Un nuovo ammanco, di dimensioni colossali. Si parla di cifre a sino a 7 zeri. La tempesta che potrebbe abbattersi su Castelnovo Monti seguirebbe a ruota il caso Ina Assitalia, dopo che un mese fa a Sergio Petroni, ex agente, era arrivata la notifica della chiusura delle indagini iniziate nel 2015, atto che di norma prelude al rinvio a giudizio.
Le voci che oggi circolano sono di un grosso ammanco nella filiale di una banca del capoluogo. Si parla di diversi milioni di euro sottratti ai clienti, dei quali sarebbe responsabile un’impiegata che, a quanto appreso, risulterebbe già trasferita.
Reggio Report, il primo a segnalare la notizia, rileva che ad accorgersi degli ammanchi – per quanto ancora in attesa di conferma ufficiale - , sarebbe stato un altro dipendente dello stesso istituto, che avrebbe messo sull’avviso alcuni clienti importanti, tra cui noti commercianti del centro. Questi tra lunedì e martedì sono andati allo sportello per verificare lo stato dei loro conti correnti, scoprendo così dei “buchi” davvero notevoli. Da definire la modalità del raggiro.
“Stasera invierò una interrogazione a risposta scritta al sindaco Bini – spiega a Redacon Massimiliano Genitoni del Movimento Cinque Stelle – se si tratta dello stesso istituto dove il Comune ha la tesoreria e, nel caso di conferma, se vi sono stati ammanchi”. Nel testo dell'interpellanza si legge: "Considerato che si parla di una cifra considerevole si chiede al sindaco ed ai responsabili comunali di informarci sui seguenti punti: l’istituto in questione è lo stesso che si è aggiudicato il bando di gara con criterio dell’offerta economica più vantaggiosa per la gestione della tesoreria del nostro comune? Se sì, sono state fatte le necessarie verifiche al fine di stabilire se vi siano ammanchi o meno nella nostra tesoreria? Il Comune nella persona del sindaco o dei suoi responsabili erano al corrente di tale notizia prima che fosse diffusa dalla stampa? E si, quando pensano di dare una comunicazione pubblica che possa rassicurare la cittadinanza riguardo alle finanze pubbliche?"
Il sindaco di Castelnovo Monti, raggiunto, al momento non ha informazioni sulla vicenda.
Sono intanto ore di fermento nell’istituto, dato che lo stesso sarebbe intervenuto per sostituire d’urgenza parte del personale operativo.
Nel mentre alcuni correntisti sarebbero andati dai carabinieri a presentare denuncia dato che gli ammanchi, in alcuni casi, raggiungerebbero le centinaia di migliaia di euro.
AGGIORNAMENTO DEL 7 LUGLIO 2018, ore 8.00 - Nell'edizione odierna la Gazzetta di Reggio precisa che "teatro degli ammanchi è la storica filiale Unicredit di Castelnovo" e che "gli elementi da chiarire sono ancora numerosi, ma riguardano comunque quattro o cinque correntisti, per un ammontare di fondi 'mancanti' attorno al milione e mezzo di euro".
AGGIORNAMENTO DEL 7 LUGLIO 2018, ore 9.00 - Reggio Report fornisce alcuni ulteriori dettagli, tra i quali il fatto che, come per altro segnalatoci da un lettore, siano stati "alcuni clienti della filiale Unicredit di Castelnovo Monti a presentare denuncia contro la banca ai Carabinieri del centro montano per i cospicui ammanchi registrati nei loro conti correnti. L’istituto – il più importante per diffusione nel reggiano, e di cui la fondazione Manodori è azionista di rilievo – a sua volta ha querelato una ex dirigente della filiale, licenziata a quindici giorni dal pensionamento, ritenuta responsabile degli ammanchi".
Nel buco di parecchi milioni spicca la prima denuncia di "un cliente facoltoso, un commerciante molto in vista a Castelnovo Monti e con interessi a anche a Reggio che – sembra messo sull’avviso da un dipendente della banca stessa – ha proceduto ai controlli sui conti correnti scoprendo che mancano fra i 3 e i 400 mila euro".
Sulla vicenda indagano i Carabinieri di Castelnovo Monti: l’inchiesta é coordinata dal sostituto procuratore di Reggio Stefania Pigozzi che ha aperto un fascicolo per truffa e appropriazione indebita. Secondo Reggio Report "L'ipotesi al momento più accreditata è che l’ex dirigente avesse fatto firmare ai clienti-vittime, in modo ingannevole, dei bonifici a favore di un conto a lei riconducibile. Si parla anche di operazione sui titoli, con la “limatura” dei dividendi accreditati, appunto, ai clienti". Qui l'articolo completo dei colleghi.
AGGIORNAMENTO DEL 7 LUGLIO 2018 - , ore 19.00 Da informazioni apprese da Alessandro Rainiero Davoli, candidato sindaco Lega Nord, pare che risulti truffato anche un agente della polizia municipale, 2500 euro prelevati dal conto, quindi il padre e anche il di lui nonno. Complessivamente nella sua famiglia sono in sei in totale ad aver visto sparire somme sui propri conti, per un totale di ventimila euro. Ed è proprio merito dell’agente della municipale se a maggio hanno preso il via le prime indagini. "Pare che l'istituto avesse iniziato e poi terminato un controllo interno senza avvertire i carabinieri, intervenuti in un secondo tempo - ci scrive Davoli - Un fatto che, se confermato, sarebbe gravissimo!"
"Siccome sono truffati non solo clienti primari ma anche modesti cittadini ritengo grave che Bini sia a Levanto e non a seguire la questione. La truffa sta assumendo connotati strani. Spero vivamente che il pm Stefania Pigozzi riesca a fare completa luce su questa grave vicenda. Io e tutta la Lega Emilia, l’onorevole Gianluca Vinci vicepresidente della prima commissione parlamentare e il segretario provinciale di Reggio Emilia Roberto Monti, stiamo seguendo gli eventi e siamo al fianco dei cittadini truffati. A breve annunceremo iniziative concrete di sostegno. Già da ora il mio legale di fiducia, è stata messa al corrente degli sviluppi dell’indagine giornalistica, ed è disponibile a prendere in carico chiunque volesse avere la sua assistenza legale. Ho interpellato l’avvocatessa per la sua esperienza e il suo ottimo lavoro prestato a risolvere il precedente caso InaAssitalia, ovvero la truffa Petroni. In questi momenti, al di là delle differenti appartenenze politiche, ho aperto un dialogo con il capogruppo M5S Massimiliano Genitoni (che ha già presentato interpellanza urgente in comune) e, privatamente ho scambiato messaggi con un ex sindaco, per uno scambio di informazioni e per concertare eventuali interventi, in aiuto ai concittadini truffati".
Purtroppo si tratta di uno storico istituto bancario della nostra provincia, acquistato da una primaria banca nazionale. L’impiegata, molto conosciuta, è originaria di Castelnovo Monti. Uno degli espedienti utilizzato sarebbe stato messo in pratica attraverso la raccolta di firme per modifiche periodiche delle condizioni applicate ai conti correnti. In mezzo ai diversi moduli da firmare, l’Impiegata avrebbe infilato disposizioni di bonifico.
Questo uno dei modi per prelevare grosse somme, trasferendole su conti propri. La dipendente infedele, una “gestrice” di fondi, sarebbe stata sospesa e poi licenziata, a due settimane dalla pensione. In un caso sarebbero stati prelevati centotrentamila euro, in un altro da tre a quattrocentomila.
Voci da persone ben informate parlano di un grossissimo ammanco totale, forse di una decina di milioni e oltre. La motivazione alla base di questa gravissima truffa, sarebbero dovute alla necessità urgente di ripianare debiti di una società partecipata dal marito in un comune vicino. Follia allo stato puro …
spero che le indagini, oltre ad individuare senza ombra di dubbio la responsabile, possano ridimensionare notevolmente l’importo sottratto ai clienti.
Castelnovo e i suoi cittadini non si meritano i danni prodotti agli onesti risparmiatori da questi incoscienti.
(Alessandro Raniero Davoli)
Se verranno confermate le dinamiche descritte nell’articolo, ovvero firme raccolte ingannando i clienti e usate per trasferire somme a favore della dipendente della banca, penso che le persone coinvolte possano per quanto possibile stare tranquille.
L’istituto bancario è responsabile di ciò che accade nelle proprie filiali anche se poi si può rivalere ovviamente su chi dei propri dipendenti ha commesso azioni non lecite e dolose.
Non saranno questi importi a stravolgere il bilancio di una grande banca, quello che può toccare nel vivo un’azienda è il danno reputazionale.
Proprio per questo rischio penso che una volta accertati i fatti l’istituto di credito non esiterà a sanare le posizioni con i clienti.
È anche vero però che è dovere di ognuno controllare con cura i propri beni facendo dei controlli periodici. Oggi la tecnologia ci permette di avere accesso a molte informazioni facendo solo qualche click su telefono o computer, oltre ovviamente a tutti i canali tradizionali.
Davide Raiola