“Il nostro giudizio è positivo rispetto al Piano di controllo del cinghiale in montagna, presentato pubblicamente agli agricoltori la sera di martedì scorso da Atc 4”. Il giudizio è espresso dal responsabile dell’attività faunistico-venatoria di CIA – Agricoltori Italiani di Reggio Emilia Francesco Zambonini, che tuttavia aggiunge: “Ci rendiamo conto che raggiungere gli obiettivi di contenimento dei cinghiali nei limiti fissati dal Piano faunistico regionale e dal Piano di Atc 4 non sia facile; ci aspettiamo però che – a differenza del passato – oltre all’attività venatoria si facciano anche interventi di selezione ed almeno un paio di uscite delle squadre per area assegnata per il Piano di controllo. Di fondamentale importanza sarà quindi il ruolo della Provincia come garante della corretta applicazione dei piani”.
“Positiva – aggiunge Zambonini – è l’entità dell’intervento di prevenzione messo in atto nel 2017, tuttavia è chiaro che accanto alla prevenzione passiva servono anche interventi attivi di allontanamento dei cinghiali, come da indicazioni del Piano regionale, oltre a spiluppare sempre maggiore collaborazioni tra agricoltori e selettori”.
“I danni da ungulati, in particolare da cinghiali, sono assolutamente rovinosi e sono un problema sempre più sentito dagli agricoltori della montagna reggiana; lo si è visto anche dai momenti di tensione che non sono mancati nell’incontro dell’altra sera, che ha visto una presenza davvero numerosa di agricoltori. Sarebbe importante che anche il Parco Appennino rispondesse alle richieste da noi fatte anche di recente, di mettere in atto attività di controllo”.
I rappresentanti degli agricoltori nell’Atc hanno raccolto i punti emersi nella discussione in un documento, che rappresenta per loro (e si spera per l’intero Atc 4) un vero e proprio “piano di lavoro”.
Interessanti diversi dati forniti dall’Atc 4 per la serata: gestisce la fauna selvatica in 4 comuni (Castelnovo Monti, Vetto, Villa e Ventasso), per una superficie di circa 38mila dei 50mila ettari del comprensorio montano, pari al 76% delle aree frequentate dalla fauna selvatica. Rispetto all’attività di prevenzione dei danni, l’Atc dispone di oltre 250 elettrificatori, di cui la metà installati nel territorio, 200mila metri di filo elettrificato, di cui la metà messo in opera, 13 cannoncini a gas. L’installazione di recinti nel 2017 ha visto 1,900 ore di lavoro, con la realizzazione di 209 recinti pari a 163mila metri di sviluppo.
Riguardo agli obiettivi del Piano di gestione del cinghiale, la densità sul territorio prevista, non fa riferimento al numero di capi, ma alle soglie di danno causate; i piani di controllo si attivano in prossimità o al superamento di tali soglie: 15,61 €/kmq per la collina, 36,98 €/kmq nella montagna, 40,30 €/kmq sul crinale.