A seguito delle recenti novità su Poiatica pubblichiamo le prese di posizione del Comitato Fermare la discarica e l'interrogazione in Regione del consigliere Yuri Torri
COMITATO FERMARE LA DISCARICA
Poiatica: l'anno 2012 raffiora ora dalle ombre in cui lo si voleva tenere. Lo scorso martedì è emersa a mezzo stampa la risposta della Regione Emilia Romagna all'interrogazione del consigliere regionale Gianluca Sassi, la quale conferma l'arrivo di rifiuti trattati dalla Toscana provenienti da ditte invischiate in diversi scandali giudiziari. Questi rifiuti sono stati utilizzati, come scrive la Regione, per le coperture giornaliere a Poiatica dal 2012. Iren autocertificava la qualità dei rifiuti toscani in entrata a Poiatica e questo era sufficiente agli enti pubblici preposti che acquisivano per buoni i contenuti dell'autocertificazione di Iren. Iren firma la qualità chimica dei rifiuti e tanto basta alle istituzioni. Ma chi abita nelle zone non può non ricordare le esalazioni tremende che invadevano la valle quell'anno, soprattutto nei mesi estivi e soprattutto nei giorni festivi. Così a seguito del fermento cittadino che emergeva, il Sindaco di allora Montemerli chiamava il laboratorio mobile del Corpo Forestale. Dal verbale del blitz della forestale emergeva la mancanza degli strumenti ad Arpa per la verifica dell'indice di respirazione dinamico. L'indice di respirazione biodinamico è un indicatore che rileva la qualità del rifiuto perché certifica che, se tale rifiuto non è stabilizzato e fermenta, esso non può essere usato per la copertura esterna: sarebbe nocivo alla salute e carico batteriologicamente. Ora: come ha potuto Iren certificare che il biostabilizzato toscano fosse a norma se mancavano le strumentazioni per farlo anche ad Arpa? Solo dopo, nel 2013 Arpa Reggio Emilia ha potuto mandare altri campioni in laboratori che avevano gli strumenti idonei e solo nel 2014 ha acquisito lo strumento per farlo in sede secondo quanto scritto dalla Regione. Le ditte toscane che mandavano i rifiuti a Poiatica hanno avuto negli anni molti dirigenti processati per reati tributari e ambientali, tra cui traffico illecito di rifiuti. Parliamo di una lista di illeciti lunga come gli invitati di un matrimonio.
Non finisce qui: riportiamo all'attenzione anche il curriculum dello studio T.EN. di ingegneria ambientale con sede a Reggio Emilia, studio che si occupa anche dell'ampliamento di moltissime altre discariche regionali. Nello studio emerge un progetto del 2012 di fattibilità di una discarica per rifiuti speciali di 1.5 milioni di metri cubi nella cava a fianco di Poiatica : la cava di Monte Querce acquisita dalla società Montequerce, compartecipata di Iren e Unieco. La società fu creata negli anni prima con lo scopo dello smaltimento di rifiuti speciali. Sapevamo che, oltre all'invaso, la cava adiacente Monte Querce era qualcosa da cui mettersi in guardia. E oggi sappiamo che Iren commissionò allo studio T.en. un progetto ben specifico di smaltimento. Eravamo presenti a Bologna in Regione quando nel 2016 Iren, tramite l'intervento dell'allora direttore di Poiatica, Giancarlo Giacchetti, ammoni' il piano rifiuti della giunta proponendo la necessità di smaltire ulteriori rifiuti speciali a Poiatica. Ora sappiamo che da anni sono pronti: hanno creato senza un'autorizzazione specifica l'invaso in discarica, causando la falsa idea di una necessità di smaltimento speciali sotto il finto profilo della "sicurezza". Ora sappiamo anche che l'alternativa non era così vaga: si chiama Monte Querce e dal 2012 Iren ha nel cassetto un progetto di 1.5 milioni di metri cubi di speciali oltre a quello di 800.000 metri cubi dell'invaso Poiatica. La Regione potrebbe fermare questi progetti richiedendo a Iren l'avvio della messa in sicurezza senza rifiuti della discarica e delle procedure formali di chiusura. Ma è qualcosa che in due anni non è stata in grado o non ha voluto fare, tenendo sempre la finestra aperta a Iren e la porta chiusa ai cittadini. Eppure noi siamo solo cittadini ingenui o allarmisti, per questo aspettiamo una smentita.
INTERROGAZIONE DI YURI TORRI
Yuri Torri, consigliere regionale di Sinistra Italiana – LeU, interroga nuovamente la Giunta per sapere se la Regione e Atersir abbiano già ricevuto lo studio prodotto dall’Università di Bologna e quali siano i suoi contenuti in merito al ripristino ambientale del sito di Poiatica.
“Il 9 maggio dello scorso anno, in seguito ad un’interpellanza del sottoscritto, l’Assessore Paola Gazzolo dichiarò che lo studio commissionato all’Università di Bologna, in quel momento ancora in fase di elaborazione, sarebbe stato concluso nell’arco di circa un mese”, ha dichiarato Torri sottolineando poi che “di mesi ne sono passati otto e cittadini ed Enti locali hanno il diritto di avere tempistiche certe”.
Torri torna anche sulla questione del coinvolgimento del territorio chiedendo che tali opzioni, una volta che lo studio sarà terminato, vengano discusse in accordo con cittadini ed Enti locali. “L’Appennino si è fatto carico per tutti questi anni dell’impianto di Poiatica ed ora è quantomeno auspicabile che sia il territorio stesso a valutare quelle che saranno le proposte per il ripristino ambientale del sito senza ricevere ulteriori rifiuti”.
Se penso alle dichiarazioni che Tutino mi diede pubblicamente in merito alle contestazioni e interrogazioni poste sul fine della società Montequerce scarl… della serie: come salvarsi la faccia e negare l’ evidenza, ossia quello che già veniva specificato nella visura camerale della società Montequerce scarl fin dal 2014: smaltimento rifiuti.
(Petronio)