Dichiarazione di Gianluca Sassi, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, in merito all’indagine che ha portato all’arresto del vice comandante della polizia municipale.
"Se la magistratura dovesse confermare quanto emerso dalle indagini, vuol dire che la situazione all’interno del corpo di polizia municipale della Val d’Enza era compromessa da tempo. Per questo adesso la priorità deve essere quella di ristabilire un clima di totale serenità per permettere alle donne e agli uomini della polizia municipale, a cui va tutta la mia vicinanza, di poter tornare a lavorare tranquillamente per il bene della nostra comunità. A loro vorrei anche ricordare che, proprio grazie alla legge sul “whistleblowing” che il Movimento 5 Stelle ha voluto fortemente e fatto approvare nel corso della scorsa legislatura, situazioni di questo genere possono essere denunciate senza aver paura di ripercussioni di nessun tipo sul luogo di lavoro. Adesso attendiamo che la magistratura faccia il suo lavoro. Certo è che se le accuse dovessero essere confermate ci troveremmo di fronte a una situazione molto grave verso cui i sindaci dell’Unione prima di tutto, dovrebbero reagire con fermezza per tutelare l’immagine delle istituzioni che rappresentano. Per questo in un eventuale processo a carico delle persone arrestate l’Unione si dovrebbe costituire parte civile. Infine, vorrei esprimere il mio personale apprezzamento verso chi ha condotto le indagini, con i carabinieri di Castelnovo ne’ Monti, la Procura e la Municipale di Reggio Emilia".
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Nota Ufficiale del M5S della Val d'Enza
L'arresto del Vicecomandante del comando di Polizia di Montecchio, della Polizia Municpale della Val d'Enza, Tito Fabiani, scuote tutta la nostra comunità, ed è una ferita per la credibilità delle nostre Istituzioni.
“Ognuno è innocente sino a condanna definitiva, passata in giudicato”. Ricordo che io sono stato denunciato per stalking dalla allora presidente della provincia Sonia Masini; indagato per più di due anni. Poi denunciato e quindi indagato dal comandante del nucleo investigativo de carabinieri, capitano Giuseppe Marinelli per mendaci dichiarazioni sulla mia attività lavorativa e per produzione di biglietto da visita falso (con il logo del Ministero degli Affari Esteri, task force Iraq).
Dopo circa due anni sono stato scagionato da entrambe le accuse per”infondatezza della notizia di reato” e per “il fatto non sussiste”. Diversi articoli sui quotidiani La Gazzetta di Reggio e il Resto del Carlino, oltre a tutti i giornali online della provincia.
Pagato spese legali, perso il lavoro con il Ministero degli Esteri ecc. E nessuno ha finora chiesto scusa.
Credo che un po’ di dubbi e di sano scetticismo sull’operato delle forze dell’ordine e della Procura della repubblica possa venire, non crede?
Io ho lavorato come consulente a progetti internazionali di ben due ministeri italiani e per l’Agenzia Europea di Ricostruzione, nell’arco di dodici anni.
Ho lavorato per lo Stato, e Procura e carabinieri lo mettevano in dubbio … !?
La denuncia della signora Masini ha avuto un carattere politico e, mia opinione, anche il riguardo del capitano Martinelli e della Procura nei suoi confronti hanno avuto un chiaro segno “politico”. Ovvero diamo una lezione a Davoli …
Saluti da un cittadino integerrimo, che ha conosciuto Procura e tribunale solo per motivi politici. E la politica come io l’intendo è “lottare per il bene comune”!
(Alessandro Davoli)