Era un obiettivo ambizioso quello del convegno promosso dall’associazione “Carpineti da vivere” che, con il patrocinio del Comune di Carpineti, lo scorso sabato si è svolto presso la sala convegni della biblioteca “Don Francesco Milani”. Leggete qui: "Rileggere attentamente il passato per riorganizzare il presente con la necessaria progettualità rivolta al futuro. Questo per migliorare la vita della gente attraverso comunità più coese ma anche più efficienti. Quindi puntando ad avere istituzioni di governo locale adeguate a meglio soddisfare i bisogni del territorio e alla sua competitività economica in un sistema di relazioni globalizzato".
L’incontro aveva per titolo “Carpineti e i Comuni montani nell’ultimo periodo ducale, storia socio-economica ed evoluzione e prospettive per il futuro” e buona è stata la partecipazione di studiosi e appassionati di storia locale contemporanea. In qualità di relatori sono intervenuti Giacomo Borgatti, Clementina Santi che, tra l’altro, ha dato lettura della relazione dei Danilo Cristian Morini (impossibilitato a partecipare).
In apertura dei lavori, il sindaco Tiziano Borghi ha ricordato l’evoluzione istituzionale dell’area ricompresa dal Ducato di Modena e Reggio, con particolare riferimento alle innovazioni introdotte dal Decreto del 1859 a firma di Luigi Carlo Farini, Dittatore delle province modenesi e parmensi nonché governatore delle Romagne. Un periodo storico di straordinario interesse, con il duca regnante Francesco quinto d’Asburgo-Este fedele agli austriaci messo in fuga dai moti risorgimentali che da lì a poco avrebbero portato all’Unità d’Italia.
La configurazione istituzionale introdotta con il provvedimento governativo del Farini, prevedeva per il territorio reggiano quattro livelli di competenze: una Provincia, due Circondari (Reggio e Guastalla), 18 Mandamenti, 46 Comuni.
Il professor Borgatti, relazionando su “I Comuni da fine Diciottesimo secolo al 1859, fine del periodo del Ducato estense”, ha descritto la situazione socio-economica del territorio montano, sottolineando le peculiarità dell’area carpinetana e limitrofa dedita prevalentemente alla coltura del bosco, all’attività agricola e all’artigianato. Un dettaglio che ha maggiormente incuriosito i presenti è stato quello delle continue richieste da parte dell’amministrazione ducale riguardo alla consistenza quali-quantitativa del patrimonio boschivo, meritevole di miglioramenti agronomico-colturali poiché tale risorsa produceva legnatico e carbone; ovvero energia di pronto utilizzo per le attività produttive e civili del tempo nelle zone “industriali” della Bassa.
“La nascita dei Comuni nel Medioevo: linguaggio ed evoluzione” è stato il tema affrontato nella relazione del professor Morini, con la centralità della cultura quale elemento identitario delle comunità, da difendere e valorizzare. Un aspetto sul quale si è conseguentemente soffermata la professoressa Santi che ha concentrato il suo intervento proprio su “La cultura come legante e legame tra passato e presente nei Comuni appenninici”. Cultura intesa come conoscenza della storia dei luoghi, delle sue caratteristiche territoriali, paesaggistiche e architettoniche ricche di fortilizi matildici, di chiese e pievi a presidio e testimonianza di una civiltà dalle solide radici religiose. Bellezze uniche che raccontano di un territorio medievale protagonista d’eccezione sullo scenario italico ed europeo. Un potenziale oggi concretamente spendibile sul mercato della proposta turistica, la cui attività di intrapresa vuole essere in forte crescita anche nel nostro Appennino capace di catturare la curiosità del “viandante” del Ventunesimo secolo.
Torniamo ai livelli amministrativi: si potrebbe affermare che a distanza di un secolo e mezzo sul piano della suddivisione amministrativa del territorio ben poco è cambiato. Legittimo domandarsi se essa sia ancora rispondente alle attuali necessità. Una prima comprensibile risposta parrebbe arrivare proprio dal Convegno di Carpineti dove l’Amministrazione comunale ha riaffermato la propria disponibilità a verificare nuove forme di collaborazione ed eventuale integrazione con i Comuni limitrofi, finalizzate a promuovere le opportunità di crescita qualitativa e competitiva di un territorio omogeneo che, tra l’altro, intrinsecamente offerte dalla sua oggettiva collocazione geografica.