Riceviamo e pubblichiamo
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Successo dell'iniziativa organizzata ieri sera, al Ristorante “Due Pini” di Minozzo, dal Comitato che si batte contro la realizzazione a Villa Minozzo della Centrale a biomasse di cippato. “Oltre al ricorso al Tar , i nostri legali stanno valutando l'opportunità di agire anche in altre sedi contro il progetto”
Oltre un centinaio di cittadini hanno partecipato ieri sera, al ristorante “Due Pini” di Minozzo, alla prima iniziativa (ne seguiranno infatti numerose altre) organizzata dal Comitato “No biomasse e Tutela del territorio” non solo per sensibilizzare la popolazione sui rischi per la salute connessi alla realizzazione dell'impianto a biomasse di cippato che l'amministrazione di Villa Minozzo vorrebbe realizzare, quanto anche per raccogliere i fondi necessari per sostenere le spese connesse al ricorso al Tar, la cui prima udienza è stata fissata il 27 agosto.
“Come abbiamo sempre detto, la nostra battaglia non si fermerà sino a quando l'amministrazione comunale di Villa Minozzo deciderà di gettare nella spazzatura il progetto che vorrebbe che nel cuore del paese, a due passi fra il parco giochi dei bambini e il campo sportivo, venisser realizzata una centrale a biomasse di cippato. Un impianto che a Villa Minozzo proprio non ha alcun senso e che, dunque, non andrà assolutamente realizzato. L'entrata in funzione della caldaia a cippato di legno in sostituzione di caldaie a metano di simile potenza termica peggiorerebbe certamente e significativamente la qualità dell'aria di Villa Minozzo. Gli studi sino ad ora effettuati dimostrano che l'esposizione al fumo di legna può avere effetti negativi sulla salute umana paragonabili a quelli prodotti dai fumi di combustibili fossili: si consideri soltanto che, a parità di calore prodotto, il cippato di legno inquina 400 volte più dei gas naturali” spiegano i portavoce del Comitato.
“In altre parole, la centrale a biomasse non fa fatta per tre ragioni determinanti: è anti-economica, deleteria sotto il profilo dell'impatto ambientale, devastante sotto quello della qualità dell'aria e dunque per la salute” sottolineano i portavoce.
Sia chiaro che alla cena di ieri sera ne seguiranno altre, anche perché la mobilitazione della nostra comunità proseguirà di pari passo all'assordante silenzio col quale l'amministrazione di Villa ha condotto sino ad ora la vicenda. Un silenzio che non può che destare ulteriori sospetti circa la reale opportunità del progetto che l'amministrazione vuole realizzare.
Nel frattempo il braccio di ferro porterà a un primo verdetto il 27 agosto, giorno nel quale il Tar valuterà in prima istanza il ricorso che abbiamo presentato.
“Ma la battaglia che abbiamo condotto presso il tribunale amministrativo è solo la prima di una serie di iniziative che intendiamo condurre, anche perché i nostri legali stanno valutando gli estremi agire anche in altre sedi contro il modus operandi e gli amministratori medesimi del Comune di Villa Minozzo. Si ricordi infatti che l'articolo 1 della Direttiva 96/62/Ce sulla Gestione e qualità dell'aria dell'ambiente dei Paesi dell'Unione Europa impone ai primi cittadini l'obbligo di “mantenere la qualità dell'aria ambiente laddove è buona e migliorarla negli altri casi”. Vien da sé che, considerando come, dati scientifici alla mano, l'entrata in funzione della caldaia a cippato di legno in sostituzione di caldaie a metano di simile potenza termica peggiorerà la qualità dell'aria di Villa Minozzo, la costruzione di questa Centrale creerà sicuramente qualche grattacapo agli amministratori” concludono dal Comitato.
Il Comitato “Villa No Biomasse e Tutela del Territorio”