Nell’ambito del nostro Comune, parecchi anni orsono, fu concepito un “Patto” che si proponeva di migliorare la convivenza tra generazioni, e funzionare inoltre da strumento preventivo in seno alla comunità castelnovese, col far sì che tutti i cittadini si sentissero convintamente responsabilizzati verso la vita della propria collettività, e disponibili a promuovere azioni comuni tese ad accrescere il grado di consapevolezza e coesione sociale.
In questi giorni, sia a livello nazionale che locale, gli organi di informazione abbondano quotidianamente di notizie preoccupanti riguardo ad avvenimenti che mettono in evidenza una disgregazione della società, dagli atti di femminicidio al bullismo dei ragazzi nei confronti dei coetanei e financo degli stessi insegnanti, per arrivare ai maltrattamenti ed abusi a danno delle fasce più deboli e indifese della nostra popolazione, cui aggiungere variegati episodi di violenza.
Sicuramente, nel corso di questi anni, si è andato affievolendo e perdendo, o comunque modificando, il valore del rispetto, sia verso le istituzioni, che nei riguardi di chi un tempo poteva venir percepito come una “autorità”, sul piano culturale, morale, ecc…, ed è profondamente cambiato anche il rapporto coi genitori, e più in generale sono mutati i parametri che regolavano i comportamenti delle precedenti generazioni, ed è poi invalsa la tendenza ad “apparire”, il che induce ad atteggiamenti eclatanti e sorprendenti perché la normalità non fa notizia, e potremmo allargare a dismisura il campo delle casistiche,
Dobbiamo nel contempo riconoscere che c’è stato probabilmente un forte ritardo, da parte di molti, nel percepire ed ammettere una tale “rivoluzione” dei nostri costumi, anche se oggi ce ne stiamo un po’ tutti accorgendo, ivi compresa l’urgenza di voltar pagina, ma ognuno dice la sua sulle cause che ci hanno portato fin qui, con opinioni spesso divergenti, tanto che risulta abbastanza complicato individuare soluzioni che trovino larga condivisione ma qualcosa bisogna comunque fare cercando di recuperare in qualche modo un ritardo del quale dobbiamo sentirci un po’ tutti responsabili, se non vogliamo che la situazione continui a peggiorare.
C’è chi vorrebbe ribaltare la situazione passando di colpo alle cosiddette misure forti e repressive, visto che la tolleranza sembra aver “fatto fiasco”, e non possiamo dar loro torto anche perché una buona dose di responsabilità può essere ragionevolmente attribuita al “permessivismo” e arrendevolezza di quanti hanno sempre cercato di giustificare i comportamenti meno corretti, tirando in ballo spiegazioni di natura sociale, ecc…, ma se anche le “punizioni” servono quando sono meritate, una società non può affidarsi soltanto a queste perché significherebbe certificare il proprio fallimento, e giocarsi di fatto il proprio futuro.
Per questi motivi noi pensiamo che vada ricreata una comunità educante, in grado di valorizzare innanzitutto i comportamenti “virtuosi” e partendo proprio da questi far riscoprire un patrimonio di valori perduti ed invogliare i giovani ad amare il proprio territorio e ad occuparsi dei suoi problemi, e del suo futuro, e perciò riproporremo anche al Consiglio comunale di Castelnovo Monti di riprendere quel documento di “Patto per la Comunità”, come linee guida per evitare che pure il nostro Appennino, che non può dirsi estraneo ai sopraddetti fenomeni, sia almeno pronto per un dialogo e un confronto
Robertino Ugolotti Consigliere comunale Lista civica “ Progetto per Castelnovo ne' Monti”
Già duemila anni fa c’è stato chi ha provato con un “Patto per la Comunità” che cominciava così: – ama il tuo prossimo come te stesso – . Non è poi stato quel gran successone. Fa piacere, comunque, che Lei, signor Ugolotti, ci voglia riprovare. Auguri.
(mv)
Per entrare nel merito della iniziativa che si propone il consigliere Ugolotti bisognerebbe conoscere cosa dice il documento attinente al “Patto per la Comunità”, tuttavia a me sembra che in linea di principio vada apprezzata ogni iniziativa tesa al recupero delle buone abitudini e dei valori del nostro passato, allorché, per parlare di scuola – ossia uno dei temi “caldi” richiamati da Ugolotti, e luogo della nostra formazione per la vita – vigeva un diffuso rispetto verso gli insegnanti, misto non di rado a soggezione, il che ci faceva già di per sé desistere da comportamenti indesiderati, nei miei ricordi almeno, tanto che non riesco ancora a capacitarmi di come sia potuta avvenire una siffatta metamorfosi (o meglio, io mi sono dato alcune risposte ma non so quanto plausibili).
Ritengo nondimeno, per tornare al “Patto per la Comunità” in questione ma generalizzando altresì il discorso, che tutti i lodevoli tentativi volti a favorire un clima di “civile convivenza” – tra le diverse generazioni, e più complessivamente nei rapporti che segnano il procedere di una collettività – dovrebbero affiancare il sistema dei “doveri”, e non tendere invece a sostituirlo, semmai anche involontariamente, dovrebbero cioè avere una funzione sostanzialmente “propedeutica” per educarci e sensibilizzarci un po’ tutti al cosiddetto “senso civico”, e al sistematico rispetto delle regole che una società si è data nel corso degli anni, e talora anche dei secoli il che non è cosa di poco conto, proprio al fine di evitare o limitare le tensioni e conflittualità all’interno dei corpi sociali..
Diversamente, se cioè ci si affida alla sola autogestione e al “far da te”, e si sottovaluta o sminuisce l’importanza delle regole per lasciar posto ad una comprensione sempre e comunque dovuta e concessa verso chi è portato ad eluderle, si rischia di imboccare la strada del “lassismo”, o suppergiù, coi risultati che ormai conosciamo e che cominciano a preoccupare anche i più scettici o “qualunquisti”, e quanti, per non sembrare conservatori ed arretrati o forsanche in totale buona fede, si sono solitamente espressi contro ogni forma di “severità”, e hanno nel contempo minimizzato fenomeni ed atteggiamenti che andavano contrastati e fermati con risolutezza e decisione, o quantomeno scoraggiati, fin dal loro esordio.
P.B. 24.04.2018
(P.B.)
IL problema c’è ed è piuttosto preoccupante, basti vedere l’atteggiamento, tutt’altro che spensierato ed amichevole, di numerosi giovani per le strade del paese: il bastone e la carota, e saranno i cosiddetti bulli, un giorno, a ringraziare di essere stati affrontati con la sollecitudine che la situazione attuale imporrebbe.
(MG)