo di 15.000 euro su tre anni stabilito dal regime di de minimis”.
“Va, tuttavia, precisato- conclude l’assessore- che le competenze della Regione si limitano alla programmazione e alla regolamentazione degli interventi, mentre l'attuazione pratica compete in larga misura agli Ambiti territoriali di caccia (Atc) e ai cacciatori, per quanto programmato per la ‘caccia’, e al coordinamento della Polizia provinciale per gli interventi effettuati in attuazione dei piani di controllo”-
(G.Ma)