Partecipazione. È questo che echeggia nell’aria, domenica 5 aprile a Minozzo. Non si è ancora spento l’entusiasmo per l’iniziativa del giorno precedente presso gli Usi Civici, e già pronti per un nuovo momento conviviale, momento in cui si è uniti insieme nella cerimonia, nel ricordo, nella gioia e nel dolore.
Presso il cippo di Jean, in località “La Pioppa” nel comune di Villa Minozzo, il momento è solenne. Qui, più di sett’anni fa, fu impiccato il “piccolo francese”, amico di Osvaldo Caselli, poi trucidato anche lui a Minozzo. Qui, la storia parla. Qui, la storia insegna.
C’è un peso di solennità e di tragedia, che indubbiamente segna lo sguardo di chi passa. Come non ricordare le due bandiere, quella francese e quella italiana, che si rincorrevano e si abbracciavano davanti alla croce che rammentava il massacro? Accaduto solo due anni prima, quando vennero posti il cippo, la croce, l’alabarda e il passato tornava con foga, aggiungendo un nuovo tassello alla commemorazione che riguardava Minozzo. Così, partendo da quel cippo e arrivando fino a Minozzo, ancora una volta la storia si lega al ricordo, alla conoscenza e alla coscienza di chi sa che le cose possono cambiare, possono peggiorare, e che la comoda, calda realtà, non è caratterizzata da muri così fermi da non poter essere rimossi. Le cose cambiano, e la storia insegna che c’è una brutalità che di tanto in tanto torna, e che “non possiamo fare altro che ringraziare per vivere in un periodo, anche molto lungo, di pace”, come dice Luigi Fiocchi, sindaco di Villa Minozzo.
È interessante l’omelia di don Fernando Imovilli che, facendo parlare direttamente le persone coinvolte, le sprona a spiegare all’assemblea cosa rappresentino quelle bandiere attorno all’altare, e cosa si ricordi a Minozzo in questa particolare ricorrenza.
«Ricordiamo la morte di diversi minozzesi, proprio qui, sul sagrato. Una morte barbara e inutile.» spiega il presidente dell’Alpi-Apc Elio Ivo Sassi.
Sono emozionate anche le parole del sindaco di Toano Vincenzo Volpi, e del già citato Luigi Fiocchi, che ricorda con orgoglio che “Villa Minozzo è medaglia d’argento al valor militare”.
La medaglia, spicca con orgoglio sul gonfalone. Brilla, accanto a quelle del medagliere.
Simboli gloriosi che spingono a riflessioni profonde, come quella del parroco di Minozzo, che spiega che: «“Caduto” è una parola che richiama l’immagine di una persona stesa a terra. Ma nel libro dell’Apocalisse, i “caduti” erano in piedi davanti all’altare, e morendo avevano offerto la loro vita, come avevano fatto i nostri, di “caduti”. Offrire la vita per gli ideali di libertà, giustizia e pace, è anche stare in piedi, raggiungere il cielo, raggiungere Dio.»
Viene benedetta la lapide dei caduti, viene apposta la corona e chi è morto è nuovamente vivo tra i presenti.
«E’giusto che il ricordo di questi caduti possa essere fatta memoria delle giovani generazioni. La costituzione italiana, la democrazia, la partecipazione alla vita pubblica, la libertà individuale è grazie a queste persone che non solo qui, ma anche in altri luoghi, han dato la propria vita.» dice il presidente Sassi, per poi cedere la parola al sindaco Luigi Fiocchi che ricorda la giornata “intensa” di ieri, sempre presso gli Usi Civici, sempre uniti nella commemorazione.
«Si parlava della guerra di allora e di oggi, dei bambini di quel periodo, dei sogni che si scagliavano contro le bombe.
Si è parlato anche della guerra di oggi, quella in Siria, delle macerie che vediamo ogni giorno e che ci dovrebbero rimanere un poco nel cuore. Vediamo famiglie fuggire dalla disperazione, dall’odio e dalla violenza, e molto spesso è più facile cambiare canale e dedicarsi a qualcosa di meno impegnativo. Non dobbiamo dimenticare che la guerra da noi è stata tanti, e tanti, anni fa, e sono seguiti anni di pace. Manteniamo questa pace, non mettiamoci su una linea sbagliata, cerchiamo di riconoscere gli errori del passato e non dimenticare che è l’uomo che causa la guerra e la guerra è dietro l’angolo. Solo noi possiamo permettere alla pace di rimanere.» Conclude il sindaco leggendo alcuni cognomi, cognomi di qui, cognomi “nostri”. «Non dimentichiamoli mai, anche se ci troviamo un giorno solo all’anno, ma che ci deve servire da esempio per il futuro.»
Vengono ringraziati il sindaco Volpi, Alpi-Apc, Anpi, Associazione Alpini, Associazione Carabinieri, Croce Verde e tutti i partecipanti, invitati a un momento conviviale presso il locale degli Usi Civici di Minozzo. Ancora una volta la Croce Verde spiega mezzi e attrezzature, predisponendo un rinfresco degno di un banchetto di nozze.
«Perché,» spiega in seguito Sassi, «è importante che il paese sia unito nel ricordo, e che dopo la solennità del momento, ci sia anche la convivialità, dove si fa comunità e si gode della reciproca convivenza. Così enti e istituzioni possono confrontarsi col cittadino, si parla, si chiacchiera, ci si ascolta. E si impara l’uno dall’altro. È uno dei modi per non rendere vana la morte di queste persone e ricordare che noi ci siamo grazie al loro sacrificio. È un modo per ringraziare per la libertà concessa, perché libertà è partecipazione. Partecipazione alla vita di paese, ai momenti insieme, al ricordo, alla preghiera e, perché no, anche a un lauto banchetto insieme.»