Ne hanno dato notizia i quotidiani nell'edizione di ieri. Il Comune di Castelnovo ne' Monti venderà le azioni detenute di Iren la multiutility da 3,7 miliardi di euro con la quale, nel febbraio 2016, il sindaco ha rimarcato distanza dimettendosi dalla Commissione legalità della stessa. "Avevo creduto e sperato - affermò Bini all'epoca - che l’azienda avesse deciso, attraverso tale organismo, di voltare pagina sul fronte della legalità e trasparenza nella gestione degli appalti. Ad un anno o poco più dalla sua istituzione, la commissione si è riunita una sola volta, poi più nulla". A nulla era valsa la replica del presidente dell'epoca, Profumo.
In merito alla recente dismissione Bini ha dichiarato alla Gazzetta: "È vero, vendiamo: del resto da tempo Iren non è più la nostra azienda". Il Comune di Castelnovo Monti, che ha anche necessità di cassa, conta 1,2 milioni di azioni Iren e un dividendo 2017 di 88mila euro. Vendendo le azioni il Comune potrebbe incassare circa 3,5 milioni di euro che, giocoforza, sarebbero utili nell'ultimo anno di mandato. Altri Comuni hanno deciso di mantenere le azioni, che comunque garantiscono un introito costante, altri di alleggerirsi solo in parte delle azioni detenute.
Complimenti al Sindaco Bini per una scelta coraggiosa e per nulla scontata. Speriamo che la scelta porti del risparmio sulle bollette a noi cittadini e un po’ di soldi alle casse comunali. Alla faccia di chi lo accusa di essere troppo dipendente dal PD.
(Alessandro)
Vendere la gallina per comprare le uova. Le aziende municipalizzate, legate al territorio, sono diventate multiutility generiche per ottemperare alle direttive europee sulla privatizzazione dei servizi. La partecipazione azionaria degli enti locali era un escamotage. Ora il cerchio si chiude: i servizi essenziali non possono essere gestiti in pareggio per conto degli utenti, ma devono generare utili per i privati (soprattutto le banche, che forniscono i finanziamenti). L’ha detto l’Europa, e così sarà.
(commentofirmato)
Speriamo che qualcuno riesca a fermare questa giunta e questo sindaco disastrosi. Ennesima scelta scriteriata. Che c’entra vendere azioni che fruttano 80/100 mila euro annui per dimostrare di prendere distanze dal pd? Non capisco
(P.)
Bene, bravo Bini, io però andrei oltre, e proporrei ai comuni montani, sulla scorta di quanto fa Toano di avere un consorzio montano per acqua e depurazione, tralascio il Gas. AGAC era nata come azienda municipalizzata di servizi, dovremmo tornare a quello, e non a multyutility che nulla hanno a che fare con lo spirito fondativo della vecchia AGAC.
(mb)
Ho letto l’articolo della Gazzetta… il concetto è che il comune di Castelnovo ha bisogno di soldi, il vero nocciolo è questo. Poi che non si conta niente in Iren questo è sotto gli occhi di tutti (ed essendo una SPA si vale per le azioni che si possiedono) però poi all’assemblee bisogna andarci perchè un vecchio detto dice che “chi non c’è ha sempre torto”. Comunque mi sembra che il sindaco Bini si stia preparando una bella campagna elettorale… 3.5milioni cash da spendere non sono pochi, visto che in questi 4 anni tante parole sui giornali ma di fatti pochini
(bacs)
” il concetto è che il comune di Castelnovo ha bisogno di soldi”. La strategia complessiva (a livello europeo, perché le direttive arrivano da lì) infatti, è togliere i finanziamenti agli enti locali, in modo che questi, per sopravvivere, debbano vendere (leggi privatizzare) il loro patrimonio (in immobili o titoli). Privatizzare, significa che i redditi che vanno a servizio della comunità, andranno a servizio dei privati investitori. Nel caso del patrimonio immobiliare, per esempio, venduto l’immobile, il privato lo affitterà al Comune, guadagnandoci sopra. Appunto: vendere la gallina per comprare le uova.
(commento firmato)
Allora visto che si vende, i cittadini vorrebbero sapere come verranno utilizzati i 3,5 milioni di euro di guadagno sulle azioni.
Puo rispondere qualcuno dell’ amministrazione?
Grazie.
(Lollo)
Giustissimo Sig/ra Bacs ma il problema è: promettere di spendere 3,5 milioni per garantirsi una bella campagna elettorale piena di idee vuol dire avercele le idee…..e come detto da lei fin qui “fatti pochini”
(Paolo)
Dal momento che sul tema ricordavo qualcosa di qualche tempo fa, mi sono andato a rileggere quanto ebbe a scrivere in proposito la lista di minoranza “Progetto per Castelnovo né Monti”, e che venne pubblicato su queste pagine il 22 febbraio 2016 con titolo “Iren /Il sindaco si è dimesso dalla Commissione legalità? Andiamocene anche come Comune e Unione dei comuni”.
In quelle righe, che venivano date come una mozione da presentare in Consiglio comunale, la suddetta Lista chiedeva al Sindaco “di prendere in esame, assieme alla Giunta municipale e come presidente dell’Unione dei Comuni, l’ipotesi di verificare con altre aziende quali alternative percorribili possano esservi all’attuale situazione, anche per uscire come Comune dalla multiutility”.
Di fronte alle decisioni comunicate ora dal Sindaco, e a parte l’aspetto che riguarda le casse comunali, c’è chi comprensibilmente spera che “la scelta porti del risparmio sulle bollette a noi cittadini…”, come leggiamo nel primo commento, ma a questo riguardo, da quanto posso capirne, bisognerebbe sapere se nel frattempo l’Amministrazione municipale ha sondato quali possono essere le “alternative percorribili”, come allora suggerito dai due consiglieri di minoranza – con lungimiranza verrebbe adesso da dire – e quali risultanze ha dato una tale verifica, se appunto è stata fatta, riguardo al tipo di servizio e relativi costi per gli utenti.
P.B. 26.04.2018
(P.B.)
Mi dispiace deludere PB ma è una risposta già scritta e letta più volte su questo giornale da parte dei componenti della amministrazione castelnovese….la colpa è sempre sempire di qualcuno altro…atesir…provincia…regione….è chiaro che esistono enti superiori ma se te non fai mai quello che dici, si cominci a fare qualche atto invece di lamentarsi e basta
(Bacs)
si parla di azioni e profitti sui beni di prima necessita a servizio dell’umanita, ma a che punto siamo arrivati? non vi e piu morale.
(anonimo)
Gli affari sono affari, direbbe quello là. A suo tempo, l’Europa approvò una direttiva che imponeva la privatizzazione dei servizi pubblici. Imponeva; perché i trattati prefigurano “un’economia di mercato fortemente competitiva”, dove il ruolo dello Stato è poco più che garantire la pubblica sicurezza (che non ci siano rivolte, come Bava Beccaris) e mantenere l’esercito (avete sentito parlare, in questi giorni, di ‘esercito europeo’?). Quindi, le gestioni consorziali, che facevano capo agli enti locali, dovevano lasciare il posto alla gestione privata, con relativi profitti. Attenzione, perché il motivo addotto è interessante: siccome l’ente pubblico è intrinsecamente corrotto, gli affari devono essere condotti dai privati, che invece sono notoriamente scrupolosissimi ed onestissimi. Dunque, via le gestioni ‘in pareggio’ al servizio dei cittadini-utenti, e campo libero agli onesti e produttivi privati. Ricordo ancora le parole scambiate, in quel periodo, con un amico che lavorava in AGAC: arriva Veolia (la multinazionale francese che aveva da poco vinto l’appalto per la gestione dell’acquedotto di Latina) e si prende tutti gli appalti. Trasformare AGAC in una multiutility per azioni, con tutto ciò che poi ne seguì, fu una necessità, imposta dall’Europa (e sostenuta a spada tratta da Bersani, peraltro, paladino delle privatizzazioni, insieme a D’Alema, che lo seguì, privatizzando Telecom). Il fatto che gli enti locali abbiano, oggi, quote di una società privata, è l’esito delle manovre che ebbero luogo allora. Abbiamo quindi un servizio ‘pubblico’ che sottostà alle logiche dell’azionariato privato. Tra queste, la principale è la valorizzazione delle quote azionarie. Questa si ottiene, tipicamente, aumentando gli utili. Ci sono due modi: aumentando i ricavi (le tariffe, per esempio, ma è complicato, ci sarà discussione), oppure tagliando le spese (molto semplice: basta licenziare o sottopagare il personale, i fornitori, eccetera). Tra l’altro, gli shareholder (cioè gli azionisti) non ragionano mai sull’investimento di lungo periodo, ma sul rendimento a breve, a scapito degli stakeholder (cioè tutti gli altri, che dipendono e sono legati agli azionisti, per esempio i dipendenti e i fornitori). Il compito degli strapagati manager, è appunto quello di mantenere alto e accrescere il valore delle quote azionarie, a tutto beneficio degli azionisti. Gli enti locali, come viene fatto giustamente notare, hanno quote ridottissime, quindi ne beneficiano ben poco. Tra l’altro, gli enti locali rappresentano anche i cittadini, sono sia shareholder che stakeholder, quindi si trovano nella posizione di chi trae beneficio dalle tattiche di valorizzazione delle quote, tattiche che vanno a scapito degli utenti e dei dipendenti (che spesso sono altri cittadini residenti). Non è bellissimo? Chi dobbiamo ringraziare?
(commento firmato)
Forse “Bacs”, quando parla di delusione nel suo secondo commento, intende dire che l’Amministrazione castelnovese non ha ancora sondato e trovato le “alternative percorribili” per far risparmiare gli utenti, e si troverebbe di fatto “in mezzo a un guado”, ma a questo punto, se fosse effettivamente così, immagino o presumo che la delusione maggiore la si rinverrebbe tra suoi sostenitori, ossia in mezzo a quanti hanno a suo tempo votato questa Amministrazione.
P.B. 27.04.2018
(P.B.)
Il 22 giugno 2016 ,alla luce della dimissioni del Sindaco Bini dalla Commissione della Legalità di Iren ,come Lista Civica proponevamo sia al Comune di Castelnovo che all’intera Unione dei Comuni Appennino Reggiano ,di uscire da Iren e di avviare un percorso con le multiutility Hera e A2A per trovare le condizioni di un accordo migliorativo rispetto alle condizioni di Iren.
Ci fu risposto che il costo dell’operazione per uscire era troppo elevato e non vi erano soluzioni alternative.
Come ogni anno, come Lista civica, abbiamo sempre criticato Iren per le tariffe concordate in Atiser sulla raccolta differenziata ,sulla mancata attivazione della tariffa puntuale e ad ogni bilancio della Azienda abbiamo sempre criticato gli aumenti agli Amministratori e il voto di astensione anche del Sindaco Bini che alla fine, con un piccolo sconto sull’aumento deciso, alla fine accettava le condizioni spiegando poi che si era battuto fino all’ultimo.
Abbiamo appreso dalla stampa che il Sindaco Bini vuole “scaricare” Iren dove da anni non si riconosce tanto da dire “Iren non è più la nostra azienda” ,chiedendo alla Giunta di votare la vendita di tutte le quote ,tanto lui alle riunioni non partecipa più .
Bene, allora avevamo ragione noi? Oppure oggi il Comune deve avere liquidità immediata, dopo aver già ricevuto nei mesi scorsi liquidità dalla vendita delle azioni Iren ,per riuscire a fare qualcosa in questo sorcio di legislatura, oppure sono maturate condizioni diverse a noi sconosciute?
Considerato che operazioni di tale rilevanza non possono essere valutate né da dichiarazioni a mezzo stampa , nemmeno delle stanze segrete della Giunta ,chiediamo al Sindaco Bini di aprire una discussione già dal prossimo consiglio comunale,sperando di capire meglio le motivazioni; se sono politiche o si è già aperta la campagna elettorale del prossimo anno .
Iconsiglieri comunali” Lista civica Progetto per Castelnovo ne Monti “
Daniele Valentini capogruppo
Robertino Ugolotti consigliere comunale
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