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E’ morto Giorgio Benevelli, l’artista della montagna

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Giorgio Benevelli (foto Alessandro Rainiero Davoli)

Giorgio Benevelli artista e scultore ha concluso il suo viaggio terreno. E' uno degli figurativi e astrattisti più noti del nostro Appennino, autore di tante opere che abbelliscono tanti luoghi del nostro territorio, dal San Benedetto all'ingresso dell'Eremo di Bismantova, al Cristo in bronzo della Chiesa della Resurrezione, al monumento ai deportati ora posizionato all'Isolato Maestà, a Castelnovo.

Si è spento a quasi 93 anni di età nella sua casa di viale Enzo Bagnoli.

Benevelli era nato a Collagna il 3 maggio 1925 da una famiglia di origine toscana e di antiche radici artigiane. Trasferitosi a Castelnovo Monti, nel 1930, fu qui che Giorgio iniziò gli studi per abbandonarli a favore dell'apprendistato per diversi mestieri, dall'aiuto barbiere, a meccanico di moto e, infine, autoriparatore e trasformatore di auto. Fu proprio questa singolare combinazione che, nella lavorazione dei metalli, indusse Benevelli a dare seguito alla sua arte. E' anche per questo che le sue opere più note erano fusioni anche di grandi dimensioni. Poi, negli ultimi anni quando per lui divenne troppo faticosa la lavorazione dei metalli, si espresse in numerosi settori artistici come la o la scultura in legno. Suo il crocefisso in legno benedetto il 4 ottobre 2017 da papa Francesco.

Così lo ricorda il sindaco Enrico Bini: “Con Benevelli se ne va un artista potente e al contempo delicato, ma anche una mente brillante, una persona che ha sempre avuto forte passione civile. A Castelnovo avevamo ospitato una bella mostra antologica con le sue opere nel 2015, in occasione dei suoi 90 anni, ed inoltre si potrebbe dire che il nostro paese rappresenta un grande museo delle sue sculture: il monumento alla Donna Partigiana nei giardini di Bagnolo, la scultura “La ragione spezza la schiavitù” ora all’Isolato Maestà e per diversi anni vicina al Teatro Bismantova da cui partirono i deportati della montagna diretti ai campi di lavoro forzato in Germania, il monumento dedicato a Castelnovo e al suo territorio in Municipio, il grande crocifisso e la scultura della Madonna nella Chiesa della Resurrezione e altre ancora. Fino alla sua ultima opera, un crocifisso ligneo che è stato benedetto a San Pietro, a Roma, da Papa Francesco lo scorso ottobre. Avevo accompagnato con altri castelnovesi Giorgio in quel viaggio, e lo avevo visto profondamente emozionato e commosso. La stessa commozione che oggi prova la comunità di Castelnovo, consapevole però che Benevelli ci ha lasciato una grande eredità artistica”.

I funerali ci saranno sabato 24 marzo alle 10 partendo dall'obitorio dell'ospedale S.Anna per la chiesa della Resurrezione , dove è esposto il suo Cristo.

Il S.Rosario sarà recitato venerdì 23 marzo alle 20 presso l'obitorio dell'ospedale S.Anna.

La salma è esposta presso l'obitorio a partire dalle ore 17 di oggi giovedì 22 marzo.

 

13 COMMENTS

  1. Addio al nostro Giorgio, uomo generoso, vero montanaro e grande artista. Forse hai capito che era ora di andare, nel luogo etereo dove sono i tuoi amici più cari, come il professor Lorano Ferri, tuo estimatore, fraterno amico e biografo. Ti ricorderemo anche grazie al volume di Lorano: “E venne Nicodemo”, nel quale ti paragonava a colui che depose Gesù dalla croce. Tu mirabile scultore di Cristo. Tu chiamato pochi mesi fa in Vaticano, per essere lodato e ringraziato da Papa Bergoglio. Tu, Giorgio, onore dei nostri monti e del popolo montanaro.
    Un grazie e un abbraccio a te e ai tuoi famigliari.
    Il tuo amico
    Alessandro Davoli

    (Alessandro Raniero Davoli)

    • Firma - Alessandro Raniero Davoli
  2. Ogni volta che vado in chiesa mi siedo proprio lì sotto per perdermi nel Suo splendido volto. Giorgio continuerà a vivere in tutte le sue opere e sarà naturale, ammirandole, pregare per Lui.
    Sincere condoglianze.

    (Iride capanni)

    • Firma - Iride capanni
  3. La gente muore veramente solo quando viene dimenticata. Quando un artista ci lascia, non viene strappato un capitolo dal libro della vita, ma viene tradotto in una lingua migliore rappresentata dalle opere che tengono viva la sua memoria. Ciao Giorgio riposa in pace
    Sergio e Anna Maria Sironi

    (Sergio e Anna Maria Sironi)

    • Firma - Sergio e Anna Maria Sironi
  4. Un artista e’ sempre immortale quando lascia un segno di sè alle genti. Sia la sua scultura che i suoi bellissimi quadri fanno di lui un importante valore del nostro territorio. Grazie per essere passato di qui e aver lasciato al futuro del nostro paese tanta bellezza.
    RIP

    (Simona Sentieri artista)

    • Firma - SimonaSentieriartista
  5. Flaiano diceva che tutti salgono sul carro dei vincitori. Quasi tutti, Giorgio Benevelli in virtù di un impegno preso durante la seconda guerra mondiale non salì su quel carro… La sua scelta lo condizionò parecchio a livello sociale e del lavoro. In tanti gli commissionavano dei lavori, arrivava a terminarli a fiato d’oca sperando bastassero ossigeno ed acetilene. Non navigava nell’oro e mi raccontava che spesso quando si presentava con l’opera finita credendo di ricevere il compenso pattuito, gli veniva fatta una controproposta o accettava la metà oppure poteva riportarsi il lavoro nella sua officinetta… Se il rospo ti fa vivere lo devi buttare giù… Ma a volte succedeva anche che tante famiglie fornite di buon senso non discutevano nemmeno e se Lui avesse chiesto una maggiorazione avrebbero di buon grado acconsentito. Anche le amministrazioni passate hanno fatto sì che il posizionamento di monumenti (solitamente partigiani) non potessero essere messi in modo che l’intero paese ne godesse ed ammirasse la vista… non poteva esistere un anziano ingobbito e soprattutto che non andava prono a chiedere un parere e non era allineato. Io alcune cose le so in quanto era con la sorella amico di famiglia e a volte quando la luce gli passava vicino agli occhi notavo non il raffreddore come si giustificava Lui ma un luccichio misto a rabbia e tristezza, poi cambiava subito discorso parlandomi del “deserto dei barbari”. Ringrazio Giancarlo del Capolinea che lo trattava come un padre, la famiglia Angelè, Claudio Muzzini e famiglia che erano ammirati da questo genio, Lauro Campari con il quale teneva contatti telefonici pur avendo perso un po’ l’udito. Ringrazio Lui che quando mi vedeva mi invitava a sedermi un po’ con Lui vicino al muro di casa e scambiare qualche chiacchiera. Gli dissi diverse volte che se lo avesse conosciuto Guareschi avrebbe saputo cogliere di Giorgio quelle sfumature che dividono un fabbro da un artista. Chi gli ha voluto bene sa che è stato un artista nel lavoro e nel pensiero e in un modo dolce ma “civettuolo” mi rispondeva che era un po’ sordo.

    (Pietro Zobbi)