Riceviamo e pubblichiamo.
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Caro direttore,
al tavolo Hemingway, dove non hanno il timore di avvalersi dell’art. 21 della Costituzione (libertà di parola), si è aperto il dibattito sulle esternazioni deldilettante allo sbaraglio che, senza arte né parte, ci ritroviamo capo politico del maggior partito italiano, ministro dello sviluppo economico e ministro del lavoro e delle politiche sociali, nonché Vice presidentedel Consiglio dei ministri.
Tagli delle pensioni d’oro (oltre 4.000 euro mensili); questa la sua ultima esternazione accompagnata da un farraginoso metodo di calcolo col risultato finale di racimolare, si dice, 300 milioni di euro.
Al tavolo, da sempre paladini del principio “un tetto ai meriti, una soglia ai bisogni”, condividono l’obiettivo di ridurre le oltre 109.800 “nababbe pensioni” portandole, tranchant, a 5.000 euro nette al mese. Una cifra che non crea certamente “nuovi poveri” e che consentirebbe un risparmio di qualche miliardo di euro.
Al tavolo lo farebbero stabilendo, ora per allora, un tetto di 5.000 euro alle pensioni e creando un fondo di solidarietà per chi, e sono milioni, fa fatica a coniugare il pranzo con la cena.
Ci perdoni il collega Di Maio (collega in quanto, come chi scrive queste note, pure lui è giornalista pubblicista); a lui noi preferiremmo “Donna Paola”, valente cuoca e madre di famiglia. Lei sì, come tante altre madri di famiglia, saprebbe agire; saprebbe agire senza tanti bla, bla, bla.
Ad maiora (ma temiamo sarà sempre Ad malora)
(Mario Guidetti – prampoliniano portavoce del tavolo Hemingway )