“A Reggio Emilia sul turismo si continua a puntare su questo dente cariato”. E Stefano Scansani, direttore della Gazzetta di Reggio, intervenendo come relatore a "L'informazione dei territori: turismo ed enogastronomia" - corso di formazione dell'Ordine dei Giornalisti tenutosi ieri al Cere alle porte della città – ha proiettato una foto del castello emblema del nostro Appennino: Canossa.
Grande stupore in sala dove, tra i relatori, c’era anche Clementina Santi, assessore alla cultura di Canossa.
Va detto che il direttore della Gazzetta di Reggio era partito da una più ampia riflessione che, prendendo spunto da un quadro del 1583 di Annibale Carracci, "Il mangiafagioli" in cui è dipinto anche l'erbazzone reggiano sul tavolo, ha posto il focus sul tema turistico e le sue forme.
Dapprima il direttore ha replicato alle affermazioni del sindaco della città, Luca Vecchi - secondo il quale il “nel dopoguerra Reggio ha investito altrove e con successo, cioè nella manifattura. Il turismo non è mai stato un settore trainante” - dicendo “il turismo a Reggio non può sostituire l'economia, ma nell'epoca odierna occorre rafforzare il contenuto dell'ospitalità, dell'attrattività (bruttissima parola) e dell'identità reggiana”. Da qui ha citato alcuni esempi: dai prodotti al Parmigiano Reggiano delle vacche rosse, dalla bellezza dei luoghi agli Estensi (vero elemento di identità con Modena, Bologna e Ferrara, ma non con Parma e Piacenza), ma tra le eccellenze turistiche certo non c’è Canossa. Infatti, proiettando la diapositiva del rudere del Castello di Matilde Scansani ne ha sottolineato – crediamo anche provocatoriamente - il suo essere “passato”, il fatto che “non è vero che i tedeschi, come ci diciamo da 30 anni, vengano qui per vedere – solo, ndr - questo castello”, “il fatto che sia bruttissimo” e non possa essere un elemento turistico su cui puntare “Matilde chi?”
Non si è sottratta al dibattito Clementina Santi, assessore alla cultura del Comune di Canossa che, il medesimo ruolo di assessore aveva ricoperto anche ai tempi della Comunità Montana e a Castelnovo ne’ Monti. “La cultura, caro direttore, è molto altro, è vero. Ma nella storia di Canossa c’è la cultura di autori locali, che ne hanno scritto parlato, c’è l’enogastronomia (dal Canossello al Rossennelo, dalla viola, al riso, ai prodotti locali). Un dente cariato, come dice lei, ma da continuare a volergli bene, andando alle fonti e utilizzarle per farci raccontare cose ancora attuali, come ad esempio hanno dimostrato i recenti scavi archeologici”.
Un dibattito, insomma, complesso e articolato ma che pone al centro l’attualità (o meno) del sistema turistico di Canossa.
Scusate, ma dal dopoguerra ai giorni nostri chi ha governato quelle che furono “e fortunatamente ancora sono” Le Terre di Canossa? Dai tempi dello storico perdono, quante carriere politiche “però” sotto la bianca rupe!
(Italo Montano)
A giudicare da questo articolo speriamo sia stata proprio una provocazione quella del signor Scansani quando ha affermato che il Castello di Canossa è “bruttissimo”, perchè sentirlo dire dal direttore del giornale più letto di Reggio suona assai male. Bello o brutto che sia, il Castello di Canossa è così perchè così ci è arrivato dalla storia, come i tanti altri luoghi storici di cui è piena l’Italia. Anche un pezzo di muro ha il suo valore e definirlo “dente cariato” arreca offesa alla storia che c’è dietro e alle persone che ne hanno fatto parte. Ma forse il novello direttore non ha ancora visitato l’elegante museo che sta vicino alle mura del suddetto castello, non ne ha visitato il borgo, non è stato a Rossena, a Bergogno, Vercallo, Pianzo e tantissimi altri stupendi borghi. Non credo che non sappia chi era Matilde di Canossa, prima donna a tener testa a un Papa e a un Imperatore e forse fu la prima a credere in un’idea di “italianità”, quando ancora, al tempo, era un concetto assai confuso. Ma in ogni caso si faccia un bel ripassino della storia di Reggio e della sua provincia, dalle origini preistoriche, agli Etruschi, ai Romani, fino al Risorgimento e alla storia più attuale, e troverà che di “attrattive” turistiche ce ne sono a iosa, tante che non vengono neanche in mente tutte. E’ mai stato alla Pietra di Bismantova? Ha mai visitato i laghi, i monti, la vallata del Secchia? E’ vero che il turismo da noi non è mai decollato, perchè siamo noi stessi a non crederci: andiamo a sciare in Trentino e non al Cerreto, andiamo a Pompei e non abbiamo mai visitato i Musei Civici di Reggio o la Sala Tricolore o i bellissimi teatri Valli e Ariosto. Guardiamoci intorno: non abbiamo niente da invidiare a nessuno. L’Italia è una vera meraviglia e noi ne facciamo degnamente parte.
(Antonella Telani)
Mi è difficile pensare che la Reggia di Rivalta e il prodotto delle vacche rosse abbiano potere attrattivo superiore a Canossa, residenza di Matilde, testimone di uno dei più noti e fondamentali momenti della Storia d’Europa.Temo che l’infelice espressione su Canossa sia dettata dal desiderio di giustificare la scelta del Ministero dei Beni Culturali di destinare sostanziosi contributi in favore della Reggia di Rivalta. Purtroppo quando la politica entra dalla porta, la Ragione se ne esce dalla finestra.
(Giorgio)
L’infelice espressione usata dal direttore della Gazzetta di Reggio è ingiustificabile. Credo che il turismo debba essere gestito come si gestisce una impresa: con molta competenza e tanta passione, come è stato dimostrato per la Reggia di Caserta e altre belle realtà italiane. Quindi diamoci una mossa e mettiamo persone competenti nei posti giusti, se vogliamo dei buoni risultati.
(Angelo Bertoni)
Quelli che vengono a visitare i nostri piccoli ma stupendi borghi ci dicono che non abbiamo niente da invidiare a tanti altri posti della nostra bella Italia.Venite a Corneto e vedrete che gioia x gli occhi e per lo spirito si può godere tra i nostri monti
(Lombardi giuseppini l)