Sul tema Asp continuano le prese di posizione.
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IL SINDACO BORGHI REPLICA A GUIDO TIRELLI: "Fu la sua amministrazione a privatizzare l'Asp. E ora..."
Potrebbe sembrare sorprendente, seppur inelegante, l’attacco personale che ha fatto il coordinatore del Pd della montagna Guido Tirelli nei riguardi del sindaco di Carpineti, se non fosse che è tipico di chi non ha argomenti oggettivi da contrapporre ad una tesi, denigrare chi la espone.
La casa residenza anziani don Cavalletti di Poiago, per tantissimo tempo ha avuto una gestione tutta pubblica. Oltre quindici anni fa per motivi di sopravvivenza dell’istituto, l’Amministrazione comunale di Carpineti di cui Tirelli faceva parte, privatizzò metà gestione. Secondo Tirelli La scelta fu ovviamente giusta perché compiuta da lui, mentre oggi non lo sarebbe più perché il Sindaco di Carpineti non è espressione del Pd.
Negli ultimi 10 anni, mentre la parte condotta a gestione privata si è sempre autosostenuta, la parte pubblica ha prodotto un disavanzo di circa 100 mila euro ogni anno, ripianato dai sette comuni del distretto della montagna di cui l’Asp don Cavalletti fa parte. Il riparto ha sempre previsto quote diverse per ogni comune, con la maggiore a carico di Carpineti. Ora i sette comuni del distretto della montagna, impossibilitati a continuare a ripianare le perdite ed esperito tutti i tentativi per eliminarle e per trovare fondi necessari a una sempre più urgente manutenzione degli edifici per i quali si sono rivolti anche alla regione, stanno valutando uno studio che individui una soluzione ottimale. La soluzione individuata, che non prevede la chiusura dell’Asp - la quale manterrà i propri dipendenti fino alla pensione - , passerà obbligatoriamente per la deliberazione dai sette sindaci del distretto, a maggioranza Pd, dove ognuno esprimerà un voto. Se veramente il coordinatore del Pd della montagna Guido Tirelli è autorevole nel suo partito, per il futuro del Don Cavalletti non se la deve prendere con il voto che esprimerà il sindaco di Carpineti. È sufficiente che Tirelli convinca i sindaci dell’Unione della montagna che si riconoscono in lui a votare la scelta da lui voluta e la cosa sarà fatta. Non è utile a nessuno che il coordinatore del PD della montagna nasconda le proprie difficoltà su un argomento così importante come la gestione del don Cavalletti, comunichi a nome dei suoi sindaci qual è la miglior soluzione e, per la forza dei numeri, passerà senza complicazioni.
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I SINDACATI DI CISL, CISL FP, UIL FPL: "CHIEDIAMO DI RIPRISTINARE IL TAVOLO TECNICO"
“Adesso basta. Si scarica sui lavoratori quelli che sono i deficit gestionali e politici della conduzione del Don Cavalletti di Carpineti. Va detta una parola chiara, - sostengono Luca Ferri, coordinatore Cisl Emilia Centrale della Montagna reggiana, Cristian Villani, dirigente Cils Fp, Mauro Chiarini segretario Uil Flp Reggio Emilia e Modena - la questione della non sostenibilità è prettamente organizzativa e sembra che i nostri amministratori invece di farsi carico come li ha preceduti anni e anni fa delle problematiche delle loro comunità le vogliano delegare al privato perdendo, continuiamo a dirlo, quel ruolo di spinta nelle comunità, riducendosi così a mero controllore se non spettatore dei complessi problemi”.
“E sia ben chiaro – proseguono - che le organizzazioni sindacali non vogliono né imputare né emarginare il privato la cui collaborazione è importante (anche se è ora che a livello nazionale venga approvata una ‘filiera’ contrattuale sul socio sanitario per evitare fenomeni di dumping contrattuale favoriti dalla presenza di più contratti del settore che vengono utilizzati in modo distorto). Come sindacati continuiamo a sottolineare come la presenza del pubblico (che poi è la presenza diretta della stessa comunità in aspetti vitali per la propria identità) sia un presidio fondamentale a tutela della qualità e della vicinanza di certi servizi”.
Aggiungono i sindacalisti "se poi l'approdo fosse un'Azienda Speciale o l’esternalizzazione al private, allora vorrebbe dire che il problema è legato solo ai livelli economici degli stipendi dei lavoratori, ai diversi costi delle malattie e dei congedi e ad una parte della tassazione... e anche questo si tradurrebbe nella sostanza con l'individuazione di una ‘toppa’ rispetto a quello che si pensa sia un problema la cui soluzione invece va ricercata diversamente come già ha fatto più volte il sindacato, l'ultima delle quali con la vertenza con l'Asp Carlo Sartori" nella Val d’Enza” .
“Questa vicenda però fa emergere, ci sia permesso, quella che chiameremo eufemisticamente l'estrema difficoltà di far squadra di tante amministrazioni. Solo una collaborazione vera, che superi certi steccati della politica potrebbe portare soluzioni assolutamente necessarie per le nostre comunità. Non distruggiamo quello che è stato costruito in passato”.
“Chiediamo che venga ripristinato rapidamente il tavolo tecnico, istituito a suo tempo presso l’Unione montana, perché riteniamo che il tema dell’organizzazione della Don Cavalletti debba trovare una definizione a livello distrettuale. Per le ragioni sopra richiamate, esortiamo tutti gli amministratori del territorio a formalizzare la richiesta di risorse per gli interventi strutturali previsti e l’apertura di un dialogo a tutti i livelli con la Regione per traguardare progettualità e risorse economiche che possano, il più possibile, essere rispondenti ad un maggior efficientamento dell’Istituto e che si attenda l’esito dell’attività del tavolo tecnico provinciale prima di assumere qualsiasi decisione sul futuro dell’Asp Don Cavalletti”.
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Anno 2017= previsioni di bilancio non ancora disponibili.
Rispondo in pillole alla controreplica di Tirelli e poi mi fermo qui perché temo che orami i lettori facciano fatica a seguirci:
- ammetto che Tirelli ha riconosciuto che la privatizzazione del 50% circa della gestione dell’ASP è avvenuta quando anche lui era amministratore di Carpineti;
- Tirelli propone poi “una diversa ripartizione del disavanzo … in proporzione al numero degli ospiti per comune di residenza”, e qui devo dire che sfonda una porta aperta. Difatti questa soluzione il Comune di Carpineti l’ha presentata da oltre un anno, non solo per le perdite future dell’ASP ma anche per le pregresse. Succede però che alcuni comuni non sono d’accordo su questa ipotesi e alcuni di quelli che partecipano a questa suddivisione si sono impegnati solo per un periodo limitato in attesa che si trovi una soluzione di non perdita. Inoltre alcuni sindaci hanno chiaramente detto che in caso questa ripartizione diventasse standard per il futuro, chiederanno che i loro residenti siano ospitati solo in strutture private (Villa Paola, Villa delle Ginestre, Don Cavalleti a gestione non pubblica, ecc.).
- Tirelli poi propone di vendere le azioni Iren e fare un mutuo per gli interventi alla struttura del Don Cavalletti. E anche qui devo dire che l’ipotesi di un mutuo per manutentare la struttura del Don Cavalletti a carattere distrettuale con suddivisione non per millesimi ma per comune, Carpineti l’ha già prospettato. Un milione di Euro di mutuo decennale per un primo indispensabile intervento suddiviso per le sette municipalità darebbe un impegno pro amministrazione di appena 15 mila euro. Purtroppo questa idea non è stata condivisa e senza manutenzione il Don Cavalletti rischia un forte degrado della struttura. Se l’ipotesi fosse approvata, Carpineti c’è.
Il personale dipendente dell’Asp Don Cavalletti riunitosi in assemblea il giorno 13 febbraio 2018 alla presenza delle Segreterie provinciali di CGIL-CISL-UIL e delle rispettive categorie della Funzione Pubblica (FP CGIL- CISL FP- UIL FPL) esprime contrarietà alla volontà dell’Amministrazione di Carpineti di dare corso alla privatizzazione dell’Istituto.
Nell’incontro che si è tenuto il 1° febbraio 2018 presso la sede dell’ Unione Montana, il presidente dell’Unione stessa, in rappresentanza di tutti gli amministratori del territorio, ha confermato la decisione di esternalizzare i servizi attualmente gestiti in Asp alla cooperazione sociale. Facendo così si viene meno ai precedenti impegni di mantenere aperto un tavolo tecnico distrettuale per verificare la sostenibilità della Don Cavalletti a gestione pubblica e di adoperarsi per ricercare tutte quelle soluzioni che permettano di traguardare un percorso condiviso, prima di assumere qualsiasi decisione sul futuro della Struttura; ultimo baluardo pubblico del socio assistenziale nel distretto della Montagna Reggiana. Anche l’idea stessa di esternalizzare il servizio di assistenza domiciliare (SAD), ora gestito direttamente in Asp, va nella direzione opposta ad una logica di confronto.
Pensiamo che tale comportamento di netta chiusura al prosieguo del confronto, oltre che essere irrispettoso nei confronti dei lavoratori e delle loro rappresentanze non è neanche coerente con ciò che era stato concordato tra le Parti in sede di conciliazione presso la Prefettura di Reggio Emilia e nell’incontro tenutosi in Provincia come sede di Conferenza territoriale Socio Sanitaria.
Per le ragioni sopra esposte le lavoratrici e i lavoratori dell’Asp Don Cavalletti danno mandato alle OO.SS. di proclamare lo stato di agitazione che sarà comunicato alle autorità competenti e chiedono allo stesso tempo, in modo unanime, che venga ripristinato rapidamente il tavolo presso l’Unione Montana per continuare la discussione, avviata a suo tempo, sull’organizzazione dell’Istituto.
Lo sanno anche i sassi come si è svolta la vicenda. Perfettamente coerente con quanto descritto. Si vede che Tirelli non brilla in oggettività.
(MA)
Una sola frase: sig Tirelli perché la casa di riposo non la prende lei come PD e la gestite voi? Vi accollate oneri e onori, poi dopo due o tre anni vediamo i bilanci.
Siete interessati?
(Max Carpineti)