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Città Slow, bene così

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Risalire la china di un Festival che, agli esordi, stupì varcò i confini regionali non è facile. Non fosse altro che, di mezzo, all'epoca c'era nientepopodimeno che Slow Food. Eppure a Felina ci si sta provando. E, ieri sera, sabato, la comunità locale ne ha dato una bella prova. Il successo lo si è visto in un afflusso di persone che, complice anche il caldo torrido delle città, è stato davvero considerevole. Ma, sicuramente, ha pagato l'idea, originale, di puntare finalmente sul locale: "Appennino - Contandino" è l'assonanza che veniva proposta lungo le vie del paese. Quindi l'impegno di tanti volontari a produrre i cibi locali, tra i quali l'immancabile scarpasun e il gnocco fritto. Il risultato? Qualche migliaio di persone è tornato ad affollare le vie del centro in un sabato davvero suggestivo dove, per altro, era possibile perdersi e cenare, senza troppa difficoltà, stando alla numerosa offerta di prodotti tipici.

Due scatti dal Città Slow a Felina

Scrive la felinese Katia Palladini sul suo profilo Facebook: "Credo non ci fosse altro paese dove poter fare e celebrare Città Slow. Felina e la sua gente ne sono l emblema: socievoli, generosi, sono una collettività operosa e impegnata nel sociale: si contano diverse associazioni, un coro foolk, diversi musicisti, una pro loco e diverse società sportive. Poi famiglie di storici norcini, e produttori di rinomati salumi, uomini capaci di comporre canzoni e spartiti senza aver fatto il conservatorio e aver tirato su una banda che conta decine di elementi e uno scrittore di commedie e poesie. Pure un illustre cardinale e un sacerdote che ha raccolto trovatelli e figli di famiglie in difficoltà per tutta la montagna dando loro un tetto amorevole e un istruzione. Un volontariato attivo e diverse cooperative storiche. Vive d'artigianato e agricoltura con un suo caseificio forte e rinomato! Il Felinese è tenace e attaccato alle sue radici e soprannomi.., col suo lento e quieto vivere. Mi piacciono questi giorni di allestimenti, con dietro i suoi mesi di organizzazione. Ci aspettano tre giorni di lavoro serrato, ma anche di sorrisi, condivisione e saper fare comunità!"

Bene così.