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Enrico Bini fornisce alcune precisazioni in merito all’ipotesi di una uscita da Iren

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Hanno aperto un intenso dibattito le reazioni seguite all’assemblea dei soci Iren e le dichiarazioni raccolte dalla "Gazzetta di Reggio" del sindaco Enrico Bini sulla possibilità che Castelnovo ne' Monti esca dall’azionariato della multiutility.

Su questi aspetti lo stesso Bini precisa: “L’uscita dal patto di sindacato Iren non è una scelta inedita, è principalmente una operazione di tipo finanziario che consentirà di liberare risorse e non significa per forza un distacco definitivo dalla multiutility: ho avuto modo di confrontarmi su questi aspetti con il responsabile Iren per i rapporti con gli enti locali, Cesare Beggi, e il percorso è stato esaminato in piena tranquillità e senza alcun contrasto.

Quello che stiamo predisponendo è un iter simile a quello già affrontato dal Comune di Castellarano nel 2015: una uscita dal patto di sindacato per consentire la vendita delle azioni vincolate, così da avere capacità di investimento che abbiano ricadute positive per la comunità. Entro il prossimo 9 maggio ci veniva richiesto di confermare la nostra adesione al patto oppure uscirne; abbiamo scelto la seconda opzione, che però non diventerà operativa fino al maggio 2019, quando dovrà essere confermata per avere la possibilità di vendere le azioni, e quindi accedere concretamente alle risorse. Ma non è escluso che si possa anche ritornare all’interno del patto pur con una quota azionaria minore, con la stessa incidenza attuale sulle decisioni che del resto, ho già avuto modo di sottolinearlo, per i piccoli comuni è realmente molto bassa.

Oggi Iren è una realtà pienamente inserita nella dimensione del libero mercato, non possiamo più pensarla come l’azienda dei comuni e del territorio: non so dire se una azienda di quel genere avrebbe potuto reggere ai cambiamenti economici e alla concorrenza, ma ora dobbiamo prendere atto del quadro attuale, e in tal senso oggi riteniamo importante capitalizzare parte delle azioni per provvedere ad interventi ormai urgenti, senza gravare sul bilancio. Solo per citare qualche esempio, il centro culturale polivalente richiede una riqualificazione, non solo sismica: ricordo che in questo edificio abbiamo, tra biblioteca, sala studio e Istituto musicale, più di 35mila presenze all’anno. Palazzo ducale sta mostrando segni di degrado, specialmente all’esterno.

Ci sono edifici di proprietà comunale sui quali sono ormai necessari interventi, come l’ex consorzio agrario nel capoluogo e l’ex cinema Ariston a Felina, anche in relazione alle idee e proposte emerse dal processo partecipativo delle mappe di comunità. Tutte queste ipotesi comunque potranno essere discusse concretamente a partire dal 2019, quindi nel prossimo mandato amministrativo”.

 


 

3 COMMENTS

  1. Avanti così, suggerisce il portavoce del tavolo Hemingway, ma la prosa manzoniana ci consegna un incitamento molto più cauto e prudente, dal momento che il suo “adelante” si accompagnava ad una raccomandazione altrettanto chiara, ossia “ma con giudizio”, e se volessimo applicare un tale concetto al nostro caso potremmo verosimilmente interpretarlo come un invito o esortazione a muoversi e procedere con oculata ponderatezza. C’è infatti un primo aspetto che riguarda le casse comunali, ovvero la gestione della cosa pubblica, e qui non si comprende perché si voglia ipotecare e trasferire sulla prossima Amministrazione municipale – la quale si insedierà il prossimo anno ovvero allorché diventerà operativa, nel maggio 2019, l’attuale opzione – decisioni che dovevamo essere semmai prese da questa giunta ad inizio mandato e non quando il mandato si avvia a compimento. C’è poi l’aspetto che attiene l’utenza, e visto che la politica decise a suo tempo di aderire alla idea della multiutility, tanto che “ora dobbiamo prendere atto del quadro attuale” come leggiamo in queste precisazioni del sindaco, sarebbe forse opportuno, o quantomeno auspicabile, che l’informazione fornita fosse integrata col far saper come si prevede che le scelte odierne, cioè a dire l’uscita dall’azionariato della multiutility, potranno incidere nel tempo riguardo al servizio erogato e ai relativi costi, nei confronti degli utenti, e se e quali alternative potrebbero eventualmente esservi “sul mercato”.

    (P.B. 1.5.2018)

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