Home Cronaca “Buon compleanno Raimondo, don della montagna”. In ospedale arrivano i parrocchiani

“Buon compleanno Raimondo, don della montagna”. In ospedale arrivano i parrocchiani

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“Don Raimondo siamo con te. E’ una comunità commossa e presente, quella di Corneto e Toano, che nella giornata di mercoledì ha voluto esserci, come sempre, in occasione del compleanno di don Zanelli. Per l’anziano sacerdote, nato a Palareto di Felina l’11 aprile del 1929, le 89 candeline stavolta hanno i contorni di una stanza d’ospedale, ma al suo fianco, ancora una volta, i suoi parrocchiani.

I parrocchiani di Corneto e Toano, con don Gianfranco Bertolini (col fiore in mano) da don Raimondo Zanelli in ospedale

“Non siamo mai mancati al suo compleanno per una piccola festa informale – spiega Giuseppe Lombardi, attivo volontario di Corneto – e per questo a maggior ragione dovevamo esserci”.

Don Raimondo sta affrontando a testa alta il percorso con la malattia. Di ritorno da una preghiera per una persona cara al Santuario di Bismantova è caduto infortunandosi poco prima di Natale. Alla rottura del femore e del bacino sono seguite ulteriori complicazioni e il percorso del ricovero al Sant’Anna di Castelnovo è stato seguito dalla riabilitazione alla Rsa castelnovese, a Villa Paola, ora di nuovo all’ospedale per un piccolo intervento. A Natale c’era grandissima preoccupazione.

“A distanza di quattro mesi pare che pian piano don Raimondo ritrovi le forze – commenta Lombardi – e per questo siamo saliti a Castelnovo guidati dall’attuale parroco Giancarlo Bertolini e alternandoci nella stanza al suo fianco”. In dono ha ricevuto un fiore.

Don Raimondo Zanelli, negli anni recenti è balzato agli onori della cronaca per avere alzato il dito sul tema della discarica di Poiatica, promuovendo silenziose fiaccolate a fianco dei comitati. Ma per la sua umanità, arguzia e dono nell’uso della parola l’ex parroco di Cavola -  parrocchia dove entrava il 5 agosto 1962 per restarvi mezzo secolo -  è apprezzato ben oltre i confini montanari. Terzultimo di nove fratelli, nasce dai genitori Maria Ganapini ed Enrico, che morì quando Raimondo aveva solo 13 anni. Bambino ubbidiente, disciplinato e studioso, su insistenza di don Anastasio Corsi, a dieci anni il piccolo Zanelli varcò il portone del seminario di Marola, rischiando anche lui – che del beato Rolando Rivi, il seminarista ucciso pochi giorni prima della liberazione, fu compagno di banco – l’epurazione per mano di partigiani rossi.

Venne ordinato sacerdote nella chiesa di Felina il 4 luglio 1954 dal vescovo Sergio Pignedoli. L’8 dicembre dello stesso anno, a Roma, diventava prete anche il cardinale Camillo Ruini, ex presidente della Cei e Vicario di Roma. (G.A.)

 

 

IL DON FU COMPAGNO DEL BEATO RIVI

Dal libro “Rolando Rivi”, servo di Dio seminarista martire: "La guerra, crudele, spietata ed eversiva - ricorda don Raimondo Zanelli - si abbatté sul nostro Appennino: fascisti, nazisti, partigiani, bombardamenti, stragi, distruzioni, violenze, sangue. Anche il seminario di Marola dovette chiudere i battenti. I giovani tornarono ai propri paesi e alle famiglie, mentre l'odio veniva seminato a piene mani. Solo nell'estate del 1945, dopo la liberazione, i ragazzi tornarono al seminario. "Trovammo il posto di Rolando vuoto e venimmo a conoscenza del suo martirio - continua don Raimondo - Noi volevamo sapere il mistero di quella incredibile morte, le circostanze, le sofferenze, ma con nostra meraviglia, pur asserendo che era stata vittima innocente, ci dissero che si doveva perdonare e non parlarne. Era diplomazia? Era prudenza? O vigeva ancora la paura? lo e il compianto Meo Ferrari, che trovammo il corpo crivellato del nostro giovane curato, don Giuseppe lemmi, sul monte Fosola, altro autentico martire del Vangelo, venimmo invitati a non parlarne. Erano i tempi del terrore rosso e noi eravamo nel triangolo della morte".

 

4 COMMENTS

  1. Don Raimondo è un personaggio importante, di grande levatura intellettuale ed umana e vorremmo tutti rivederlo presto in mezzo a noi . Auguri per il suo compleanno e per la sua guarigione.

    (Antonio D. Manini)

    • Firma - Antonio D. Manini