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Cascella: quegli scatti in cui rivive il maestro. Al Centro Civico di Collagna tutti i giorni l’itinerante di Claudio Barontini

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Claudio Barontini

Ci sono i ritratti. Ci sono le istantanee. Ci sono (malauguratamente) i selfie. Poi ci sono quelle fotografie così taglienti, così intime da riuscire a catturare la dimensione più profonda del soggetto. Immagini che appena le scorgi non puoi fare a meno di soffermarti, di restare ad osservarle per minuti, finché non ti parlano, non ti permettono di entrare dentro il personaggio, dentro ogni singola ruga di quel volto, fino a capirne il travaglio interiore. Ne sono un esempio gli scatti in cui il fotografo Claudio Barontini ha ritratto lo scultore Pietro Cascella, esposte nella mostra “La presenza e l'assenza. Pietro Cascella fotografato da Claudio Barontini”. Dopo l'inaugurazione del 29 luglio, alla presenza dell'autore, di Cordelia von den Steinen – Cascella, del sindaco di Ventasso Antonio Manari e di un folto pubblico, la mostra sarà fruibile fino a domenica 12 agosto, presso il Centro Civico di Collagna.

Claudio Barontini con la foto di Patti Smith durante una mostra al Museo Civico Giovanni Fattori

Abbiamo accettato con onore e piacere – dichiara Antonio Manari, sindaco di Ventasso – di collaborare all'esposizione della mostra fotografica in cui Barontini ha sapientemente ritratto Cascella. Mostra che è motivo di vanto non solo per il comune di Ventasso ma per l'intero crinale a cui conferisce un valore ancora più elevato, grazie anche alla bellissima fontana ‘Le Macine’ che lo scultore ha realizzato nella piazza centrale di Collagna. Ringraziamo le volontarie della biblioteca comunale grazie alle quali possiamo garantire l'apertura quotidiana della mostra”.

I grandi artisti rimangono sempre presenti, anche quando non lo sono più. Pur nella loro assenza fisica, infatti, continuano ad essere vivi grazie alle loro opere”. Così l'autore spiega il titolo  “La presenza e l'assenza. Pietro Cascella fotografato da Claudio Barontini”.

“Barontini ha fotografato Pietro allo studio al lavoro – scrive  Cordelia von den Steinen – Cascella nell’opuscolo della mostra –, nei momenti di grande concentrazione e dedizione, tanto che le immagini trasmettono la sensazione di una profonda sintonia tra l'artista e l'opera che sta creando. Sono testimonianze preziose, irripetibili”.

Pietro Cascella e Claudio Barontini

“La mostra – spiega il fotografo – nasce nel decennale della scomparsa di Cascella. L’idea è stata di Paolo Grassi, sindaco di Fivizzano, città in cui lo scultore ha vissuto per lungo tempo (nel Castello di Verrucola), fino alla sua scomparsa. Grassi mi ha invitato ad esporre le foto che avevo scattato al maestro ed è nata così una vera e propria mostra itinerante in alcuni Comuni uniti dal fatto che sul loro territorio è presente almeno un’opera di Cascella. Dopo Fivizzano e Collagna, infatti, la mostra si sposterà al Museo dei Bozzetti di

Pietrasanta, dal 18 agosto al 30 settembre, poi a Villa Rinchiostra di Massa, dal 4 ottobre al 4 novembre. Per attuarla, è stato

Fondamentale il ‘Protocollo d’Intesa’ siglato dai Comuni di Fivizzano, Ventasso, Pietrasanta e Massa”.

“Pietro ha sempre sostenuto l’importanza di fare uscire l’arte dal chiuso dei musei – asserisce Cordelia nel volumetto – per restituirla al contesto vivo della comunità, infatti ha realizzato un notevolissimo numero di opere sul territorio. Da qui è nato il mio progetto di costruire un itinerario che leghi le sue opere,  cosi da creare un Museo all'Aperto”.

“Ho conosciuto Cascella nel 1994 nel Castello della Verrucola durante un servizio fotografico per un settimanale – racconta Barontini –. A fine shooting mi chiese se sapevo fare le foto alle sue opere in pietra perché ne aveva urgentemente bisogno. Anche se ero inesperto nel genere scultoreo dissi che avrei provato. Rimase talmente contento del risultato che ho continuato a scattare foto alle sue sculture per altri 14 anni”.

“La mostra – prosegue – si propone di mettere insieme alcune foto inedite di vita quotidiana scattate durante i quattordici anni di amicizia e collaborazione fotografica con Pietro Cascella, per fissare nella memoria i suoi gesti, la sua concentrazione sul lavoro, i suoi ambienti di vita. Vuole essere dunque un omaggio, ringraziando Pietro per il regalo che mi ha fatto dandomi l’opportunità dì conoscerlo e fotografarlo”.

“Oltre a uno dei massimi maestri del 900 – aggiunge –, ricordo Pietro come una persona estremamente saggia. Spesso con la sua voce da baritono mi dispensava consigli. Indelebili sono anche i suoi racconti su Henry Moore, Costantin Brancusi e Jacques Lipchitz, lo scultore lituano amico di Amedeo Modigliani”.

La mostra di Collagna

Quanto tempo per realizzare la mostra?

“Non molto. In parte era già pronta. Nel 2003 era, infatti, uscito il libro, “La presenza e l'assenza. Pietro Cascella fotografato da Claudio Barontini”, edito da Bandecchi & Vivaldi. Durante la presentazione esposi alcune stampe fotografiche che, in parte, ripropongo in questa mostra”.

Quale è la foto a cui è più affezionato?

“Sono molto legato al ritratto scelto per la locandina, anche se non c’è uno scatto preferito. Ogni fotografia ha una sua importanza perché nasconde difficoltà tecniche, ricordi, aneddoti, impressioni uniche e irripetibili. A Collagna, per motivi di spazio, le foto esposte sono solo una trentina, tutte rigorosamente in bianco e nero, proprio come piacevano a Cascella. Il colore distoglie, il bianco e nero, invece, aiuta a far emergere l’essenziale”.

Che cosa si propone di trasmettere all'utente?

“La registrazione della memoria, ovvero il principale motivo per cui è stata inventata la fotografia. Ho congelato la quotidianità, i gesti, la concentrazione sul lavoro e gli ambienti di vita di uno dei più grandi artisti del 900 e ho cercato di restituirli allo spettatore”.

Perché visitare la mostra?  

“Perché parla di arte, di scultura, di fotografia. Lo storico dell’arte Giammarco Puntelli l’ha definita come un racconto su Pietro Cascella con la voce narrante di Claudio Barontini”.

Oltre a Cascella, Barontini ha ritratto numerosi personaggi come Patti Smith, Lou Reed, Carlo d'Inghilterra, Clara Agnelli, Franco Zeffirelli, Vivienne Westwood, Vittorio Gassman e tantissimi altri. Sta, infatti, lavorando ad una mostra che “sarà inaugurata al  CAMeC  (Centro Arte Moderna e Contemporanea) di La Spezia a inizio ottobre. Non posso ancora anticipare molto ma sarà una importante esperienza perché anche in questo caso mi confronterò con un grande. E il vernissage sarà un appuntamento imperdibile” – conclude.

Antonio Manari, Calaudio Barontini, Cordelia von den Steinen alla presentazione

La mostra, ad ingresso libero, è aperta tutti i giorni, dalle 16.00 alle 19.00, presso il Centro Civico di Collagna. Per ulteriori informazioni e visite fuori orario è possibile contattare lo 0522.891972, oppure inviare una mail a: [email protected].

 

(Catia Marcucci)

 

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https://www.youtube.com/watch?v=tGo_HWPJDPQ  (Per il video inerente).

 

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LA SCHEDA / L'ARTISTA

Chi è Pietro Cascella

 

Pietro Cascella (Pescara, 1921 – Pietrasanta, 2008) inizia ad interessarsi alla pittura in giovane età, seguendo le orme del padre Tommaso e del nonno Basilio. Nel 1938 si trasferisce a Roma dove si iscrive all'Accademia delle Belle Arti. Nel 1943 espone alla IV Quadriennale romana e nel 1948 alla XXIV Biennale di Venezia. Tra la fine degli anni Quaranta e l'inizio dei Cinquanta lavora la ceramica con la prima moglie Anna Maria Cesarini Sforza e il fratello scultore Andrea in una forma e romana chiamata Valle dell'inferno. Nel 1956 partecipa di nuovo alla Biennale di Venezia e, in quel periodo, conosce l'artista Sebastian Matta. Nel 1962 tiene a Roma una mostra personale di ceramiche nella Galleria L'Obelisco e a Milano nella Galleria del Milione. Nel 1958 inizia il progetto del monumento al martirio del popolo polacco e degli altri popoli ad Auschwitz ideato con il fratello Andrea e l'architetto Julio La Fuente, poi realizzato nel 1967 su nuovo disegno di Pietro in collaborazione con l'architetto Giorgio Simoncini. Nel 1965 incontra la scultrice Cordelia von den Steinen e si trasferisce a Monteggiori, in Versilia, dove abita e lavora fino al 1977, quando con Cordelia e il figlio Jacopo trasloca a Fivizzano, nel castello di Verrucola. Accademico in Francia, nel 2004 viene nominato Presidente all’Accademia Nazionale di San Luca.

Pietro Cascella a Fivizzano 2005

Alcune opere monumentali: Monumento ad Auschwitz, a Birkenau, 1967; Arco della Pace all’Indipendence Park di Tel Aviv, 1971; Nascita di un mondo nuovo a Sasso Marconi, 1971; Monumento a Giuseppe Mazzini a Milano 1972-1974; Oracolo a Parma, 1974; Fontana degli Sposi, nel Parco del castello Severi a Carpi, 1976; Monumento a tutti i giorni a Pescina, 1979-1983; Bella ciao dedicato alla Resistenza, a Massa Carrara, 1975-1982; Cento Anni di lavoro, a Pedrignano, 1980-1982; Nave a Pescara, 1987; Agorà all'università di Chieti, 1990-1991; Volta Celeste, 1990, e Cappella Funeraria, 1993, ad Arcore; Monumento della Via Emilia, a Parma; Porta della Sapienza, a Pisa; Ara del Sole, a Piscinas; Porta del Terzo Millennio, 1996; Fontana città di Chiavari, 2000; Fontana le macine a Collagna, 2003; Teatro della germinazione, nel Parco Nazionale d'Abruzzo; Porta dei vestini, a Penne, 2001; Terra madre, progettata per il Centro Astrofisico di Nizza, 2006, Ara Pacis, 2006; Blocco Sospeso a Parma, 2008. Il suo ultimo lavoro è una piazza monumentale nel comune della “sua” Fivizzano, la Piazza dei Parchi di Rimetta, inaugurata nel 2011.

 

 

 

 

 

 

 

 

LA SCHEDA / L'AUTORE

Chi è Claudio Barontini

 

 

Claudio Barontini nasce a Livorno. Inizia a fotografare negli anni ‘70, quando, per circa 8 anni, gira il mondo suonando il basso e il contrabbasso nell'orchestra della celebre cantante Milva. In questa occasione inizia a fotografare città come Parigi, New York, Boston, Amburgo, San Pietroburgo, allora ancora Leningrado, e molte altre. Nel 1979 collabora come fotografo free lance per il quotidiano Il Tirreno. Nel 1982 realizza una lunga ricerca storico fotografica, accompagnata da testimonianze "vive", intitolata Livorno - Parigi - Costa Azzurra, incentrata sui luoghi vissuti dal pittore Amedeo Modigliani. Alcune di queste immagini vengono acquistate, nel 1984, dal Museo Progressivo di Arte Contemporanea di Villa Maria di Livorno e altre esposte in varie mostre come Omaggio a Modigliani al Museo Montmartre di Parigi. Nel 1990 diventa fotoreporter professionista e debutta con una pubblicazione su L'Europeo. Nel 1994 conosce lo scultore Pietro Cascella con il quale instaura un rapporto di stima, amicizia e collaborazione durato fino al 2008, anno della scomparsa del grande artista italiano. Nel 1995 viene invitato, come free lance, alla realizzazione dei numeri zero della rivista Chi. Da allora innumerevoli sono le partecipazioni artistiche e le pubblicazioni su prestigiosi periodici nazionali e internazionali. Dal 2008 riprende l'attività espositiva in musei e gallerie d'arte.
Tra le più recenti mostre personali realizzate si ricordano:

- 2016 Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno

- 2017 Castello monumentale di Lerici

- 2017 Museo della Commenda di Genova

Per i libri: Portraits of celebrities 2010 / La Presenza e l’Assenza. Pietro Cascella fotografato da Claudio Barontini 2013 / Muscolai 2014 / Claudio Barontini Ritratti 2016 / Claudio Barontini fotografie 2017.