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Lo sciopero del 16/3 al Don Cavalletti di Carpineti

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Nota dei sindacati sullo sciopero e sulla situazione.

Oggi [venerdì 16/3+] manifestiamo per avere un progetto condiviso sulla riorganizzazione dei servizi socio assistenziali in montagna e per questo motivo siamo a fianco dei dipendenti della Don Cavalletti che, come tutti i lavoratori del comparto, stanno svolgendo una attività eccezionale di cura e presa in carico di persone con varie fragilità che in questo territorio, più che in altri, stanno aumentando.

Sappiamo che a giorni saremo convocati dall’Unione dei Comuni per riprendere la discussione sull’ Asp.

Per noi riaprire un dialogo è fondamentale non solo per affrontare insieme e cercare di risolvere le difficoltà in cui si trova la struttura, ma anche per ragionare su una progettualità comune rispetto ai servizi alla persona.

Inoltre, parallelamente al tavolo in Unione, sarebbe auspicabile per la tenuta complessiva di tutto il sistema socio economico dell’Appennino, oltre che continuare il lavoro sulle Aree Interne, anche arrivare ad un Patto per la Montagna tra tutte le associazioni ed istituzioni del territorio per darsi obbiettivi rispetto al bene Comune di questa bellissima terra, per chi ci lavora e chi ci abita.

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Nota del PD di Carpineti

Siamo vicini e solidali ai lavoratori in lotta. Crediamo che questo sciopero, che ha forme responsabili e garantisce i livelli essenziali di servizio, sia giustificato dalla poca lungimiranza che ha dimostrato sin ora la proprietà di ASP Don Cavalletti, ed in particolare suo azionista di riferimento, il Comune di Carpineti. 

Crediamo sia un buon segnale quello della riapertura di un tavolo di lavoro a livello locale in cui proprietà e parti sociali possano discutere i principali problemi della struttura. Tuttavia crediamo anche che non sia serio ipotizzare oggi una data di chiusura dei lavori. Il confronto ha bisogno di un tempo adeguato e di informazioni che ancora non sono disponibili. Non ci sono studi sulle possibilità di ottimizzazione dei processi e della organizzazione della struttura e non è dato sapere quante e quali opere di ristrutturazione debbano essere pianificate.  

Riteniamo che il tavolo di lavoro non debba certificare la facilità o la difficoltà nel garantire il pareggio di bilancio dell’ASP Don Cavalletti ma, al contrario, pensiamo che si debbano identificare le più opportune modalità perché questo risultato possa essere conseguito, tenendo in conto i servizi, i diritti dei lavoratori e i livelli occupazionali. Crediamo che il tema dell’ASP Don Cavalletti sia anzitutto una questione di volontà politica. Non si può invocare la necessità di andare oltre la logica dei numeri quando si parla di punto nascita, per poi diventare ragionieri quando il tema è quello degli anziani. Non si può parlare di servizi in forma associata quando poi, alla prima prova, si evidenzia la mancanza volontà e di capacità di realizzarli, e si opta per la soluzione più facile e sbrigativa, la privatizzazione. 

L’ASP Don Cavalletti è l’unica struttura pubblica per i servizi alla persona del nostro distretto. C’è differenza fra servizi pubblici e privati sia per le garanzie di tenuta occupazionale e di mantenimento dei diritti acquisiti dai lavoratori, sia per le modalità di erogazione dei servizi. La privatizzazione del servizio non sarebbe una decisione reversibile. Preservare l’ASP Don Cavalletti non riguarda solo i dipendenti, gli ospiti, le loro famiglie, ma interessa l’intero Appennino e il futuro stesso di chi, a seconda dell’orientamento che prevarrà oggi, potrà avere o meno la possibilità di accedere alla struttura.  

Dario Bottazzi - Segr. PD Carpineti 

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Nota dei consiglieri regionali di LeU Silvia Prodi e Yuri Torri

«Siamo vicini ai lavoratori e ai sindacati in questa giornata di sciopero, nella richiesta di confronto serrato, e in quest'ottica è positiva la decisione di riaprire un tavolo». Lo affermano i consiglieri regionali di Liberi e Uguali Silvia Prodi e Yuri Torri a proposito dello sciopero di oggi venerdì 16 marzo dei lavoratori della Asp Don Cavalletti di Carpineti, che da mesi stanno lottando per la salvaguardia della natura pubblica dei servizi socioassistenziali del Distretto della montagna reggiana. «Invitiamo tutti i cittadini che risiedono in montagna – proseguono i consiglieri reggiani – a firmare la petizione dei sindacati, che chiede che i servizi siano gestiti dal pubblico e che i Comuni dell’Unione progettino insieme le politiche del distretto sociosanitario. È un tema fondamentale per la tenuta dei servizi del territorio, ancora più essenziali in montagna».

«La Regione – spiegano – attraverso la legge 2/2003 identifica nelle Aziende pubbliche di servizi alla persona (Asp) il soggetto che fornisce l’assetto più strutturato e funzionale alla componente pubblica del sistema di produzione ed erogazione dei servizi per le persone in ogni fascia d’età, in una visione socio-sanitaria ampia e integrata. Questa premessa è necessaria, per non perdere l’orizzonte programmatico del primato del pubblico nella gestione dei servizi. Nella gestione dell’Asp don Cavalletti dobbiamo quindi scongiurare che si affermi un’impronta esclusivamente economicista, che non si preoccupa della dispersione di un patrimonio di competenze, di cultura sociale, di diritti dei lavoratori – e purtroppo soprattutto lavoratrici in questo caso – ma mirando esclusivamente ad alleggerire un bilancio comunale, porta precarietà, sottraendo qualità e professionalità, in una zona già ferita come quella della montagna».