Ripensare al territorio come paesaggio di una comunità, dove lo spazio del vivere quotidiano si integra e interagisce con il suo prodotto più celebre: il formaggio Parmigiano Reggiano. Questo è lo scopo della conferenza in programma venerdì 27 luglio al castello di Sarzano di Casina aperta a cittadini, docenti, produttori, ristoratori e aziende agricole per confrontarsi sul rapporto tra “paesaggio-territorio”, produzioni agricole e sulle ripercussioni sociali ed economiche che esso provoca nell’intera comunità. Al termine verrà inaugurata una mostra fotografica di profilo europeo.
“Il Parmigiano Reggiano è legato in modo indissolubile all’Appennino Emiliano e proprio grazie alle sue caratteristiche climatiche favorevoli, che conferiscono particolari qualità organolettiche alle materie prime, si riesce a produrre un prodotto così eccellente e invidiato nel resto mondo. La giornata di venerdì 27 è un’anteprima della Fiera del Parmigiano Reggiano. L’iniziativa è pensata per riconoscere questo territorio come un paesaggio dotato di caratteristiche uniche e speciali – afferma Grazia Filippi, Assessore alla scuola, cultura e sport del comune di Casina – e vogliamo che segni l’inizio di un percorso ambizioso. Al termine inaugureremo la mostra fotografica di due autori che ho voluto per interpretare questo tema non facile, Kai-Uwe Schulte-Bunert e Fabrizio Cicconi, che apriranno finestre nuove sui nostri ambienti quotidiani. Questo progetto culturale è sostenuto anche dalla Regione Emilia Romagna (parteciperà l’assessore regionale Massimo Mezzetti) e ha l’attenzione anche dell’Istituto dei beni culturali regionale. Desideriamo allargare i confini del progetto: ora c’è il parmense con il comune di Neviano degli Arduini, ma auspichiamo di arrivare a Modena e Bologna”.
Per il presidente del Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano Fausto Giovanelli, che coordinerà l’evento di venerdì, il Parmigiano Reggiano “è l’esempio perfetto di un’eccellenza alimentare nata dal connubio di abilità umane, favorevoli condizioni climatiche e amore del territorio”. “L’area dell’Appennino Tosco-Emiliano – spiega il presidente – è stata riconosciuta dall’Unesco come ‘riserva della biosfera’, un’area in cui la storia e l’ambiente naturale convivono in perfetto equilibrio. Dopo quest’incontro speriamo di proseguire con studi, ricerche e altri metodi divulgativi istituendo una “scuola del paesaggio del Parmigiano Reggiano”, proprio all’interno dell’area MaB”.
L’iniziativa è promossa dal Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano insieme all’Unione Montana dell’Appennino reggiano e ai comuni di Casina, Carpineti e Neviano degli Arduini, ed è stata progettata in collaborazione con la Biblioteca-Archivio Emilio Sereni e Istituto Alcide Cervi, che promuove sul piano culturale e scientifico la conoscenza del paesaggio agrario. Il progetto è sostenuto anche dalla Regione Emilia Romagna con la Legge 37/2004 e fortemente sostenuto dal Consorzio del Parmigiano Reggiano.
Dopo i saluti istituzionali da parte dell’assessore di Casina Grazia Filippi, del sindaco di Neviano degli Arduini, Alessandro Garbasi, e di Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi, interverranno: Rossano Pazzagli dell’Università del Molise, Giampiero Lupatelli, dell’Archivio Osvaldo Piacentini, Marcello Chiesi, presidente della Latteria San Giorgio di Cortogno. Concluderà Massimo Mezzetti, Assessore alla Cultura e alle politiche giovanili della Regione Emilia Romagna.
Alle ore 19:00, inoltre, verrà inaugurata la mostra fotografica di Kai-Uwe Schulte-Bunert e Fabrizio Cicconi “Forma. Luoghi, cose, persone del Parmigiano Reggiano”, che resterà aperta fino al 26 agosto. A seguire assaggi di prodotti tipici e, grazie al Falco Pellegrino, concerto live ‘Blues e Parmigiano‘ di Follon Brown Band.
Nel 1955 lavoravo a Siviglia per ricerche idrocarburi. Eravamo 10 famiglie che ci facevamo mandare 500g, di parmigiano-reggiano per posta, campione senza valore, di più non si poteva. La moglie di un collega ne parlò col droghiere che cominciò a importarlo e venderlo a tutti i clienti. Ora si ho ripetuto l’episodio. La figlia della mia badante ucraina, è venuta due anni fa per cure mediche e ha portato con se la figlia d 2 anni che ha cominciato a mangiare la pasta asciutta col formaggio. Torna in patria all’asilo a pranzo ha cominciato a piangere perché non c’era il formaggio. Ora la mia badante continua inviarlo regolarmente col pulmino e lei va all’asilo col sacchetto di formaggio grattugiato.
(Ermete Muzzini)