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Il saluto di Chicco (Enrico Salimbeni) all’amico Giorgio Benevelli

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ULTIMO SALUTO A GIORGIO BENEVELLI

Giorgio aveva amici e persone che gli volevano bene. Era solitario e aveva la necessità di solitudine, ma amava le chiacchiere, e tanti amici o amiche lo andavano a trovare. Mi sono reso conto parlando con loro, di quanto Giorgio con ognuno avesse un canale comunicativo, un modo di porsi, di mostrarsi. Un modo di essere amico. Se oggi qui ogni persona a lui vicina si mettesse a ricordare Giorgio, nessuno direbbe le stesse cose.

Da oltre quarant'anni, io ho avuto la bella ventura di essere amico di Giorgio. E' amicizia profonda, e nonostante quando andai a trovarlo la prima volta io fossi adolescente e lui adulto, siamo sempre stati coetanei. Fino ad oggi.

So che le mie parole su Giorgio sono state spesso percepite come esagerate, viziate dalla mia amicizia per lui, ma oggi qui, voglio ribadire con convinzione il mio pensiero, sul fatto che lui fosse un genio, e molte sue opere, dei capolavori.

La parola “genio” spaventa, perché la si abbina ad Einsein, a Leonardo… e non la si riesce ad immaginare per Benevelli, burbero, solitario e semplicissimo.

Ma il genio è per definizione

“una persona dotata di facoltà creatrice e ingegno superiore, con una spiccata attitudine e versatilità in un'arte o una professione.”

E vi voglio leggere la definizione di “capolavoro”.

“E’ un’opera eccezionale che crea il suo proprio criterio, e che non si può giudicare se non tramite se stesso. Espressione più audace possibile di una personalità, ogni capolavoro è unico”. Il capolavoro è la creazione più esaltante dell’umanità.”

Perché vi ho letto queste parole?! Per aiutarvi ad avere uno sguardo diverso, svincolato da persone, luoghi e tempi… e oggi che Giorgio non esiste più fisicamente, questo è possibile. Perché possiate vedere le opere di Benevelli come se fosse la prima volta, come se foste altrove e non sapeste chi l’ha fatta, e vi lasciaste trasportare, così come deve essere, solo dall’emozione; con uno sguardo vergine.

Questa chiesa è intrisa dell'arte della fatica, del genio di Giorgio. Questo Cristo, unico al mondo, è un capolavoro! Un capolavoro nella sua realizzazione concettuale senza croce, nelle sue dimensioni, nella sua artigianalità sopraffina, nelle sue armonie… Guardatelo ora, senza più pensare che il suo autore sia quell'omino solitario, con lo sguardo sempre attento e il passo segnato dagli anni.

E oggi, vi invito a guardare con occhi nuovi anche quella Madonna in pietra, sempre di Giorgio, dietro all'altare piccolo.
Erano mesi che mi diceva di illuminarla. Mi diceva che nessuno l'aveva ancora capita e vista con la luce giusta, che era un'opera bellissima, e che lui soffriva nel vederla così.
Gli avevo promesso di farlo, che ci saremmo venuti assieme, quando sarebbe passato il freddo. E' andata così. Lui la vedrà coi nostri occhi. E noi oggi, finalmente la vedremo coi suoi.
Non dimentichiamocelo mai.
Chicco

L'ultimo saluto a Giorgio Benevelli. Vicino alla sua grandiosa opera "Cristo della Resurrezione" nella Chiesa di Castelnuovo ne' Monti. (Foto Marisa M.)

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