Se non so chi sei, ti chiedo che fai da questi parti. Sicuramente stimolato dalle crescenti percezioni di insicurezza pubblica, dai troppi furti nelle case e forse anche l’incapacità della giustizia ordinaria di tenere dentro chi è pizzicato a rubare, approda anche a Carpineti il controllo di vicinato. L’obiettivo è quello di assicurare il diritto alla sicurezza di tutti i cittadini. Per questo il Comune di Carpineti e la Prefettura di Reggio Emilia hanno sottoscritto il Protocollo di intesa per attuare in questo angolo d’Appennino il controllo di vicinato. Con quest’ultimo termine si fa riferimento a uno strumento di prevenzione basato sulla partecipazione attiva dei cittadini attraverso un controllo informale della zona di residenza e la cooperazione con le forze di polizia al fine di ridurre il verificarsi di reati.
In sintesi è una auto-organizzazione tra vicini per il controllo delle proprie abitazioni e pertinenze: un ottimo deterrente contro i comportamenti illegali, infatti, possono essere “i mille occhi” che si sommano alle attività delle forze dell’ordine. La pratica del controllo di vicinato si ispira alle esperienze di neighbourhood watch nate negli Anni ‘70 negli Usa e successivamente nel Regno Unito negli Anni ‘80. Le prime esperienze italiane risalgono al 2008-2009 e, appunto nel 2013, si è costituita l’Associazione Controllo di Vicinato (www.controllodelvicinato.it). Per attuare a Carpineti questo strumento ci si è rivolti alla stessa associazione: una rete territoriale di volontari e specialisti volontari che forniscono consulenza e supporto alle amministrazioni comunali, alle associazioni locali e a privati cittadini che intendono sviluppare nel proprio territorio programmi di sicurezza partecipata e organizzare gruppi di controllo del vicinato.
“Con la Prefettura – spiega il sindaco Tiziano Borghi – abbiamo concordato di avviare questo progetto, attraverso il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e di coordinare l’attività con il nostro Comune che, dal canto suo, si impegna a profilare le aree del comune per i diversi aspetti sociali ed economici, a coinvolgere la Polizia Municipale, a vagliare le adesioni dei cittadini e anche a predisporre una idonea cartellonistica nelle aree interessate al progetto”.
Sono previsti anche gruppi Facebook e Whatsapp, per altro già attivi da tempo nel carpinetano, dove ci si avvisa in tempo reale sui movimenti sospetti nella zona. Solitamente gestiti anche da forze dell’ordine, sono risultati utili in recenti casi di indagine e intervento.
Il protocollo siglato con la Prefettura lo scorso 12 aprile prevede anche alcune regole per questi strumenti social: ad esempio è bandito il pubblicare o condividere contenuti inappropriati o il violare la privacy altrui.
“Prevediamo anche di integrare questo percorso con strumenti di videosorveglianza – prosegue Borghi –. Dai cittadini ci aspettiamo che osservino con attenzione le aree individuate, astenendosi ovviamente da iniziative personali o comportamenti imprudenti. In nessun caso sono previste forme di pattugliamento del territorio in forma individuale o collettiva”, le cosiddette ronde.
Dal canto loro le forze di polizia si impegnano a incontrare le popolazione per informare sui delitti più frequenti del territorio, sulle modalità con i quali prevenirli, su come collaborare coi cittadini.
Per questo il l’amministrazione comunale di Carpineti ha promosso un incontro venerdì 4 maggio alle 20.30 al Parco Matilde nel quale, oltre a illustrare il protocollo per il Controllo di Vicinato, interverranno il capitano J. Ghisilieri e il maresciallo G. Stiscia. Sempre nel corso della serata si illustrerà il progetto di realizzazione di marciapiede tra via Pastore sino a San Prospero e altri progetti di riqualificazione, come largo Battisti, scuole medie e primarie, l’ipotesi di adeguamento sismico della palestra e dell’installazione di telecamere. Si parlerà nuovamente della riorganizzazione dell’Asp di Carpineti. (G.A.)
Ho paura che, conoscendo la mentalità dei Carpinetani, diventi una specie di “attenti al lupo”. Vista la paura del “diverso” che sta aumentando sempre di più grazie alla propaganda populista della Lega, credo che questo “controllodelvicinato” possa aumentare la diffidenza dei cittadini verso persone (anche oneste) che non sono del Paese. Insomma non mi piace questo progetto, non vorrei che fra qualche tempo si vada tutti in giro con la colt alla cintura come nel far west. Esiste la forza pubblica, lasciamo a loro queste cose.
(Max Carpineti)
Io abito qui da pochi anni e sono residente a Carpineti. Nonostante ciò, difficilmente mi capita di passare da Carpineti paese. Sono concorde con il Sig. Max sul fatto che debbano essere le forze dell’ordine a dover espletare tale attività di pubblica sicurezza. Nel mio caso, proprio perchè poco conosciuto in paese o in qualche determinata frazione, mi sembrerebbe decisamente “poco elegante” che un normale cittadino mi chiedesse “chi sono” e “cosa faccio qui” a scopo preventivo… Le figuracce sono dietro l’angolo e c’è il rischio di una certa sindrome da “sceriffo scriteriato”. Il problema della sicurezza c’è e si risolve magari investendo su una migliore illuminazione pubblica, ad esempio, insieme a telecamere di videosorveglianza h24, e sul potenziamento degli organici e delle dotazioni necessarie alle forze dell’ordine, che, in caso di effettivo pericolo, possono intervenire prontamente. Cordialità.
(MG)