Riceviamo e pubblichiamo.
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Egr. Direttore, spero che finisca la disinformazione sulla Diga di Vetto; qualcuno supera i limiti.
Chi fa disinformazione sull'invaso di Vetto ha una costanza incredibile; da 29 anni continua a diffondere notizie false su quest'opera; se non fosse perchè la disinformazione non è un valore ma un disvalore, qualcuno meriterebbe il premio Nobel.
Spesso nel dire le cose come stanno mi sento l'ultimo dei Mohicani, poi leggendo i commenti che vengono fatti anche su questo giornale mi convinco di non essere solo nel sostenere la verità delle cose.
Leggendo un articolo su Redacon del 27 u.s. che inizia: "come ambientalisti"...; vorrei che si sapesse che da oggi sull'Enza non ci sono più solo i pericoli: Vajont, faglia sismica, nebbia su Vetto tutto l'anno, la neve che non cadrà più sui nostri monti a causa dell'invaso, i cambiamenti climatici che impediranno la stagionatura dei prosciutti, le povere lontre inestinti che annegheranno e tanto altro, ma si aggiunge il drammatico pericolo della balneazione se si dovesse costruire la Diga di Vetto, ed inoltre si scrive che ci sarà un danno per migliaia e migliaia di persone che utilizzano il fiume e che sarà la fine del turismo su queste terre.
Mi spiace, ma questa non è la verità, e lo dico ai "veri" Ambientalisti che amano come me questo territorio devastato, abbandonato e spopolato, a loro devo dire le cose come stanno, indipendentemente dal fatto che sono un promotore dell'invaso, i fatti parlano, le parole come leggiamo, dicono spesso l'opposto della verità. Sulla balneazione di una Diga è la Regione che stabilisce se è balneabile o non lo è, o se sul lago ci sono zone balneabili o meno; nel modo più assoluto un invaso non è balneabile in prossimità dello sbarramento e le zone balneabili spesso sono delimitate da birilli collegati da funi, inoltre se l'area di balneazione è autorizzata deve essere presente il bagnino; si sabbia che c'è più rigorosità su un invaso artificiale rispetto al mare.
Vi porto degli esempi vicino a noi, il lago di Ridracoli sull'Appennino Forlivese non è balneabile, come non lo è il lago del Brugneto sull'Appennino di Piacenza, mentre lo è il lago del Bilancino tra Bologna e Firenze e il Lago di Montedoglio tra Forlì e Arezzo in alcune zone.
Leggere che l'invaso di Vetto comporterebbe la totale scomparsa del turismo è troppo, non è accettabile leggere queste menzogne; intorno alla Diga di Vetto erano previste cinque aree di balneazione, dotate di aree parcheggio auto, spiaggia, locale spogliatoio e servizi e angolo bar; ma oltre a questo il rilascio di 8 mc di acqua al secondo nel periodo estivo avrebbe consentito gare di canoa lungo l'Enza in tutto il periodo estivo fino a Cerezzola, come succede sul Toce; l'Enza sarebbe stato uno dei pochi torrenti a livello Nazionale che avrebbe consentito questo nel periodo estivo, in quanto essendo un invaso ad uso irriguo in estate deve rilasciare una quantità enorme di acqua per l'agricoltura; è l'uso irriguo che comporta la necessità di un invaso di discrete dimensioni, anche se un invaso da 100 milioni oggi lo si può definire un piccolo invaso a fronte di invasi da decine e decine di miliardi di metri cubi che stanno costruendo in varie parti del mondo, ma anche in Italia abbiamo invasi da 600/800 milioni di metri cubi.
Parlare non serve, Vi mostro foto fatte da me all'invaso del Bilancino, inaugurato nel 2002; Vi renderete conto del turismo che si è sviluppato su questo invaso in pochi anni, tre scuole di nautica a livello internazionale, campeggio in riva al lago con centinaia di Camper e roulotte, agriturismi ovunque e tanto altro, oltre alla bellissima area faunistica, Il Gabbianello, per la cura degli uccelli feriti gestita dal V.V.F.
Ripeto il mio appello: basta con le menzogne, l'invaso di Vetto prevedeva che fosse balneabile; ma oltre a questo non porterà solo il turismo sui paesi montani, salverà anche i paesi a valle come Sorbolo e Brescello dalle alluvioni, oltre a dare un futuro al Parmigiano Reggiano e a tanti altri prodotti dell'agroalimentare Reggiano Parmense.
(Lino Franzini di Taviano di Ramiseto Sindaco di Palanzano)
Caro Franzini, questi presunti “ambientalisti”, non sarebbero davvero degni neppure di risposta.
Credo davvero che certi articoli “demenziali” dovrebbero essere valutati attentamente prima di essere pubblicati.
Siamo in molti con lei e la sosterremo.
Saluti.
Vittorio Bigoi
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Nota di redazione.
Come diamo parola a lei diamo parola anche a chi pensa diversamente da lei.
L’aria e ‘ cambiata caro Lino, speriamo cambi ancora un po’….
(Ivano Pioppi)
Concordo totalmente col Sindaco Franzini. Aggiungersi il lago di Vagli, in Garfagnana, che attira migliaia di turisti ogni anno. Questo invaso di Vetto doveva venir realizzato trent’anni fa, di certo molte più persone risiederebbero ancora in montagna.
(Riccardo Bigoi)
Mi complimento per l’esauriente nota del sindaco Franzini, che esprime considerazioni completamente condivisibili e mi chiedo di chi sia chiamato a decidere e quindi di chi sia la responsabilità di questo assurdo ritardo.
(Manlio Bottazzi)
molto bene che qualcosa si stia muovendo nel senso giusto, spero vivamente che questa opera venga realizzata per il bene di tutti e non sia un’utopia, confido nelle persone di buona volontà e buon senso.
(C219T)
Ciò che scrivono certe persone, che hanno il coraggio di definirsi ambientalisti e permettono che il bene più importante della vita “l’acquaA”, venga sprecato tutto l’anno è inconcepibile; se poi pensiamo che sprechiamo le acque pulite della montagna e beviamo quelle dei pozzi è ancora più assurdo. Per il turismo un bellissimo lago balneabile e navigabile sarebbe l’unica vera attrazione turistica che avrebbe questa valle, porterebbe migliaia di persone intorno al lago. Se pensiamo all’utilità di questo lago è inconcepibile come qualcuno possa opporsi; spero che chi ha il potere vada avanti e inizi i lavori al più presto in montagna non c’è rimasto nessuno, solo il lavoro e il turismo che porterebbe questo lago potrebbero cambiare le cose
(Laura)
Signor sindaco Franzini, le propongo di mettersi nei panni di chi sente la paura di ciò che gli eventi atmosferici potrebbero scatenare e, guarda caso, magari, si trovano con le loro abitazioni in possibile zona di rischio. Sa, su questa terra, il diritto alla vita è sacrosanto. Lei rassicura, ma lei abita a Palanzano, cioè a monte, forse gli ambientalisti hanno a cuore anche la vita di chi abita a valle? Non crede?
(Dorotea)
Con perseveranza e coerenza il sindaco di Palanzano propugna e caldeggia l’idea della diga, avvalendosi di un insieme di valutazioni e riflessioni, e sembra peraltro avere un crescendo di simpatizzanti e sostenitori (il che non può che essere per lui motivo di comprensibile soddisfazione). Tra di loro, c’è chi arricchisce e rafforza le ragioni addotte dal sindaco e c’è pure chi sminuisce e banalizza quelle, diverse ed opposte, portate da altri, al punto da volerle “zittire” o quasi, ed è su questo aspetto che vorrei soffermarmi, perché lo considero un doppio errore. Innanzitutto, a me sembra che ogni punto di vista abbia diritto di “cittadinanza”, anche perché in ciascun pensiero può esservi qualcosa di buono, da poter prendere in esame, e dovendosi altresì tener presente che confronto e contrapposizione delle opinioni sono il sale e l’essenza della democrazia. Dopo di che, a chi respinge i ragionamenti degli “anti diga”, ritenendoli insensati e privi di logica, tanto da volerli “silenziare”, mi sentirei di dire che più ne aumenta l’esposizione maggiore è la loro perdita di credibilità, in una sorta di “autogol”, se appunto “non stessero in piedi” (ma sarà comunque chi legge o ascolta a giudicare l’una e altra tesi).
(P.B., 28.7.2018)
…allora adesso le famose lontre degli ambientalisti si sono trasformate in bagnanti? Ormai non hanno più argomenti!
(Sabrina)