C'è un video, caricato sul profilo Youtube di Redacon e Radionova, che dimostra quanto è forte il cambiamento climatico in atto. Lo si può vedere qui (video di Gail Curby). Al punto tale che le strade sono trasformati in veri e propri torrenti dalla durata dell'evento temporalesco in corso, con una spiccata connotazione tropicale. Poi, dalla siccità, dello scorso anno, alle ripetute piogge di quest'anno. Ma cosa succede? Ne parliamo con Andrea Bertolini, metereologo di Reggio Emilia Meteo.
Quanti sono stati i forti temporali in Appennino da inizio estate a oggi? Quali quelli più significativi?
"Gran parte dei fenomeni temporaleschi, per loro natura, sono accompagnati da rovesci di pioggia che su aree limitate e per breve periodo possono risultare anche molto forti, fino a generare allagamenti, in genere localizzati. Dall’inizio di giugno ad oggi sono state 21 le giornate con temporali significativi, ossia capaci di produrre localmente accumuli di pioggia di almeno 20-30 mm. In nessuno di questi casi però si è trattato di eventi veramente eccezionali in termini di accumulo. I danni maggiori in Appennino sono arrivati dalle grandinate, in particolare quella dell’11 giugno (principalmente colpito Viano) e quella del 15 luglio (interessato il villaminozzese). Oltre al caso di Vetto, piogge eccezionali sono invece state registrate in pianura, nello specifico dalla stazione di Arceto di Scandiano, dove il 3 luglio 130 mm in poco più di un’ora hanno prodotto diffusi allagamenti. Da segnalare anche la forte grandinata che ha interessato buona parte della pedemontana centro-orientale il 5 luglio".
L'anno scorso ci fu molto caldo, quest'anno molta pioggia, come mai?
"Ogni stagione fa storia a sé, la variabilità interannuale è infatti molto forte e nel medio-breve termine sovrasta qualsiasi tendenza climatica. La scorsa estate fu caratterizzata da ripetute espansioni di promontori anticiclonici di matrice nord-africana verso la nostra penisola. Il risultato fu tempo stabile, temperature decisamente oltre la media e forte siccità. Nell’estate che stiamo vivendo gli anticicloni hanno insistito prevalentemente alle alte latitudini, tra Gran Bretagna e Scandinavia, mentre il bacino del Mediterraneo è più spesso interessato da aree depressionarie e quindi da instabilità atmosferica".
La Figura 1 mostra quanto appena descritto in termini di anomalia di pressione (Fig.1A Giu-Lug 2017, Fig.1BGiu-Lug 2018).
Figura 1 – Anomali di altezza geopotenziale a 500hPa: (A) Giu-Lug 2017; (B) Giu-Lug 2018.
Anidride carbonica e gli altri gas serra in circolo: quanto incidono?
"Difficile rispondere a questa domanda: legami tra aumento della temperature globale ed incremento della frequenza degli eventi severi sono stati individuati solo su alcune aree del pianeta. Per quanto riguarda l’Italia e in particolare la nostra regione, le più recenti ricerche, condotte considerando i massimi annuali di pioggia giornaliera, mostrano l’assenza di tendenze significative negli ultimi 60 anni".
In Italia gli ultimi 4 mesi sono stati i più caldi, perché? Quali dati? è così anche in Appennino? Cosa emerge dalle nostre centraline?
"Dopo una fine inverno fredda e nevosa (febbraio-marzo), da aprile a luglio le temperature mensili sono state costantemente sopra la media. Alle alte temperature legate al riscaldamento globale che stiamo vivendo, si è infatti aggiunto, specie nel mese di aprile, un contributo termico positivo legato ad una particolare configurazione barica. Nello specifico l’azione combinata di anticicloni sull’Europa orientale e di aree depressionarie su Nord Atlantico e Penisola Iberica ha favorito la risalita verso la nostra penisola di masse d’aria calda dalle latitudini più meridionali. L’anomalia termica positiva rispetto al trentennio 1980-2010 è stata registrata ovviamente anche in Appennino, ma sia per il confronto con la caldissima estate 2017, che per i frequenti episodi temporaleschi, la percezione di caldo sopra media penso sia stata avvertita chiaramente dalla popolazione solo ad aprile e nella prima decade di agosto".
Quale particolarità?
"Da segnalare che sul Cusna l’ultima neve, come documentato dalle nostre webcam, ha resistito in un canalone fino al 28/29 luglio, cosa non comune negli ultimi anni e legata non certo alle basse temperature della primavera/estate, quanto alla tanta neve caduta quest’inverno".
I cambiamenti climatici sono argomento di discussione comune e politica, fra negazionisti e preoccupati sostenitori. Quale parte ti convince di più?
"Il cambiamento climatico è evidente e innegabile. Comprenderne le dinamiche sulle diverse scale temporali, individuarne le forzanti e attribuire ad ognuna il suo giusto peso per poi sviluppare previsioni sempre più attendibili è un processo complesso e affasciante. In questo percorso la scienza dovrebbe essere libera dalle ingerenze della politica, di entrambe gli schieramenti. Sotto tali pressioni infatti il rischio di adattare i fatti alle teorie, invece che adattare le teorie ai fatti, aumenta".
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Qui il link al temporale di luglio di Vetto: Video su Youtube.
Da anni i mass media ci mostrano a livello mondiale i danni provocati dai cambiamenti climatici. Proprio ora, ho le foto che lo dimostrano, il torrente Parma in città è in secca, sull’alveo neppure un rigagnolo; ieri 15 agosto ho fatto le foto al lago Squincio sopra al Lagastrello e al lago Palo sopra Prato Spilla; Lo Squincio il più grande lago sull’alta Val d’Enza dopo il lago Paduli è una pozzanghera e il livello del lago Palo forse non è mai stato così basso. Questo è la prova evidente che i terribili eventi atmosferici alluvionali che colpiscono alcune zone, come successo a Vetto e in tanti altri paesi, non portano acqua alle falde; le acque alluvionali corrono velocissime ai torrenti e se ne vanno a Po. Questa è la realtà, ma i ciechi o i finti ciechi che non vogliono vedere, per motivi che non sto ad elencare, sostengono che la Diga di Vetto non serve. Sappiate che tutte queste acque alluvionali sarebbero state trattenute nell’invaso di Vetto e oggi le avremmo a disposizione per gli usi irrigui, idropotabili, idroelettrici e non avrebbero arrecato nessun danno a Valle. Ma chi ha altri interessi, o mosso da altri per propri interessi, continuerà a dire di NO all’unica opera indispensabile a tutti: la Diga di Vetto. Mi auguro che chi andrà a votare prossimamente, se pensa all’agricoltura, al territorio, all’ambiente, ai paesi montani, al risparmio energetico, ecc. ecc., tenga conto di votare le persone giuste, e non coloro che vogliono che l’energia elettrica si prodotta dal petrolio, che vogliono che i paesi montani siano solo terra di lupi e cinghiali, che vogliono la fine del Parmigiano Reggiano a favore di altri formaggi Padani,che vogliono che permanga il businnes della vendita delle acque, che vogliono venire sui paesi montani 15 gg. all’anno a farla da padroni, e a chi non importa nulla se Sorbolo e Brescello un giorno saranno alluvionati. Oggi chi dice di no alla Diga di Vetto deve dire nome e cognome e non trincerarsi dietro a delle Sigle, i Cittadini devono sapere chi sono i responsabili di centinaia di milioni di euro di danni successi e che succederanno ancora, visti i cambiamenti climatici. Cittadini di Reggio e Parma; ponete fine allo spreco delle bellissime acque di montagna; salvate i paesi a Valle e i paesi montani; mandate a casa chi vuole che continui lo spreco delle acque; mandateli a casa tutti; solo così si avrà una speranza di rinascita.
Franzini Lino