Singolari botta risposta e scintille nell’ultimo consiglio comunale castelnovese di lunedì 7 maggio. Massimiliano Genitoni, capogruppo Movimento Cinque Stelle incalza il sindaco sul tema della vendita, proposta dal sindaco, delle quote Iren. “Non lo avevate indicato in campagna elettorale e, siccome sono patrimonio della collettività non potete venderle ora senza almeno avere fatto una consultazione elettorale”.
“Guarda dove vi sta portando a livello nazionale questa logica dell’assemblea partecipativa – ha replicato il sindaco Enrico Bini – non riuscite a fare un governo in due mesi. Su queste cose bisogna cominciare a riflettere e, ogni tanto, prendersele le responsabilità”.
“Per cortesia – ha replicato Genitoni – parliamo di quello che dobbiamo trattare – in base all’ordine del giorno ndr -. Perché mi viene a parlare di un governo di Roma, dato che non abbiamo nessun potere decisionale su queste cose né io né lei. Perché dobbiamo occupare il consiglio comunale per fare della propaganda politica. Veramente è una cosa insensata”.
Anche il gruppo “Progetto per Castelnovo” ha votato contro la fuoriuscita dal patto sociale su Iren. “E nella delibera che dobbiamo votare – ha lamentato il consigliere Ugolotti riferendosi all’uso delle risorse che si libererebbero - una parte sarebbero destinate alla ex-fornace di Felina – lo storico edificio del Fornacione -. Lei ha sempre dichiarato che non ci avrebbe messo un soldo”.
“Scusa - ha replicato il sindaco Bini - la ho elencata la Fornace?”
Ugolotti: “Sì”.
Il sindaco: “No, non c’è nel nostro elenco”
“Sì - ha affermato Ugolotti -. E’ qui nella delibera che ci chiedete di votare stasera. Li guardi un po’ anche lei ogni tanto i documenti!”
“La ex-fornace non c’è – ha detto Bini – perché noi non abbiamo nessuna intenzione di metterci mano. Se c’è la togliete”.
Ugolotti: “Allora toglietela! E rifate la delibera perché così non la voto”.
Bini: “La togliamo e chiuso”. Si odono voci fuori campo “Chi ha scritto la delibera?”
Poi ancora il sindaco rivolto a Ugolotti: “Sei in campagna elettorale”. Il consigliere di minoranza sbotta: “Vuoi dirmi che sono in campagna elettorale? Va bene. Ma io stasera non sono qui per votare la campagna elettorale, ma questa delibera che ci è stata messa in cartella stamattina e che i consiglieri sono autorizzati guardare”.
“Mi sono meravigliato – conclude Ugolotti a Redacon – che un sindaco non legga ciò che vota e che ora occorra fare riscrivere la delibera. In merito alle risorse di cui oggi si dice di avere bisogno tengo a rilevare che per il recupero del centro culturale era previsto già dal bilancio 2015, così come la messa a norma dei marciapiedi e di Monte Castello in quello di previsione 2018. Se servivano ulteriori risorse si potevano usare i soldi delle quote Iren vendute un anno fa”.
Niente di nuovo. ” Motus in fine velocior “, il moto è più veloce verso la fine.
(mv)
Che dire… Mi pare che in queste poche righe vi sia espresso il livello della politica locale. In attesa di vedere questa sera chi ci governerà… esterno un piccolo pensiero: quanto tempo manca al fatidico giorno in cui all’Italia ed agli italiani sarà risparmiato questa mediocrità? Cordialmente.
(Roberto Malvolti)
Basta buttare soldi pubblici nel Fornacione o in altre strutture inutili! E’ costato come il rifacimento del Colosseo e a cosa è servito?
(Alex)
Leggendo la cronaca di questo consiglio comunale ne esce l’immagine di una amministrazione alla deriva. Dapprima si sposta l’attenzione sui fatti di Roma, poi si ammette di chiedere un voto di fiducia senza conoscere i contenuti della delibera presentata agli atti. Sarebbe interessante sapere se alla fine sia stata rimandata la votazione al prossimo incontro del consiglio, per dare tempo di ripresentare i documenti corretti, oppure se si sia votato sulla fiducia un documento errato.
(Flavio)
…e pensare che anni fa ci eravamo opposti alla fusione, in consiglio comunale, con tanto di telecamera e registrazione, perché sapevamo che era un buco nero di debiti, con la risposta, sempre registrata e visibile su “Youtube”, dove ci veniva detto che “qui a casa nostra non potete venire a filmare”; ora sarebbe giusto chiedere alle persone che quel giorno hanno alzato la mano di mettere di tasca propria tutti gli aumenti Iren che in questi anni ci siamo cliccati… Per il Fornacione avevamo proposto la riqualificazione per farlo diventare un museo della resistenza e di materiale ne avevamo a iosa… ma niente… Chi ha idee e progetti viene sempre preso per “rivoluzionario” in una montagna sempre più miope rispetto al futuro che avanza…
(Mattia Rontevroli)
E tuonò tanto che piovve, disse quel tale… La minoranza s’è desta e ha fatto fare una figuretta alla maggioranza. Il grande rammarico è che se le minoranze ci avessero picchiato duro fin da subito se ne sarebbero viste delle belle. A proposito di fardelli immobiliari con la brillante idea del mega polo scolastico ci troveremo sul groppone anche la attuale scuola elementare? Gli immobili non sono molto commerciabili ad oggi, soprattutto di grosse metrature.
(PF)
Certo che la figura di un sindaco che non conosce le delibere che vanno nel suo consiglio è davvero preoccupante. Non siamo in buone mani, e ce ne eravamo purtroppo già accorti…
(F.D.)
Par dunque di capire che avesse ragione il consigliere Ugolotti nell’aver visto riportata la ex Fornace nel testo della delibera sottoposta a votazione e, se così effettivamente fosse, la sua lodevole e meritoria “attenzione” avrebbe evitato alla maggioranza di assumere una decisione un po’ diversa da quella che la stessa sembrava intenzionata a prendere, stando almeno alle parole del primo cittadino, sempreché io non le abbia fraintese (si sarebbe in buona sostanza schivato un errore non proprio insignificante). Passando ad un altro punto, neppure io riesco a capire cosa c’entrino i tempi di formazione del governo con le quote Iren, e quanto alla “logica dell’assemblea partecipativa”, che non sembra incontrare il favore del sindaco, il quale preferisce piuttosto il “prendersi le responsabilità”, a me par di ricordare che per la nuova scuola primaria unitaria di Castelnovo ne’ Monti si fosse scelto un percorso per così dire partecipato e condiviso, ossia non proprio “decisionista”. Nel rileggere un articolo di Redacon del 28 dicembre scorso, dal titolo “A Castelnovo ne’ Monti nascerà una nuova scuola primaria unitaria dove confluiranno le due sedi attuali”, vi troviamo un AGGIORNAMENTO attribuito al sindaco, in cui si citano le “mappe di comunità” e dove si parla “di un percorso impegnativo che vogliamo condividere con la comunità. Certamente dovremo farci aiutare nella decisione”, il che mi pare essere la stessa cosa che ora si critica (non è vietato cambiare idea, ma bisognerebbe forse dirlo, per non far nascere il dubbio che nel dar giudizi si usino “due pesi e due misure”).
(P.B., 14.5.2018)
Abbia pazienza, Bini, ma se le cose stanno proprio così… mi pare proprio una situazione imbarazzante. Sappiamo almeno chi ha scritto la delibera? È un dettaglio grottesco.
(MA)
Si meravigliano che in due mesi non è stato formato il governo e non pensano, gli amici del Pd, che negli anni non sono riusciti a tutelare gli interessi dei propri cittadini, soprattutto ultimamente che hanno permesso l’inizio della fine del nostro ospedale.
(Commento firmato)
Non mi sembra essere fuori luogo la domanda o interrogativo che si pone “MA” riguardo a “chi ha scritto la delibera”, perché se le cose sono andate effettivamente come deduciamo da questo articolo – e del resto non è stata al momento fornita altra e differente versione – qualcosa non deve aver verosimilmente funzionato nella formazione e predisposizione del testo che è andato a costituire l’atto sottoposto in questa circostanza al consiglio comunale. Qui non si tratta di cercare a tutti i costi una responsabilità, dell’uno o dell’altro, né di ingigantire l’accaduto, ma più semplicemente di capire se possa esservi una qualche correzione da apportare al sistema di verifica di quanto viene scritto nelle delibere portate in votazione, onde evitare che un consigliere comunale approvi o meno un contenuto diverso da quello illustrato in aula (il che non sarebbe intuibilmente desiderabile per l’interessato, ma altrettanto, immagino, sul piano amministrativo).
(P.B., 15.5.2018)
Vorrei aver il Suo spirito missionario, signor P.B.! No, non accetto che una storia di questa gravità possa essere ancora una volta gestita con arroganza: “La togliamo e chiuso”. Un momento, chiuso lo dico io dopo che tu mi hai detto come sono andate le cose. Nessuno vuole colpevoli, ma credo che un minimo di serietà ognuno di noi lo possa pretendere.
(mv)
I miei toni possono essere apparsi blandi, come fa legittimamente notare “mv”, e non voglio accampare giustificazioni in merito – anche perché i modi di esprimersi corrispondono sovente al carattere e all’indole di ciascuno di noi – ma i toni garbati potrebbero forsanche trovare apprezzamento se messi a confronto con quelli “arroganti” di cui parla sempre “mv”, e dei quali talora non riusciamo proprio a capirne le ragioni.
In ogni caso, al di là dei toni, la sostanza del problema rimane intatta, ossia comprendere “come sono andate le cose”, e c’è chi al riguardo gradirebbe sentire anche la voce del Segretario comunale, se ritenesse di pronunciarsi, ma in ogni caso sarebbe forse opportuno che il “palazzo” dicesse qualcosa, a spiegazione di quanto accaduto, indipendentemente da chi al suo interno sia titolato a “prendere la parola”, o intenda farlo.
P.B. 16.05.2018
(P.B.)
Apprezzo negli altri le virtù che io non ho, desidero chiarire che il mio era un apprezzamento e non un giudizio.
(mv)
E’ triste vedere che le critiche ed i commenti si nascondono dietro a delle iniziali… PB MV MA FD PV… COMMENTO FIRMATO…Metteteci il nome e la faccia… grazie! Andrea Stefani
(Andrea.S.71)
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NOTA DELLA REDAZIONE: Caro Andrea, al pari di lei che preferisce omettere il suo cognome, c’è chi preferisce utilizzare le iniziali o omettere del tutto il nome. E’ così dai tempi delle lettere alla carta stampata, delle fonti (tutelate per legge) e vale anche per il web.
Come già diplomaticamente detto, se non mi firmo e posso farlo saranno poi affari miei. S’intristisce per poco.
(MA)
A parte la “tristezza” provocata ad “Andrea. S.71” dal “vedere che le critiche ed i commenti si nascondono dietro a delle iniziali…”, sarebbe interessante conoscere anche il suo parere riguardo all’accaduto, il che mi sembrerebbe essere l’aspetto di maggior rilievo – in confronto al modo con cui ciascuno intende firmarsi – e non a caso, in questa come in altre occasioni, e sempre su queste pagine, c’è non di rado un nutrito confronto di opinioni, indipendentemente dal fatto che siano avanzate da un nome o da una sigla.
(P.B., 21.5.2018)