"L’episodio che è avvenuto nei giorni scorsi presso la Casa della Carità di Cagnola va rigettato al mittente perché lo riteniamo inaccettabile - commentano a Redacon Cgil e Cisl della zona montana -. Esprimere le proprie idee nel più totale anonimato attraverso forme di violenza è un atto di vigliaccheria gratuita che non serve alla Comunità. E’ una modalità che manifesta, in chi lo ha portato a termine, la totale incapacità di confrontarsi e di relazionarsi con chi la pensa diversamente. E qua, anche se qualcuno ha provato a strumentalizzare, non c’entra nulla la politica".
"L'associazione Libera che ha promosso l'iniziativa delle magliette rosse - prosegue la nota -, lo ha fatto motivandola e argomentandola; poi si può essere d’accordo o non d’accordo. Questo episodio ci testimonia che oggi, più che mai, c’è un bisogno enorme di partecipazione da parte di tutti nella società civile, ma tale opportunità deve essere esercitata con consapevolezza e responsabilità e nelle forme previste dalla nostra Carta costituzionale. Solo così si può costruire una società migliore".
Diamo per scontato che il colore della maglietta fosse e sia del tutto casuale, e in ogni caso privo di qualsivoglia significato ed intendimento politico, ma va nondimeno riconosciuto che nel nostro Paese il rosso viene tradizionalmente e convenzionalmente abbinato, o quantomeno accostato, ad una determinata linea ideologica e parte politica, il che andrebbe tenuto presente anche nella fattispecie, dal momento che qualcuno ha ritenuto di richiamare qui le nostre radici (le quali, unitamente a consuetudini ed usanze, non possono essere ritagliate e selezionate su misura, ossia a nostro gradimento, ma vanno prese in blocco).
Questo, ovviamente, non giustifica affatto il ricorso a forme improprie e riprovevoli di dissociazione e protesta, vedi l’aver apposto la svastica, ma il confronto “civile” auspicato dai Sindacati, per mantenersi vero ed autentico, deve essere innanzitutto schietto e franco, e proprio ispirandoci a questa regola noi sappiamo bene che il tema della accoglienza ed immigrazione è divenuto motivo di scontro politico, e sta altresì dividendo non poco la pubblica opinione, talché potremmo anche chiederci se non varrebbe la pena che certe strutture ed entità, stante la loro natura e configurazione, si astenessero dal prendere posizioni “schierate”.
Stupisce infine che chi, giustamente, ha condannato l’apposizione della svastica sul manichino, non abbia ritenuto di fare altrettanto per la Madonnina del Cusna tinteggiata in rosso; in passato un tale episodio, di certo poco encomiabile, non sarebbe passato inosservato o quasi, come di fatto è successo ora, il che fa pensare che la nostra scala dei valori sia così profondamente e radicalmente cambiata, forse in modo irreversibile, al punto che non resta che prenderne atto (speriamo solo di non doverci rammaricare di questa “metamorfosi”, in un futuro neanche troppo lontano).
P.B. 16.07.2018